“DALLE CENE ELEGANTI AL RICEVIMENTO AL QUIRINALE È UN BEL SALTO, NON C’È CHE DIRE” – IL RITRATTO VELENOSO DI LICIA RONZULLI BY “TAG43”: “VIVE LE MANSIONI DA FIDATISSIMA FACTOTUM DI SILVIO BERLUSCONI CON GRANDE ZELO E ATTENZIONE. HA PURE IN MANO L’AGENDA DEL LEADER E SOLO PER QUESTO, DETIENE UN POTERE ENORME” – “IL CAVALIERE HA INGAGGIATO PER LEI UNA BATTAGLIA DURISSIMA. OBIETTIVO: IL MINISTERO DELLA SALUTE O, IN SUBORDINE, QUELLO DELL’ISTRUZIONE. D’ALTRONDE, SE UNA CUOCA POTEVA GOVERNARE L’UNIONE SOVIETICA (MA POI NON ACCADDE), VUOI CHE UNA LAUREATA IN INFERMIERISTICA NON POSSA GUIDARE IL MINISTERO DI ROBERTO SPERANZA?”
Ulisse Spinnato Vega per www.tag43.it
La gaffe di fine agosto sul rigassificatore di Piombino («estrae gas nazionale») fu da far tremare i polsi, ma in fondo si sa che Twitter è spesso teatro di sparate scomposte e scivoloni grotteschi. Per Licia Ronzulli sono altre le cose che contano: carattere, pragmatismo e fedeltà alla causa, che poi significa fedeltà assoluta al Cavaliere.
L’etichetta giornalistica di “badante”, ruolo ereditato dal duo Mariarosaria Rossi–Francesca Pascale ed esercitato in tandem affiatato con Marta Fascina, non può esaurire il racconto circa la senatrice forzista.
IL POST DI LICIA RONZULLI SUI RIGASSIFICATORI
C’è da dire, però, che lei vive le mansioni da fidatissima factotum di Silvio Berlusconi con grande zelo e attenzione: quando serve, sorregge fisicamente il Cav nelle sue apparizioni pubbliche, gli parla con premura all’orecchio, apparecchia i capannelli di giornalisti durante le interviste doorstep collettive ed è pronta a regolare persino la distanza dei microfoni dalla bocca del presidentissimo. Non le sfugge nulla: ha pure in mano l’agenda del leader e dunque, già solo per questo, detiene un potere enorme.
Gli scontri con la Gelmini e quella battuta sullo Xanax
Ma non basta. La non meglio precisata “dirigente”, come viene qualificata sulla navicella parlamentare della legislatura appena finita, ha avuto e mantiene anche il pallino degli indirizzi strategici del partito, in sintonia con il leader operativo, Antonio Tajani. Non a caso sin dal 2021 è stata designata quale cinghia di trasmissione tra Forza Italia e gli alleati.
I due bastioni del “leghismo azzurro”, Ronzulli e Tajani, tengono saldamente in mano le chiavi di Fi, tanto che le ex ministre berlusconiane Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, ma anche Renato Brunetta, dopo lunghe tensioni interne hanno infine gettato la spugna e mollato il partito. Secondo i maligni, più per colpa del cerchio magico che di Berlusconi in persona.
Epici gli scontri tra Ronzulli e Gelmini, con la prima che una volta apostrofò “MaryStar”: «Vai a piagnucolare da un’altra parte e prenditi uno Xanax». L’ex titolare dell’Istruzione non tollerava che il Cavaliere, nel maggio 2022, avesse nominato la fida Licia commissario di Fi nella “sua” Lombardia e quando effettivamente sbatté la porta per migrare verso i lidi calendiani, Ronzulli la bollò: «Gelmini cerca solo una poltrona più comoda».
SILVIO BERLUSCONI E LICIA RONZULLI
E pensare che nel 2009 al contrario ammetteva: «Della Gelmini mi è piaciuto molto il coraggio con cui ha affrontato la questione della riforma scolastica». Un’era geologica fa. Diverso invece è stato l’atteggiamento nei confronti di Carfagna, che in Forza Italia si era sempre mossa in modo più felpato. Ronzulli salutò infatti con fair play il suo addio: «Peccato, stava facendo bene come ministra».
Un posto alla Salute? Troppo rigorista su restrizioni e vaccini
Adesso il Cavaliere, che sa essere riconoscente come pochi, sta facendo di tutto per ricompensare questa 47enne milanese e milanista dallo sguardo penetrante e dal carattere di ferro. Lei lo ripaga con parole spericolate: «Berlusconi è punto di riferimento dell’Occidente». E si appresta a iniziare la sua seconda legislatura consecutiva in Senato (dopo un primo tentativo fallito nel 2008) con ambizioni inedite.
L’ex premier di Arcore ha ingaggiato per lei una battaglia durissima addirittura con il capo del governo in pectore, Giorgia Meloni. Obiettivo: il ministero della Salute o, in subordine, quello dell’Istruzione. Una gatta da pelare non da poco, tra le tante, per la leader di Fdi, dato che in Forza Italia sono convinti che Ronzulli, da ex infermiera, sia il profilo giusto per guidare il dicastero che sovrintende al Sistema sanitario nazionale.
D’altronde, se una cuoca poteva governare l’Unione sovietica (ma poi non accadde), vuoi che una laureata in infermieristica non possa guidare il ministero di Roberto Speranza? Peccato che Ronzulli nei frangenti più duri della pandemia si sia segnalata per un approccio particolarmente rigorista su restrizioni e vaccini anti-Covid (suo un disegno di legge per rendere obbligatoria l’immunizzazione del personale sanitario): una posizione che le ha procurato pesanti minacce da parte dei no vax, che stride non poco con il programma odierno sulla salute di Fratelli d’Italia e, più in generale, con l’approccio del duo Meloni-Salvini su green pass e limitazioni da virus.
Si è occupata di famiglia, diritti della donna e politiche sociali
SILVIO BERLUSCONI E LICIA RONZULLI ALLA FESTA DI COMPLEANNO
Tant’è, il Cav sembra pronto a tutto per difenderne l’ingresso nel governo. E Ronzulli pare non volersi accontentare di un ministero minore come quello delle Pari opportunità, che pure sarebbe il settore di cui più si è occupata a livello istituzionale assieme a famiglia e politiche sociali, nonostante sul cv abbia una specializzazione in management ospedaliero.
Nella XVIII legislatura, infatti, oltre al ruolo di vice capogruppo di Fi al Senato, la “badante” ha ottenuto la poltrona di presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza. E durante la sua legislatura all’Europarlamento, dal 2009 al 2014, ha lavorato in commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere e nella sottocommissione per i Diritti dell’Uomo. Ma soprattutto è rimasta celebre la foto in cui lei, nell’aula di Strasburgo, vota stringendo al seno la figlia Vittoria ancora in fasce.
Coinvolta nelle inchieste sul bunga bunga, ma poi archiviata
In verità, è da tanto che Berlusconi si preoccupa delle sorti della fedelissima: quando lei rimase senza seggio, non rieletta alle Europee del 2014, e Roberto Maroni era governatore della Lombardia, l’ex premier non mancò di fare pressioni perché le si trovasse un’adeguata sistemazione in Regione.
Dopotutto, sono quelli gli anni in cui Ronzulli aiutò Silvio persino nella trattativa, poi fallita, per la vendita di quote del Milan all’imprenditore thailandese Bee Taechaubol. Nello stesso periodo, esattamente alla fine del 2015, l’ex parlamentare tirò un sospiro di sollievo per l’archiviazione della sua posizione nell’inchiesta sul cosiddetto Ruby ter, il filone connesso alle false testimonianze delle Olgettine invitate alle «cene eleganti». Ronzulli ha sempre cercato di difendere se stessa e Berlusconi: dalle intercettazioni del Cavaliere con l’imprenditore Giampiero Tarantini emerse il ruolo organizzativo e “logistico” della futura senatrice per le serate a Villa Certosa.
Lo stesso presidente di Fi diceva: «Lei è qui a farmi da segretaria». Ma la voce della stessa Ronzulli risultò registrata mentre, al telefono con Nicole Minetti, si dava da fare per le feste del 2010, quelle del bunga bunga ad Arcore e non più in Sardegna. In ogni caso, dapprima negò di essere mai stata da Berlusconi a Villa Certosa per i festini dell’estate 2008, poi ammise di esserci andata sempre in compagnia del marito e di aver soltanto aiutato il Cavaliere ad accogliere gli invitati importanti. Ai giudici, sotto giuramento, raccontò invece la versione delle mere «cene eleganti», rischiò di essere indagata per falsa testimonianza, ma poi venne appunto archiviata.
È stata dirigente all’Irccs Galeazzi di Milano e nel cda di Fiera Milano
Insomma, Ronzulli è una che sa cosa vuole e sa come ottenerlo. Veloce, intuitiva: ha scalato le gerarchie e ha preso definitivamente il posto della Rossi nel 2016, quando Berlusconi recuperò dopo un delicato intervento chirurgico al cuore.
Tuttavia, si era resa già molto utile sin dal 2009, dopo il famoso incidente della statuina del Duomo scagliata in faccia all’ex premier. Nel suo passato professionale da segnalare un ruolo da dirigente all’Irccs Galeazzi di Milano, una poltrona da vicepresidente e consigliere indipendente nel consiglio di amministrazione di Fiera Milano e l’impegno da volontaria per i bambini del Bangladesh. Girò voce fosse stata anche la fisioterapista di Berlusconi, ma lei smentì seccamente. Ora è pronta a giurare da ministra: dalle cene eleganti al ricevimento al Quirinale è un bel salto, non c’è che dire.
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