letta tajani meloni

TAJANI SI GIOCA TUTTO: PENSA DI CORRERE ALLE EUROPEE, NEL CASO DI CANDIDATURA DELLA MELONI, E SOGNA IL SORPASSO ALLA LEGA - LA LINEA MAGINOT PER FORZA ITALIA È IL 7 PER CENTO – L’ATTIVISMO DI GIANNI LETTA CHE SALIRA’ SUL PALCO VENERDI’ NEL BERLUSCONI DAY PER IL TRENTENNALE DELLA DISCESA IN CAMPO DEL CAV - L’EMINENZA AZZURRINA RAPPRESENTERA’ LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE MARCHERÀ VISITA, COME MARTA FASCINA – LA PAURA DI UNA COSPIRAZIONE ROMANA IN FDI DOVE TEMONO LETTA: “DA LUI E’ MEGLIO STARE LONTANI”

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagospia-ispira-cospira-ldquo-foglio-rdquo-nbsp-ldquo-chi-parla-382405.htm

 

 

Simone Canettieri per il Foglio - Estratti

 

GIANNI LETTA TAJANI

L’ultima, ultimissima, quasi definitiva è questa: se Giorgia Meloni si candiderà come capolista di Fratelli d’Italia alle europee, altrettanto farà Antonio Tajani per Forza Italia. Il vicepremier e ministro degli Esteri, margherita alla mano e polpastrelli consumati a forza di sfogliarne i petali, sembra che ci stia ripensando. Seppur controvoglia, ben consapevole dei rischi di questa impresa, della concomitanza con la presidenza italiana del G7, della guerra in Ucraina e della situazione in medio oriente, alla fine, come l’uomo del monte, potrebbe dire sì.

 

Dichiarazione ufficiale da tenere a mente: “Non ho alcun problema, sono stato eletto cinque volte al Parlamento europeo e se sarà utile a Forza Italia mi candiderò, sapendo bene che gli elettori conoscono quali sono le carte in tavola: un leader si candida per rafforzare l’entità del movimento, un modo per dare forte identità a Forza Italia che sta crescendo nei sondaggi”. Ecco questo è un altro discorso ancora.

 

GIANNI LETTA TAJANI

Per quanto le intenzioni di voto vadano prese con le pinze, dalle parti di Forza Italia regna un discreto ottimismo. Si è passati dalla paura di non superare il tetto del 4 per cento – modalità Zattera della medusa – al sogno proibito di sorpassare la Lega. Secondo l’ultimo sondaggio di Tecnè diffuso l’altra sera da “Quarta Repubblica”, durante l’intervista di Nicola Porro alla premier Giorgia Meloni, il partito fondato da Silvio Berlusconi sarebbe al 9,4 per cento e quello di Matteo Salvini all’8,5. Roba da stropicciarsi gli occhi. Un mezzo miracolo italiano che, di converso, creerebbe qualche problemino al capo del Carroccio.

 

Gli screenshot di questo sondaggio ieri rimbalzavano di chat in chat, dentro Forza Italia, accompagnati da occhi sgranati, seguiti da sospiri e “magari” per concludersi con realistici “dai, sarebbe troppo”. La linea Maginot di Tajani è il 7 per cento, non lontano anni luce dall’ultimo 8,8 consegnato agli archivi. E cioè il risultato delle europee del 2019, con Silvio Berlusconi candidato, eletto e dunque riabilitato alla grande dopo la decadenza del 2013. Tajani è costretto dall’ottimismo della volontà a puntare in alto. Al punto di evocare lo “spirito del ‘94”. Con questa spinta emotiva, tra mito e leggenda, venerdì si celebreranno i 30 anni dal discorso della discesa in campo del Cav.

 

antonio tajani foto di bacco

La scintilla da cui nacque un’epopea o più semplicemente un pezzo di storia italiana. Venerdì solo Gianni Letta, alla voce “io c’ero”, parteciperà all’iniziativa. Sarà la prima assoluta dell’eterno sottosegretario sul palco.

 

L’eminenza azzurra porterà i saluti della famiglia Berlusconi, che invece ha deciso di non essere presente: dal fratello Paolo ai figli, tutti marcheranno visita. Così come non ci sarà Marta Fascina, compagna dell’ex premier che forse sabato potrebbe votare al congresso di FI di Monza. Forse. Con il trentennale dell’“Italia è il paese che amo” Tajani ha in mente di aprire – nella memoria imperitura del fondatore – una nuova fase.

 

“Vediamo vitalità e partecipazione: siamo tonici, sereni e positivi”, dice Maurizio Gasparri, big di FI. “Siccome penso che Giorgia Meloni si candiderà, di conseguenza politicamente Antonio prenderà una decisione simile: ragiono in termini politici. E comunque rispetto a sei mesi fa, quando ci davano tutti per morti, abbiamo reagito: basta frequentare i nostri congressi provinciali e cittadini in giro per l’Italia”.

 

giorgia meloni antonio tajani

La fase congressuale terminerà il 23 e il 24 febbraio con l’incoronazione già scritta del segretario Tajani. Per i vicesegretari invece – la candidatura è “spontanea” e sarà sottoposta al voto dall’assemblea – iniziano a esserci tramestii non indifferenti. I vice Tajani dovrebbero essere quattro e non mancano le prime mosse interne. Sono ruoli che interessano per esempio ai governatori della Calabria e della Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. In lizza c’è anche Debora Bergamini e al nord il giovane Stefano Benigni, già tendenza Marta Fascina, ora in area Tajani. L’opposizione interna, quella di Licia Ronzulli, non disdegnerebbe una postazione per Alessandro Cattaneo (...)

giorgia meloni antonio tajani in senatomatteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)