UNA TALPA PER LAVITOLA - LA PROCURA DI NAPOLI SOSPETTA CHE L’EX GIORNALISTA (L’ORDINE L’HA CANCELLATO), SIA STATO INFORMATO DELLA RICHIESTA D’ARRESTO EVITANDO IL RIENTRO DAL BRASILE PREVISTO PER IL 2 AGOSTO - VALTERINO TEME CHE L’ODIATO BISIGNANI ABBIA DETTO AI PM DI NAPOLI COSE SUL SUO CONTO: “ERA AMICO DI GIANNI (LETTA), ERA AMICO MIO... QUELLO TUTTE STE STRONZATE CHE DICE, I POTERI (...), MA DICIAMO ALMENO L’80% ERANO COSE CHE FACEVO IO, NON CHE FACEVA LUI... IMBECILLE”...
1 - SOSPETTI DI UNA "TALPA" PER LA FUGA DI LAVITOLA...
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
Valter Lavitola potrebbe essere stato avvisato che a Napoli c'era una richiesta di arresto contro di lui. Tra le carte processuali messe a disposizione degli indagati c'è un'annotazione della Digos che prevede il suo rientro dal Brasile per il 2 agosto scorso e una nuova partenza prevista il 5 settembre sempre con destinazione Rio de Janeiro. Ma dall'estero il faccendiere non è mai rientrato e più volte al telefono esterna i suoi timori per possibili iniziative giudiziarie.
Sembra di capire che la paura maggiore riguardi un possibile coinvolgimento nell'inchiesta sulla cosiddetta P4 e sulla possibilità che Luigi Bisignani abbia raccontato cose sul suo conto. Il 17 giugno ne parla esplicitamente con Gianpaolo Tarantini e dice: «A me mi interesserebbe sapere di questo qua che è importante... lo so che sta parlando».
Tarantini si mostra informato perché conosce Giancarlo Rossi, l'agente di cambio che durante tangentopoli fu coinvolto proprio con Bisignani nell'indagine sulla maxitangente Enimont.
E si capisce che Lavitola ha anche un risentimento personale nei confronti di Bisignani, che lo avverte come un rivale nelle relazioni con i potenti.
Tarantini: sopra casa nostra ti ho detto che c'è il suo migliore amico.
Lavitola: eh, embè.
Tarantini: si chiama Giancarlo Rossi e l'ha incontrato avant'ieri sera lei alle 8 e mezza nel portone e mi ha detto che è disperato che quello là l'aveva minacciato che lo faceva stare 5 anni dentro.
Lavitola: eh queste so buone ste cose, questa è la str... che hai fatto tu, quando uno va dai magistrati e parli poi se la piglia solo nel c...
Tarantini: eh bravo.
Lavitola: come sta succedendo a te... non esiste, questo qua è morto per sta cosa, è distrutto e speriamo che sia morto solo politicamente.
Tarantini: va bene, ma non era amico di Gianni?
Lavitola: è, era amico di Gianni, era amico mio... quello tutte ste str... che dice, i poteri (...), ma diciamo almeno l'80 per cento erano cose che facevo io, non che faceva lui... imbecille.
Tarantini: no, ma ha proprio detto... ha detto no io riferivo ogni volta notizie a...
Lavitola: sì, ma non hai capito che lui non riferiva un c... perché non sapeva niente... questo è uno scemo, una mezza figura che non contava niente, era una testa di legno di gente che contano... questo è proprio un cretino... vabbè.
«POI C'È L'AMNISTIA» - In una telefonata con Nicla Tarantini che lo informa che «l'avvocato è preoccupatissimo», Lavitola indica i passi da seguire nel processo di Bari e i possibili scenari: Â«È positivo perché al processo Gianpaolo non rifiuterà il patteggiamento e se verrà condannato lo sarà tra 10 anni e visto che nel frattempo la riforma della giustizia si deve fare e visto che quando si fanno le riforme della giustizia devi avere per forza qualche amnistia o cose del genere, lui si tirerà fuori dal casino».
Scrive il giudice nella sua ordinanza: «La strategia che viene posta in essere secondo gli intendimenti manifestati al telefono dai due indagati vede, quindi, il Lavitola - che non avrebbe alcun titolo né interesse in causa da rivendicare nella descritta vicenda processuale - collocato al centro e operare sui due versanti della trattativa.
Quello del Tarantini (e, come si vedrà, della moglie dello stesso, Devenuto Angela), sostenendo i propositi dello stesso di negarsi ai suggerimenti dell'entourage legale e scegliere la via del dibattimento: lunga nella definizione, incerta negli esiti, ma aperta ad una possibile amnistia e, soprattutto, tale da non far venir meno il "potere contrattuale" dello stesso Tarantini di tenere il Berlusconi "sulla corda".
Il Tarantini infatti, secondo le ordinarie e prevedibili cadenze processuali, dovrà essere nuovamente interrogato, ritornare sulle medesime circostanze (le cene, le escort, i pagamenti alle stesse) che tanto hanno già infangato l'immagine pubblica di Berlusconi».
2- IL DIRETTORE DELL'«AVANTI!» CANCELLATO DALL'ORDINE...
Dal "Corriere della Sera" - Sul suo nome ieri è stata tirata una riga: cancellato. Il direttore dell'Avanti! Valter Lavitola, coinvolto nel caso di estorsione al premier Silvio Berlusconi, è stato depennato dall'elenco professionisti dell'ordine dei giornalisti del Lazio. Lo rende noto lo stesso ordine in una nota nella quale si spiega che la decisione è avvenuta «A norma dell'articolo 39 della legge n.69 del 1963». Quell'articolo, c'è scritto nella nota, «al secondo capoverso, recita testualmente: "ove sia emesso ordine o mandato di cattura gli effetti dell'iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell'ordine"».
3- LA DEVENUTO AI DOMICILIARI...
Dal "Corriere della Sera" - Angela Devenuto, la moglie di Tarantini, è agli arresti domiciliari. Dopo l'interrogatorio, per i pm, si sono «attenuate le esigenze di custodia in carcere».




