AIUTO, TAORMINA IS BACK! - IL PENALISTA DENUNCIA NAPOLITANO PER ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE: “HA TENTATO DI INTERFERIRE NELL’ATTIVITÀ DEI PM DI PALERMO SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA, CON ESPOSITO E D’AMBROSIO” - IL PARLAMENTO RIGETTERÀ L’ESPOSTO ALL’ISTANTE - TAORMINA NON VIENE SEGUITO NÉ DALL’IDV, NÉ DALLO STESSO INGROIA, ORMAI NEL RUOLO DI PACIERE: “NESSUNA INTERFERENZA DEL QUIRINALE”…

1 - VELENI DI TAORMINA, ESPOSTO CONTRO IL COLLE IN PARLAMENTO
M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Per la prima volta dall'inizio della legislatura, viene convocato domani 13 settembre alle 8 del mattino il Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa: l'organismo presieduto da Marco Follini che si occupa di esaminare eventuali denunce o esposti contro il capo dello Stato. Perché proprio questo è avvenuto: il presidente Giorgio Napolitano è stato denunciato dall'avvocato penalista ed ex deputato Carlo Taormina.

Secondo Taormina il presidente della Repubblica avrebbe attentato alla Costituzione «tentando di interferire nell'attività dei magistrati di Palermo che stanno indagando sulla trattativa Stato-mafia». Un rigoroso «no comment» sull'iniziativa da parte del Quirinale: «Ovviamente non c'è nulla da commentare, anche per rispetto del Comitato parlamentare».

Nell'esposto-denuncia, Taormina sostiene che il capo dello Stato, con la telefonata partita dal Quirinale verso il pg della Cassazione Vitaliano Esposito e con la decisione di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta, «abbia compromesso i principi di autonomia e indipendenza della magistratura» palermitana.

Nel testo Taormina sembra anche dire che il defunto consigliere giuridico di Napolitano, Loris D'Ambrosio sia stato costretto a compiere iniziative improprie. «Essendo stati violati non solo precetti costituzionali ma principi strutturali e portanti della Costituzione Repubblicana - si legge ancora nell'esposto - non è dubbia la configurazione del delitto di attentato alla Costituzione da parte del presidente della Repubblica».

Taormina ha inviato la denuncia al presidente della Camera. Gianfranco Fini quindi ha trasmesso gli atti a Follini al Senato come presidente della Giunta, cui tocca in questa legislatura la guida del Comitato ristretto Camera-Senato. Ieri si è riunito l'ufficio di presidenza e ha deciso di convocare il Comitato domani mattina.
Un'iniziativa clamorosa che, tuttavia, potrebbe non avere nessun seguito, cioè la questione si aprirà e si chiuderà.

L'intenzione del Comitato sarebbe quella di archiviare subito perché la denuncia ha toni virulenti ma «sarebbe fondata solo su alcune ricostruzioni giornalistiche».
Chi c'è dietro Taormina e la sua iniziativa? Risponde l'avvocato: «Solo la mia indignazione per il fatto che il vertice delle istituzioni abbia tramato affinché non si accertasse la verità. Mi baso su ricostruzioni giornalistiche ma molto dettagliate: ho chiesto per questo che vengano fatti accertamenti».

L'ufficio di presidenza del Comitato ha deciso di non chiedere l'audizione di Taormina, perché questo poteva sembrare l'apertura di una indagine. Anche l'Idv non dovrebbe andare dietro all'iniziativa di Taormina. E anche Pdl e Lega non sembrano interessati. Sul caso della trattativa Stato-mafia ieri è stato ascoltato dalla commissione Antimafia l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli.

Furente quando lascia palazzo di San Macuto: «Questa non gliela potevo far passare: ci sono morti che lo chiedono e c'è gente che ci ha dedicato una vita e ne ha pagato le conseguenze». Davanti ai commissari Martelli ha infatti apertamente accusato Amato, ora presidente dell'Istituto Treccani, di aver ceduto alle pressioni di Craxi per trasferirlo dal ministero della Giustizia. «Giuliano Amato ha mentito davanti a voi e sono pronto a citare anche testimoni». Martelli ha anche affermato che il dominus della sostituzione dal Viminale di Enzo Scotti fu l'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

«Fu lui Scalfaro - ha detto - il regista della trattativa per normalizzare il rapporto con la mafia, togliendo di mezzo i politici che avevano esagerato nel contrasto a Cosa Nostra, favorire i moderati e togliere di mezzo il pazzo Riina». Insomma, ci fu «una capitolazione dello Stato, e Scalfaro ne fu il dominus: si scelse convivenza per fermare stragi, fu un crimine politico».


2 - INGROIA, TAORMINA? NESSUNA INTERFERENZA DI NAPOLITANO SU INDAGINI TRATTATIVA

(Adnkronos) - "Non c'e' stata mai nessuna interferenza sulle indagini" nell'ambito della trattativa tra Stato e mafia, "tanto e' vero che le indagini sono arrivate a conclusione con la richiesta di rinvio a giudizio, sara' poi un giudice terzo a decidere". Cosi' il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia replica, a 'Coffee break' su La7 all'avvocato Carlo Taormina che ha attaccato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano di avere interferito sulle indagini sulla trattativa.

 

Carlo Taormina - Copyright PizziGIORGIO NAPOLITANO LORIS DAMBROSIO IN UNA FOTO DEL FRANCO FRATTINI GIANFRANCO FINI 0gus29 claudio martelliFrancesco Rutelli Enzo Scotti e Claudio Vasale GIULIANO AMATO ingroia

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…