CHE TELECOM-BINAZIONE! - IL MINISTERO DELL’INTERNO DEVE ASSEGNARE UN SUPER APPALTO PER TELEFONIA, TRASMISSIONE DATI E VIDEOSORVEGLIANZA: E IL VINCITORE È… TELECOM! - SOLO CHE LA GARA NON È MAI STATA FATTA, E ADESSO IL CONCORRENTE FASTWEB PROTESTA - IL MINISTERO DELL’INTERNO SI È GIUSTIFICATO DICENDO DI AVER ASSEGNATO L’APPALTO PER RAGIONI DI SICUREZZA, VISTO CHE L’AZIENDA AVEVA GIÀ AVUTO ALTRI CONTRATTI…

Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

È un super appalto che comprende telefonia fissa e mobile, la trasmissione dati e la videosorveglianza, il 113 e perfino i braccialetti elettronici, quelli che dovrebbero servire a sorvegliare i detenuti ai domiciliari. In totale fanno 500 milioni di euro. Paga lo Stato, cioè il ministero dell'Interno. Chi incassa? Qui viene il bello, perché su questo contratto se le stanno dando di santa ragione Telecom Italia e il concorrente Fastweb. La vicenda in verità sarebbe già chiusa, perché il gruppo guidato da Franco Bernabè ha siglato l'intesa con il governo a dicembre del 2011.

"Ma non c'è stata gara", protesta Fastweb, che ha fatto ricorso al Tar. Una richiesta di sospensiva è stata respinta il mese scorso, ma oggi è in programma la prima udienza sul merito della questione. La legge europea parla chiaro, protestano gli avvocati di Fastweb. Un appalto pubblico di questi dimensioni, oltre mezzo miliardo di euro, deve essere assegnato con un gara.

Non solo, di solito un contratto così complesso, con servizi tanto diversi tra loro, viene diviso in lotti. E invece niente. Telecom Italia si è presa tutta la torta. Possibile? Certo che sì, ribattono i legali del ministero dell'Interno, perché la legge europea prevede che in alcuni casi siano possibili deroghe alle norme sugli appalti.

Motivi di sicurezza, innanzitutto, visto che molti dei servizi affidati a Telecom incrociano questioni riservate. Per non far circolare troppo informazioni coperte da segreto sarebbe quindi più sicuro non cambiare fornitore. Infatti, l'appalto assegnato negli ultimi giorni del 2011 non è altro che la continuazione di una precedente convenzione con la stessa Telecom. Una convenzione che risale al 2001 ed è scaduta alla fine dell'anno scorso. A quanto pare, al ministero della Difesa la pensano diversamente dai loro colleghi del Viminale, visto che hanno assegnato a Fastweb la telefonia e a British Telecom la trasmissione dati.

C'è poi un'altra questione singolare che emerge dalle carte. Il contratto prevede che alla scadenza della convenzione Telecom rientri in possesso di software e altri apparati utilizzati dal ministero. E questo, secondo il dicastero guidato da Anna Maria Cancellieri, sarebbe un altro buon motivo per non cambiare fornitore.

Di questo passo, però, Telecom avrà l'appalto garantito per l'eternità. Inoltre, dicono quelli di Fastweb, altre aziende pubbliche come le Poste si regolano diversamente: gli strumenti passano al cliente. Adesso tocca al Tar decidere e per l'occasione il ministero degli Interni ha esibito un parere all'Avvocatura dello Stato che nella sostanza ritiene corretta l'assegnazione senza gara pubblica anche se precisa che per il futuro sarebbe meglio ricorrere a una procedura competitiva. Almeno un capitolo della complessa questione resta però difficile da giustificare.

Dalle carte ufficiali si scopre che fino al 2018, cioè fino alla scadenza del contatto, il governo spenderà 9 milioni all'anno per i braccialetti elettronici targati Telecom. Anche in questo caso si tratta del rinnovo di una precedente convenzione.

Solo che dal 2001 ad oggi i bracciali sono stati indossati da poche decine di detenuti e all'inizio dell'anno, i dati disponibili segnalavano solo otto dispositivi in funzione. Adesso il ministero si prepara a ordinarne a Telecom altri 2 mila. Qualcuno li userà?

 

FRANCO BERNABE FRANCO BERNABE AD TELECOM Il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia MINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...