marta cartabia

UNA TEMPESTA STA PER ABBATTERSI SULLA GIUSTIZIA ITALIANA: UN DILUVIO DI CONTENZIOSI - QUANDO CESSERANNO GLI EFFETTI DEI PROVVEDIMENTI CHE BLOCCANO GLI SFRATTI, LE ESECUZIONI, LE PROCEDURE CONCORSUALI, I LICENZIAMENTI E IL CONTENZIOSO BANCARIO, SI SCATENERA' IL DELIRIO - ECCO PERCHE' IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, MARTA CARTABIA, ENTRO LA FINE DI APRILE PRESENTERÀ LE SUE RIFORME DEL PROCESSO CIVILE E PENALE (IN CHIAVE GARANTISTA), CSM (DA RINNOVARE OGNI DUE ANNI) E GIUSTIZIA TRIBUTARIA….

Francesco Grignetti per "la Stampa"

 

marta cartabia

Attenti, la pandemia sta per travolgere la giustizia italiana. È allarmatissima, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, alla sua prima uscita in Parlamento. Nulla di nuovo sotto il cielo. La giustizia italiana è sempre la grande malata d' Europa. «I tempi continuano a registrare medie del tutto inadeguate». Annuncia perciò, la ministra, che nel giro di qualche settimana si deve chiudere il Recovery Plan ed entro la fine di aprile presenterà la versione definitiva delle grandi riforme: penale, civile, Consiglio superiore della magistratura, forse anche la tributaria. Ma è la valanga del nuovo contenzioso ciò che davvero la preoccupa.

 

ALFONSO BONAFEDE

Bisogna fare presto, avverte, per prevenire il collasso della giustizia civile. Per questo motivo, immagina robusti investimenti grazie ai fondi europei, una riforma dei riti (ma lascia trapelare i dubbi sull' abolizione del rito sommario di cognizione «non soltanto funzionante, ma particolarmente apprezzato) e insieme un' accelerazione sulla mediazione e l' arbitrato con meccanismi di premialità.

 

Tutto, pur di disinnescare una terribile bomba ad orologeria. Prefigura infatti un' esplosione del contenzioso «quando cesseranno gli effetti dei provvedimenti che bloccano gli sfratti, le esecuzioni, le procedure concorsuali, i licenziamenti, il contenzioso bancario. Occorre prepararsi per tempo».

 

marta cartabia 2

Se sulla giustizia civile è facile immaginare una concordia tra le forze politiche, altro è il discorso sul penale. Cartabia se ne rende conto. «Sento il dovere di affermare con chiarezza, a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e a tutti i cittadini, che sarebbe sleale, nel contesto attuale, delineare programmi inattuabili, che alimentino invano le già alte aspettative che animano il dibattito pubblico, ben sapendo di non poterle realizzare. Cercheremo di affrontare i problemi più urgenti e improcrastinabili».

 

Il primo dei problemi è l'accelerazione del processo penale. A riuscirci, si «sdrammatizzerebbe» il nodo della prescrizione. Valuterà la riforma Bonafede che impone tempi definiti alle indagini e all' udienza preliminare. Una altra strada sono i riti alternativi.

Quanto alla prescrizione, lascia intravedere l' esperienza tedesca o spagnola, «rimedi di tipo compensativo per le ipotesi in cui si registri una dilatazione eccessiva dei tempi processuali non ascrivibile a responsabilità dell' imputato». Sarebbe conforme alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo.

 

Consiglio Superiore della Magistratura

E comunque, per essere europei a testa alta, occorre rafforzare gli aspetti della presunzione di innocenza, del diritto di presenziare al processo, del segreto sul registro degli indagati. Un approccio garantista. E non potrebbe essere altrimenti per un' ex presidente della Corte costituzionale. Da notare, peraltro, che la presidente emerita ha parlato ai parlamentari in piedi, in segno di rispetto.

 

Proprio l' esperienza della Corte costituzionale le ha suggerito un' ipotesi abbastanza rivoluzionaria per il Csm, in crisi verticale dopo lo scandalo Palamara: il rinnovo parziale.

«Ogni due anni potrebbero essere rinnovati la metà dei laici e la metà dei togati». In questo modo - ragiona - si assicura «una maggiore continuità dell' istituzione», non si disperdono «le competenze acquisite», e soprattutto si scoraggiano «le logiche spartitorie».

 

GIUSTIZIA

Senza illudersi, naturalmente, che un intervento sul sistema elettorale «possa di per sé offrire una definitiva soluzione alle criticità». Già, perché le «criticità che stanno interessando la magistratura italiana attingono a un sostrato comportamentale e culturale che nessuna legge da sola può essere in grado di sovvertire».

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