TIMOSHENKO LIBERA! ANZI NON ANCORA - IL PRESIDENTE IANUKOVICH COSTRETTO A LASCIARE KIEV, I DIMOSTRANTI IRROMPONO NEL SUO PALAZZO E NE PRENDONO IL CONTROLLO

1. UCRAINA: GIALLO SULLA LIBERAZIONE DI TIMOSHENKO - I DIMOSTRANTI IRROMPONO IN SEDE PRESIDENZIALE, PRESO CONTROLLO
Da www.ansa.it

Il braccio destro di Iulia Timoshenko, l'ex capo dei servizi segreti Oleksandr Turcinov, già eletto presidente del parlamento stamattina, è stato anche eletto premier ad interim con 314 voti a favore. Un altro politico vicino alla della Rivoluzione arancione, Arsen Avakov, è invece stato eletto nuovo ministro dell'Interno ad interim.

Subito dopo il Parlamento ha votato la "liberazione immediata" della Timoshenko che in un primo momento era stata annunciata come già in libertà da una portavoce dell'ex premier che poi ha smentito. Per i deputati orientali e meridionali ucraini fedeli a Ianukovic, riuniti a Kharkiv, città al confine con la Russia, "il Parlamento di Kiev non è legittimo".

Attacco a bus turisti russi, appello Mosca - Un pullman di turisti bielorussi è stato attaccato a colpi di arma da fuoco nella regione di Rovno, in Ucraina occidentale. Un cittadino russo è "gravemente ferito": lo annuncia su twitter il ministero degli Esteri russo facendo appello a "garantire la sicurezza dei civili".

Polizia 'sta col popolo' - Intanto in mattinata una "assemblea degli effettivi delle forze dell'ordine ucraine ha dichiarato di "servire il popolo" e di condividerne "il desiderio di rapidi cambiamenti".

Ianukovich lascia Kiev - Il presidente Viktor Ianukovich ha lasciato Kiev e il suo fedelissimo, Volodimir Ribak si era dimesso da presidente del Parlamento. Dimostranti hanno fatto irruzione nella sede presidenziale prendendo il controllo. Il parlamento ucraino nel pomeriggio si pronuncerà su una richiesta di incriminazione nei confronti di Ianukovich e sulla sua conseguente decadenza dalle funzioni di capo dello Stato.

L'opposizione ucraina chiede elezioni presidenziali anticipate prima del 25 maggio. La richiesta viene sia l'ex pugile Vitali Klitschko, leader del partito 'Udar', che il capo del partito nazionalista Oleg Tiaghnibok si sono espressi in tal senso in parlamento.

Oleksandr Turcinov, ex capo dei servizi segreti e braccio destro dell'ex premier Iulia Timoshenko, ha fatto sapere che la maggior parte dei ministri del governo fedele al presidente sono spariti, compreso il ministro dell'Interno, Vitali Zakharcenko, considerato uno dei responsabili dei sanguinosi combattimenti degli ultimi giorni a Kiev.

 

2. LA SAMURAI CON LA TRECCIA CHE AMA TACCHI E TAILLEUR YULIA PREPARA IL GRAN RITORNO
Francesco Battistini per il "Corriere della Sera"

Sta in galera, ma è come se fosse stata sempre in piazza. Gigantesca sul palco dei comizi. Moltiplicata sull'albero di Maidan. Appiccicata su qualunque muro della protesta. Replicata all'infinito sul marciapiede di via Kresciatk. Foto grandi: lei con la Merkel, lei con Sarkozy, lei con Blair, lei con Netanyahu... Foto più piccole: lei con Fini, lei con Casini... L'unica immagine che hanno tolto, chissà perché, è quella con Silvio Berlusconi (un altro illustre condannato che qualche pitonessa, dopo la Cassazione, paragonò «per le sofferenze patite» proprio a Yulia Tymoshenko...).

La sua pena a sette anni, lei la sta scontando. Nell'ospedale di Kharkiv, per un mal di schiena che dice di sopportare «peggio ancora dell'ingiustizia». La fine-pena, ha cominciato a vederla il giorno del suo cinquantatreesimo compleanno: 27 novembre 2013, meraviglioso regalo, il suo arcinemico Yanukovich che straccia l'accordo con l'Europa e si butta fra le braccia della Russia e si caccia in tre mesi di rivoluzione. Il suo uomo nel Comitato Maidan è l'economista Arsenyi Yatseniuk: non s'era ancora seduto al tavolo delle trattative col presidente, ieri mattina, e già aveva allungato la richiesta extra, «fuori la Tymoshenko», non prevista eppure prevedibilissima.

Non è detto che esca subito, ma il Parlamento ha dato subito il suo sì: 386 voti su 450. Liberate il soldato Yulia. Ridate la vita a sua figlia Eugenia e ridate all'Ucraina la sua Evita. L'ennesima vita. Nata unica e modesta da mamma single, cognome Grigyan, sposa al burocrate Tymoshenko che la convinse a trascurare l'ingegneria cibernetica per dedicarsi al primo business dei video pirata, registrati in casa e poi rivenduti a domicilio, le sue tante ascese e ricadute meritano pettegolezzi e soprannomi. La Samurai, per la determinazione e la corazza di bodyguard post sovietiche.

Madame Gas, per la ricchezza accumulata nel ramo. La Timoniera, per l'ambizione di guidare il Paese. «Pannotchka», piccola principessa, la ribattezza lo scrittore-avventuriero nazional-bolscevico Eduard Limonov: «Non per il personaggio di Gogol, ma per l'immagine che s'è scelta con talento. Una donna bambina, con la treccia a forma di corona. Buona per essere messa sui francobolli, sugli strofinacci o sulle tazze di porcellana. In attesa di finire sulle icone».

Parlava solo russo perché veniva dal profondo Est di Dnepropetrovsk, dicono, ma ha imparato l'ucraino per buttarsi in politica con chi detesta i russi. Portava i capelli semplici e sciolti, malignano, e la treccia è l'invenzione d'un abile pierre tedesco che la rese riconoscibile nel mondo, bella e unica, con l'affermarsi della Rivoluzione Arancione. Arrestata una vita fa per frode. Ridenunciata per strani affari con un ministro. Accusata dal filorusso Yanukovich e condannata in modo grottesco per aver favorito la Russia e i suoi oligarchi del gas, quand'è stata premier.

La Germania voleva darle asilo politico, qualcuno propose una cauzione da 200 milioni e un'interdizione politica di tre anni: icona vera, Yulia ha capito che era meglio bere l'amaro calice. È una donna da 11 miliardi di dollari, ha conteggiato un suo biografo non autorizzato, che ne ha descritto i quattro jet privati, la passione per gli abiti d'atelier, i sontuosi weekend inglesi a visitare la figlia che studiava alla London School of Economics. Uno che ama poco, raccontano, è l'ex genero inglese: meccanico, hard rocker satanista, un tipo un po' troppo estremo per chi ama tailleur e tacco 12.

I suoi alleati d'un tempo, l'ex leader arancione Yushchenko per primo, sono i suoi avversari di oggi. Il miliardario Petro Poroshenko, che fu suo ministro e ora finanzia la rivolta di Maidan, l'ha sempre detestata quanto il presidente dittatore. Petro ha lottato tre mesi, per liberare l'Ucraina da Yanukovich. A bilancio, non aveva messo di liberare pure lei.

 

 

 

x xl iulia timoshenko big pagespeed ic G HTP CZL YANUKOVICH UCRAINA LA GENTE IN PIAZZA DOPO GLI SCONTRI UCRAINA NEL SANGUE SCONTRI E MORTI A KIEV Tymoshenko - PutintimoshenkoYulia TimoshenkoYulia TymoshenkoYULIA TIMOSHENKO E MICHEL PLATINI

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…