TO ROM WITH LOVE - AGLI ABUSIVI DI MILANO IL COMUNE “REGALA” 50MILA EURO (E LA REGIONE S'INCAZZA)

Lorenzo Mottola per "Libero"

Una multa catastrofica e delle ruspe di fronte a casa all'alba. Questo è il trattamento che - in teoria - la legge italiana riserva a chi edifica abusivamente su terreni destinati all'agricoltura. Un fatto curioso se si considera quanto successo a Milano dove «gli amici rom» come li aveva definiti Nichi Vendola il giorno della vittoria alle comunali di Giuliano Pisapia, sembrano sottostare a norme diverse.

Da vent'anni un gruppetto di loro abita in ville costruite senza permessi, in un'area dove dovrà passare una delle strade che porterà ai siti espositivi Expo. Per evitare di disturbare troppo, però, l'attuale amministrazione ha trovato una soluzione incredibile: pagare per rimborsare la distruzione di fabbricati abusivi. Indennizzi fino a 50mila euro. Ultima beffa: i nomadi sono convinti di aver subito un torto: «Cosa me ne faccio di quei soldi se mi mettono in mezzo a una strada», tuona una delle abitanti, «potevano darci altri terreni».

Trovata geniale: in questo modo avrebbero potuto riniziare a costruire senza permessi. Loro non sembrano averne bisogno. Il villaggio in questione si trova a Baranzate. È una specie di fortino alla periferia della città, presidiato da telecamere a circuito chiuso. I nomadi si sono sistemati bene. La storia di questa favela, infatti, ha inizio una ventina d'anni fa, quando un gruppetto di famiglie provenienti dall'Europa dell'Est decise di comprare gli appezzamenti.

Terreni lontani da occhi indiscreti, l'ideale per costruire senza dare nell'occhio. Un po'per volta, la baraccopoli ha iniziato ad assomigliare sempre più a un villaggio, con qualche decina di villette con allacciamenti a luce, gas e acqua, parabole sul tetto, giardini discretamente curati e Bmw da 40mila euro nel vialetto. Qualcuno si è costruito perfino la dependance. Per essere in gran parte disoccupati, questi trecento zingari hanno uno stile di vita assolutamente dignitoso.

Un fatto che non è sfuggito all'attenzione di televisioni e quotidiani, che spesso si sono occupati della questione, chiedendosi quando sarebbe stato eseguito lo sgombero. Nessuno, tuttavia, è mai intervenuto, se non a chiacchiere. Nel frattempo, i giovani di via Monte Bisbino - questo il nome della strada dove è nata la baraccopoli - hanno trovato un altro modo per far parlare del loro campo: tirare sassi contro le macchine in transito sulla vicina autostrada.

Un passatempo a causa del quale nel 2010 la polizia è stata costretta a chiudere più volte al traffico la Milano- Laghi. A rovinare la tranquillità e i giochi dell'insediamento, tuttavia, è arrivato l'Expo. I progettisti dell'evento non avevano calcolato che quel terreno agricolo era in realtà occupato da un villaggio abusivo. Per fortuna dei rom, tuttavia, nessuno ha applicato la legge. Il Comune ha prima cambiato la destinazione d'uso dell'area in modo da renderla edificabile.

In questo modo il rimborso dovuto in caso di esproprio dei terreni - di proprietà dei nomadi - è passato da 7 euro al metro quadro a 30. In un secondo momento, nel 2012, sono iniziate le riunioni che hanno portato a un accordo con la "Consulta milanese per rom e sinti". È stato previsto un premio di altri 70 euro, per arrivare a cento euro al metro quadro di rimborsi. Solo così i sinti si sono arresi e hanno promesso di lasciare l'area. In cambio si sono messi in tasca buonuscite che arrivano fino a 50mila euro.

«Trentamila euro di indennizzo sono nulla se hai da mantenere otto figli», ha spiegato uno dei rom intervistato da Repubblica, primo quotidiano a scrivere della vicenda, «ci cacciano dalle case che ci siamo costruiti con fatica e non ci danno un posto in cui stare». A Palazzo Marino, intanto, infuriano le polemiche. Il centrodestra lancia invettive contro la giunta Pisapia, che ha provato a scaricare tutta la responsabilità sulla Regione:

«Non vi è alcun accordo per pagare gli espropri dei terreni di via Monte Bisbino. Il Comune non spenderà un solo euro per questa operazione», ha detto il sindaco. Il Pirellone, tuttavia, racconta un'altra verità.

«Quando sento parlare di questa vicenda mi prudono le mani», spiega Maurizio Del Tenno, assessore ai Lavori Pubblici, «ritengo imbarazzante che il Comune di Milano neghi la disponibilità manifestata a coprire i costi (900mila euro in tutto, ndr). È il Comune che ha chiesto di alzare il valore dei rimborsi. Il vicesindaco De Cesaris inizialmente voleva che venissero corrisposti 170 euro a al metro. Il Comune pagherà per questa operazione». E se dovessero rifiutare, verranno poi detratti da contributi regionali.

 

GIULIANO PISAPIA PISAPIA CON AZZURRA E FRANCESCO CALTAGIRONE FOTO TOIATI PISAPIA CALTAGIRONE RONCHI FOTO OLYCOM pisapia giulianoRomzingariCampo di zingari

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