TORNA O NON TORNA? MA E’ GIA’ TORNATO! - SARKOZY SI E’ GIA’ ROTTO LE SCATOLE DI FARE “MOUNSIER BRUNI’” E A DESTRA C’E’ CHI PREME PER UN SUO RIENTRO IN POMPA E MAGNA - HOLLANDE SCENDE SOTTO IL 50% NEL GRADIMENTO E SARKO’ INCONTRA ESPONENTI DELL’OPPOSIZIONE SIRIANA - COMUNICATO AL VELENO: HOLLANDE SAREBBE “TROPPO MORBIDO” E DOVREBBE PRENDERE ESEMPIO DALLA SUA STRATEGIA IN LIBIA - FOSSE PER LUI, I CACCIA AVREBBERO GIA’ BOMBARDATO DAMASCO…
Anais Ginori per Repubblica
Lui non si è presentato all'appuntamento. Ufficialmente è in vacanza forzata da più di tre mesi. Ha villeggiato tra il Marocco e il Canada, nelle ultime foto sta nuotando sotto il solleone a Cap Nègre, nell'esclusiva villa della moglie Carlà . Ma a pochi chilometri, sempre sulla Costa Azzurra, Nicolas Sarkozy è il convitato di pietra di una riunione un po' carbonara di "amici".
Si chiama così, "Amis de Sarkozy", la nuova associazione di dirigenti della destra francese che aspettano con ansia il ritorno del loro campione in panchina. Il gruppo politico, fondato da fedelissimi come l'ex titolare dell'Interno, Brice Hortefeux, ha debuttato ieri a Nizza. Sfilata di politici, molti video per celebrare il quinquennio presidenziale appena trascorso.
Un amarcord con tanta nostalgia, ma anche un po' di speranza. Mentre si apre la battaglia per la leadership del partito Ump, e la destra francese s'inabissa nella solita lotta fratricida, un sondaggio ha rivelato che 53% dei militanti si riprenderebbe volentieri il capo prepensionato dalle urne il 6 maggio.
Quella sera, dopo l'annuncio della vittoria di François Hollande, Sarkozy aveva augurato buon lavoro al suo successore, annunciando di volersi ritirare a vita privata. «à mio dovere - aveva detto - trarre le conseguenze di questa sconfitta». Una scelta innaturale per l'enfant prodige del gollismo, che già a vent'anni, proprio a Nizza, esordiva con un comizio. Da allora, non si è mai fermato.
Davvero "Speedy Sarkozy", come lo hanno soprannominato gli americani, si è messo al riposo? Pochi hanno creduto che l'uomo sempre di corsa avrebbe accettato a 57 anni di stare nell'ombra di una moglie che ora tornerà alla ribalta per promuovere il nuovo disco mentre lui dovrebbe restare a casa ad occuparsi della piccola Giulia, nata appena un anno fa, e poltrire nel pur comodo ufficio del Consiglio Costituzionale con lauto vitalizio.
I segnali di una certa impazienza s'intravedono già .
All'inizio di agosto, Sarkozy ha incontrato alcuni esponenti dell'opposizione siriana per poi diramare un comunicato al veleno sulla posizione della Francia nei confronti del regime di Damasco. Una frecciatina al "morbido" Hollande che non sarebbe capace di prendere in mano la situazione come lui ha fatto al tempo della ribellione in Libia.
Il paragone è fuorviante, e l'uscita di cattivo gusto secondo molti osservatori. Ma poco importa. L'ex presidente ha ripreso a telefonare ai suoi più stretti collaboratori. Da maggio non ha rilasciato interviste, ma chi lo conosce pensa che l'astinenza mediatica potrebbe presto finire.
Sono gli scherzi della politica. La luna di miele di Hollande con gli elettori, a cento giorni dall'insediamento, è finita. Il presidente socialista scende nei sondaggi, ormai è al 49% del gradimento. Uno scotto che pagano tutti i leader alla prova del potere ma i maligni ricordano che "l'odiato" Sarkozy era arrivato allo stesso livello non tre ma sette mesi dopo la sua elezione.
Nella riunione di Nizza è arrivato Jean-François Copé, l'attuale segretario dell'Ump, mentre non si è visto François Fillon, l'ex primo ministro con cui Sarkozy ha governato la Francia. Copé e Fillon sono rivali nella corsa alla guida del partito. Il fantasma del caro leader in vacanza plana sulla battaglia. I suoi consiglieri assicurano che starà fuori dalla mischia, che non farà nessun endorsement.
Se una scadenza ci dev'essere è quella, ancora lontana, del 2017: le prossime elezioni presidenziali. Intanto, dopo l'estate, Sarkozy dovrebbe incominciare un giro di conferenze all'estero, in attesa di qualche incarico internazionale, magari nell'Unione europea. à ancora presto per saperlo. «Sarkozy c'est fini», cantavano il militanti socialisti il 6 maggio. Non è più così certo.






