renzi economist referendum

“ITALIANI VOTATE NO” - ECCO LA TRADUZIONE DELL’ECONOMIST - BOTTE DA ORBI NON SOLO PER RENZI ANCHE PER GRILLO - MATTEO SI E’ BALOCCATO SULLE RIFORME SENZA PENSARE AI PROBLEMI VERI - IL DUCETTO NON CI STA: IL GOVERNO TECNICO HA AUMENTATO LE TASSE - “SE VINCE IL NO, AL TAVOLO BERLUSCONI CI TROVA GRILLO E D’ALEMA”

Da Andrea Succi per l’”infiltrato.it

 

Ieri l’Economist, il giornale dei Poteri Forti europei, ha affondato il colpo sia contro Matteo Renzi che contro Beppe Grillo, chiedendo un Governo Tecnico. Ecco la verità dietro l’editoriale più chiacchierato degli ultimi giorni.

renzi ducerenzi duce

 

L’Economist, il giornale che più di tutti in Europa riporta la voce dei cosiddetti Poteri Forti, ieri ha proposto un editoriale sulla nostra situazione. Tutti i giornali italiani si sono affrettati a parlare di attacco a Renzi, quando in realtà le sfumature e i significati sono molto più complessi.

 

Quello che non è chiaro, soprattutto in Italia, è che nell’editoriale c’è sì una reprimenda a Renzi ma anche un durissimo attacco a Beppe Grillo e una richiesta di Governo Tecnico, in stile Monti, qualora vincesse il no.

 

Ecco la traduzione integrale in italiano, realizzata da Infiltrato.it , dell’editoriale firmato Economist.

 

1. PERCHÉ L’ITALIA DOVREBBE VOTARE NO AL REFERENDUM

 

L’Italia ha rappresentato la più grande minaccia alla sopravvivenza dell’Euro e dell’Unione Europea. Il suo Pil pro-capite è bloccato ai livelli di fine anni ’90. Il suo mercato del lavoro è sclerotico (per sclerotico s’intende rigido, poco flessibile, risulta difficile assumere e licenziare, ndr). Le sue banche sono piene di crediti deteriorati. Lo Stato è gravato dal secondo debito pubblico più alto dell’Eurozona, al 133% del Pil.

renzi monti renzi monti

 

Se l’Italia virasse verso il default, sarebbe troppo grande da salvare. Matteo Renzi, il giovane primo ministro, pensa che il problema principale dell’Italia sia la paralisi istituzionale e ha indetto un referendum per il 4 dicembre sulle modifiche costituzionali, che diminuirebbe i poteri delle regioni e renderebbe il Senato subordinato alla Camera.

 

Tutto questo, insieme ad una nuova legge elettorale che garantisca al partito vincente la maggioranza, gli darebbe il potere di far passare le riforme di cui l’Italia ha disperatamente bisogno, o almeno così lui sostiene.

 

BREXITBREXIT

Se il referendum fallisce, Mr. Renzi ha promesso le dimissioni. Gli investitori, e tanti governi europei, temono che una vittoria del No trasformerà l’Italia nel terzo effetto domino che sta rovesciano l’attuale ordine internazionale, dopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump.

 

Ma questo giornale crede che gli italiani debbano votare No. La modifica costituzionale proposta da Mr. Renzi non affronta il problema principale, che è la riluttanza dell’Italia a fare le riforme. E tutti i benefici secondari sono sbilanciati dagli svantaggi – su tutti il rischio che, cercando di fermare l’instabilità che ha dato all’Italia 65 governi dal 1945, si venga a creare la figura di un uomo solo al comando.

 

Berlusconi Mussolini Nonleggerlo Berlusconi Mussolini Nonleggerlo

Questo è il paese che ha già prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è preoccupatamente vulnerabile al populismo. Certo, il peculiare sistema italiano di bicameralismo perfetto, in cui entrambi i rami del Parlamento hanno gli stessi identici poteri, è una ricetta perfetta per lo stallo istituzionale. Le leggi possono rimbalzare avanti e indietro per decenni.

 

La riforma eliminerebbe il Senato, riducendolo a un ruolo consiliare su molte leggi, come avviene in Germania, Spagna e Gran Bretagna. Di per sé, tutto questo suona ragionevole. Tuttavia, i dettagli della riforma disegnata da Renzi vanno contro i principi democratici.

 

Per iniziare, il Senato non sarebbe eletto. Invece, tanti dei suoi membri verrebbero presi dai consigli regionali e dai comuni. Le regioni e le municipalità sono le più corrotte forme di governo e i senatori godrebbero anche dell’immunità parlamentare. Questo potrebbe rendere il Senato una calamita per tutti i politici più squallidi d’Italia.

 

ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM

Allo stesso tempo, Mr. Renzi ha approvato una legge elettorale per la Camera dei Deputati che dà un immenso potere a qualunque partito ne ottenga la maggioranza. Utilizzando vari espedienti elettorali, questa legge garantisce che il principale partito governi con il 54% dei seggi. E dunque il prossimo primo ministro avrebbe un mandato pressoché garantito per i successivi cinque anni.

 

Il che potrebbe avere senso, eccetto il fatto che facilitare l’approvazione delle leggi non è il problema principale dell’Italia. Misure importanti, come la riforma elettorale per esempio, possono essere votate oggi stesso. Infatti, la percentuale di leggi approvate in Italia è nella media rispetto a quella di altri paesi europei.

 

GRILLOGRILLO

Se il potere esecutivo fosse la risposta a tutti i problemi, la Francia starebbe prosperando: ha un potente sistema presidenziale, tuttavia, come l’Italia, è perennemente restia alle riforme. Il rischio dello schema proposto da Mr. Renzi è che il principale beneficiario risulterà Beppe Grillo, ex comico e leader del Movimento 5 Stelle, una coalizione scombinata che chiede un referendum per uscire dall’euro.

 

Nei sondaggi è a soli due punti dal Pd e recentemente ha vinto a Roma e Torino. Lo spettro di Mr. Grillo come primo ministro, eletto da una minoranza e cementato in ufficio dalle riforme di Mr. Renzi, è una cosa che molti italiani – e gran parte dell’Europa – troverebbero preoccupante.

 

Uno svantaggio di una vittoria del No sarebbe quello di rafforzare la convinzione che l’Italia non abbia mai la capacità di affrontare i suoi molteplici e paralizzanti problemi. Ma è stato Mr. Renzi a determinare la crisi giocandosi il futuro del suo governo nel test sbagliato.

RENZI PADOAN ORECCHIERENZI PADOAN ORECCHIE

 

Gli italiani non dovrebbero essere ricattati. Mr. Renzi avrebbe fatto meglio ad occuparsi di riforme più strutturali, su qualsiasi cosa, da quelle sulla giustizia al modernizzare un sistema scolastico antiquato. Mr. Renzi ha già perso quasi due anni in rattoppi costituzionali. Prima l’Italia si occuperà di riforme reali, meglio sarà per l’Europa.

 

BASI DEBOLI

 

Quale sarebbe, quindi, il disastroso rischio se il referendum fallisse? Le dimissioni di Mr. Renzi non sarebbero la catastrofe che molti in Europa temono. L’Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnico ad interim, com’è accaduto più volte in passato. Se, invece, una sconfitta nel referendum portasse davvero al collasso dell’euro, allora vorrebbe dire che la moneta unica era così fragile che la sua disfatta sarebbe stata solo questione di tempo.

 

 

2. RENZI: “NO AL GOVERNO TECNICO, HA ALZATO LE TASSE”

 

Dall'Huffington Post 

 

MARIO MONTI AL MEETING DI RIMINIMARIO MONTI AL MEETING DI RIMINI

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiude la porta all'ipotesi di un tavolo con Silvio Berlusconi in caso di vittoria del No al referendum, dice no a un governo tecnico e promette la riduzione dell'Irpef.

 

Intervenendo a un videoforum della Stampa, il premier ha detto: "Berlusconi va a giorni alterni, ora dice che vuole il tavolo con me il giorno dopo la vittoria del No. Ma al tavolo ci trova Grillo e D'Alema, non me". Renzi ha sottolineato che nel fronte del No ci sono "cinque ex premier che per anni ci hanno detto riforme e non le hanno fatto, poi se gli italiani vogliono affidarsi a loro, prego si accomodino".

Mario Monti Elsa Fornero Mario Monti Elsa Fornero

 

Renzi ha bocciato l'ipotesi di un governo tecnico avanzata dall'Economist. "Leggo che l'Economist parla di un governo tecnico, tecnocratico. Magari per l'Italia è meglio. Io l'ultimo governo tecnocratico che mi ricordo ha alzato le tasse e portato a -2,3% il Pil, era il governo di Mario Monti, ha sottolineato il premier.

 

Il presidente del Consiglio è ritornato sul Sì al referendum. "Il giorno dopo il referendum, se vince il Sì dobbiamo aprire una nuova, nuova, nuova stagione di cambiamento in Europa. Se vinciamo il referendum possiamo dare le carte in Europa", ha spiegato.

 

DALEMA BERLUSCONI BY BENNYDALEMA BERLUSCONI BY BENNY

Al tema del referendum, Renzi ha legato quello di un intervento sul fisco. "Ci sono due settori su cui intervenire. Da una parte l'Iva e dall'altra l'Irpef. Noi il prossimo anno dobbiamo ridurre la pressione fiscale in uno dei due settori", ha sottolineato il premier, spiegando che lui preferirebbe intervenire sull'Irpef "che significa dare più soldi in tasca alle famiglie". "Per ridurre le tasse c'è bisogno di un governo che abbia la sua forza, non che stia lì a vivacchiare", ha sottolineato.

 

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...