TRUMP FA IL MARTIRE PER SOFFOCARE IL PARTITO REPUBBLICANO: L’USCITA CON CUI HA INCITATO IL SUO POPOLO A PROTESTARE CONTRO IL PRESUNTO ARRESTO DI MARTEDÌ, INVOCANDO DI FATTO UNA NUOVA CAPITOL HILL, È UN MODO PER METTERE ALL’ANGOLO IL PARTITO. I LEADER DELLA DESTRA, SOPRATTUTO DESANTIS, NON POSSONO NON MOSTRARE SOLIDARIETÀ, PENA LA PERDITA DELL’ELETTORATO TRUMPIANO – BIDEN GODE: COME ALLE MIDTERM DELL’ANNO SCORSO, SA CHE SE IL TYCOON ALZA I TONI, PUÒ SPERARE DI FARCELA…
1. TRUMP INCITA ALL’INSURREZIONE «MI ARRESTANO. PROTESTATE»
Estratto dell’articolo di Valeria Robecco per “il Giornale”
IL POST DI TRUMP SUL FUTURO ARRESTO - TRUTH
A poco più di due anni dall’invasione di Capitol Hill, l’America rischia di vivere l’incubo di un nuovo 6 gennaio. È ancora Donald Trump […] a chiamare a raccolta il popolo Maga dopo aver dato un annuncio shock sul suo social Truth.
«Fughe di notizie illegali dal corrotto e altamente politicizzato ufficio del procuratore di Manhattan indicano che il principale candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana. Protestate, riprendetevi il nostro Paese», tuona The Donald, che potrebbe essere incriminato per il presunto pagamento di 130mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels per comprarne il silenzio su una loro relazione del passato.
Trump definisce il procuratore di Manhattan Alvin Bragg come «un democratico radicale finanziato da Soros», e descrive il sogno americano come «morto»: «Gli anarchici della sinistra radicale hanno rubato le elezioni e il cuore del nostro Paese».
Secondo i media Usa in caso di incriminazione - che confermano potrebbe avvenire la prossima settimana - a Trump saranno prese le impronte digitali, ma sulla possibilità di ammanettarlo sarà il Secret Service a decidere.
[…] Qualsiasi atto d’accusa nei confronti dell’ex presidente, candidato alla rielezione nel 2024, segnerebbe un primato storico, ma il suo possibile arresto rischia di abbattersi come un ciclone sulla campagna elettorale. Trump ha detto senza esitazione nei giorni scorsi che la sua corsa alla Casa Bianca continuerà anche se dovesse essere incriminato, ma gli occhi sono puntati anche su Ron DeSantis, governatore della Florida e possibile candidato alle primarie repubblicane: sarebbe lui a dover «firmare l’estradizione» del rivale dalla Florida, dove risiede, per New York, come ha spiegato il procuratore generale di Palm Beach David Aronberg.
[…] L’ufficio del procuratore di New York indaga da tempo sui presunti fondi illegali di The Donald a Stormy Daniels. Ad accusarlo di essere stato al corrente del versamento è Michael Cohen, il suo ex fixer, che avrebbe materialmente pagato all’ex pornostar i 130.000 dollari per il silenzio sulla sua relazione con Trump, il quale lo avrebbe poi rimborsato mentre era alla Casa Bianca. […]
2. COSÌ IL MAGNATE È PRONTO A FARE DEL «MARTIRIO» IL TEMA CENTRALE DELLA CAMPAGNA
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
ron desantis con donald trump 2
Elon Musk, che sa di tecnologia, un po’ meno di politica, dice che, se verrà incriminato, Trump vincerà a valanga le elezioni presidenziali del 2024. Non è così, anzi forse le perderà, ma non c’è dubbio che un evento senza precedenti nella storia americana come questo (un ex presidente costretto a rispondere di reati penali) diventerebbe l’elemento centrale della sua campagna elettorale. Da usare, prima ancora che contro Biden, contro gli altri candidati del fronte conservatore che vorrebbero contendergli la nomination repubblicana.
[…] Davanti a un simile scenario quale esponente politico della destra potrà astenersi dal dare la sua solidarietà all’ex presidente senza rischiare di trovarsi assediato da contestatori? Già ora il governatore della Florida, Ron DeSantis, l’unico che, stando ai sondaggi, può contendere a Trump la leadership dei repubblicani, è sottoposto a pressioni enormi: dagli attacchi personali dello stesso ex presidente, alle insinuazioni formulate dai suoi alleati politici, ai tentativi di deferimento davanti al tribunale etico della Florida e all’offensiva lanciata via web da decine, forse centinaia di migliaia di bot: accuse e critiche a valanga contro DeSantis che vengono da account che hanno un nome e un volto, ma in realtà sono falsi: generati da una macchina.
[…] Difficile una vasta rivolta. Questo sembra anche lo scenario più gradito dai democratici, convinti che un Trump sempre più radicalizzato, se galvanizza l’esercito dei suoi fan, spaventa gli elettori della destra moderata spingendoli a scegliere Biden (o chi per lui) come il male minore.
Ancor più se, rispondendo agli appelli alla rivolta di Trump, rivedremo negli Usa disordini e scenari simili a quelli dell’assalto al Congresso di due anni fa. Che questa possa essere la logica della sinistra sembra confermato anche dal fatto che nelle primarie repubblicane che hanno preceduto il voto di midterm dello scorso novembre i democratici hanno segretamente tifato (e a volte votato) per i candidati trumpiani più estremi, considerati più facili da battere, poi, nel voto per il rinnovo del Congresso.
DONALD TRUMP - COMIZIO CAPITOL HILL
Come è di fatto avvenuto, nella maggioranza dei casi. Scenario, comunque, molto rischioso per i democratici, con Trump che denuncerà un complotto politico-giudiziario contro di lui presentato come un attentato alle libertà politiche di tutti gli americani. Potrà, così, condurre la campagna che predilige: puro pugilato, zero programmi. Scenario pericoloso anche per tutti gli Stati Uniti (e i loro alleati): il Paese-guida che rischia di apparire senza timone (o con un timoniere debole) in una fase storia cruciale come quella che stiamo vivendo.
anthony fauci donald trump assalto a capitol hill 2assalto a capitol hillassalto a capitol hill e i simpsonassalto a capitol hill 1DONALD TRUMP