NO TRUMP - L' EX CANDIDATO DEL GOP ROMNEY RIUNISCE A PORTE CHIUSE I REPUBBLICANI MODERATI CHE NON NE VOGLIONO SAPERE DEL TYCOON: “È COME HITLER E MUSSOLINI” - LA REPLICA DI “THE DONALD”: "ROMNEY HA AVUTO LA SUA OCCASIONE MA HA RANTOLATO COME UN CANE. MI DEFINISCE UN RAZZISTA, MA QUI IO SONO IL MENO RAZZISTA DI TUTTI”
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Donald Trump? «È come Hitler e Benito Mussolini». Talvolta anche gli iper moderati usano parole pesanti. Meg Whitman è una manager di sistema: ricopre la carica di direttore esecutivo in un grande gruppo come Hewlett Packard Enterprise. È molto attiva in politica: si potrebbe definire una «centrista» del partito repubblicano. Nel 2010 si candidò, senza successo, alla carica di governatore della California.
Venerdì scorso ha partecipato all' incontro annuale di Park City, nello Utah, tra leader politici, imprenditori, finanzieri promosso da Mitt Romney, candidato presidenziale sconfitto nel 2012. Quest' anno il simposio si è trasformato in una specie di raduno carbonaro del fronte anti Trump.
Conversazioni a porte chiuse, così i partecipanti possono parlare liberamente. Una convinzione un po' ingenua, perché, alla fine, c' è sempre qualcuno che va a raccontare tutto ai giornali. Questa volta le indiscrezioni sono state raccolte dal Washington Post .
L' ospite di eccezione, lo speaker della Camera dei rappresentanti, Paul Ryan, è rapidamente diventato il bersaglio della frustrazione diffusa tra i repubblicani ortodossi. La più dura è stata proprio Meg Whitman. Ha chiesto ruvidamente a Ryan per quale motivo avesse assicurato l' appoggio a «qualcuno che ha basato la sua campagna sugli attacchi personali e sulla divisione».
Poi la manager ha sostenuto che Trump è «l' ultimo della lunga serie storica di demagoghi», e lo ha accostato, «esplicitamente» riferisce il quotidiano americano, ad Adolf Hitler e a Benito Mussolini. Nel marzo scorso, in un' intervista alla Cnbc , Whitman aveva definito Trump «semplicemente ripugnante».
La risposta del tycoon miliardario è arrivata, come sempre, a stretto giro di Twitter: «Non ho mai incontrato Meg Whitman, ma so che non sta facendo un buon lavoro alla Hewlett Packard. Inoltre ho imparato molte cose da lei, dopo aver visto la sua disastrosa campagna elettorale in California, dove ha sprecato decine di milioni di dollari. Non mi interessa il suo appoggio».
Romney è tornato ad attaccare Trump, come già aveva fatto a fine febbraio, prima del Super martedì dell' 1 marzo che segnò il decollo definitivo dell' outsider newyorkese. In quell' occasione l' ex governatore del Massachusetts aveva lanciato un appello televisivo, in nome della razionalità e dei valori dei «veri» repubblicani.
A Park City, dicono, si è invece abbandonato all' emotività: «Mi si spezza il cuore a vedere come è ridotto il partito repubblicano», ha cominciato contenendo a stento le lacrime. Dopodiché Romney se l' è presa con Ted Cruz e John Kasich, sostenendo che sono stati troppo accomodanti con Trump: un atteggiamento che ha favorito la corsa del contendente più inadeguato e più scorretto.
Facile e puntuale, come la risposta di un giocatore che ha in mano tutte le carte migliori, la replica di «The Donald»: «Il Signor Romney ha avuto la sua occasione per battere un presidente che aveva fallito, ma ha rantolato come un cane. Adesso mi definisce un razzista, ma qui io sono il meno razzista di tutti».
Neanche questo raduno dei «no Trump» avrebbe prodotto risultati concreti. La platea ha applaudito a lungo chi ha sostenuto che Romney sarebbe dovuto essere il presidente in carica, ed è esplosa in un' ovazione quando è stato chiesto a Ryan di candidarsi nel 2020. Il problema, però, non è più il 2012 e non è ancora il 2020.
Qui ci sarebbe da decidere che fare nel 2016. A poco più di un mese della Convention di Cleveland (18-21 luglio) non è emersa alcuna alternativa al costruttore di Manhattan.
Romney e il suo circolo arretrano ancora. Anziché offrire una prospettiva politica, non sembrano in grado di andare oltre l' obiezione di coscienza: non presentarsi a Cleveland, non votare Trump a novembre.