trump bezos

TRUMP MOSTRA IL PACCO AL “NEMICO” BEZOS: “AMAZON PAGHI DI PIÙ PER LA SPEDIZIONE DEI SUOI PRODOTTI” - IL PRESIDENTE PROVA A DIFENDERE LE POSTE STATUNITENSI PENALIZZATE DALLA CONCORRENZA DEL COLOSSO DELL’E-COMMERCE MA IL VERO OBIETTIVO E’ COLPIRE BEZOS, EDITORE NON ALLINEATO DEL “WASHINGTON POST”

Stefano Semprini per “la Stampa”

 

trump

Non è escluso che Donald Trump inauguri il nuovo anno con uno degli slogan che hanno fatto vincente la sua campagna elettorale: «Make Usps Great Again». Dove Usps è l'acronimo di United States Postal Service, l'agenzia federale delle poste americane che versa in gravi difficoltà per i problemi di bilancio causati dall' avvento della posta elettronica e di Internet. Ecco allora che il presidente americano ha deciso di cavalcare la causa della posta tradizionale con l' obiettivo di assestare una stoccata a colui che considera un temibile rivale, ovvero Jeff Bezos e la sua Amazon.

 

E, come di consueto, lo ha fatto con un «cinguettio»: su Twitter ha auspicato che al gigante del commercio elettronico siano applicate tariffe di spedizioni ben più elevate di quelle attuali.

amazon jeff bezos

 

«Amazon diventa sempre più ricca e le Poste Usa sempre più povere!», lamenta l'inquilino della Casa Bianca, che già in passato ha attaccato frontalmente il gruppo di Seattle, accusandolo in particolare di non pagare le tasse sul web, tema questo all' ordine del giorno anche in Europa per quanto riguarda i giganti Internet. Ed ecco la proposta: «Dovremmo caricare di più su Amazon!».

donald e melania trump

 

L'argomentazione è la seguente: mentre il servizio di posta perde miliardi di dollari l' anno, le tariffe applicate su Amazon (ma anche su altre realtà del commercio online come eBay o Alibaba) sono sconsideratamente basse. Una beffa secondo Trump che con Bezos, l'uomo più ricco del mondo con un patrimonio da 99 miliardi di dollari, ha il dente avvelenato. Eh sì, perché Bezos riveste una duplice veste che all'ex Tycoon proprio non piace. La prima è di essere icona di quella Silicon Valley che, da Facebook a Google, rappresenta uno dei poteri forti più lontani culturalmente e in tema di valori dal 45° presidente americano.

 

JEFF BEZOS POMPATISSIMO

La seconda è quella di editore del Washington Post, una delle cannoniere mediatiche americane più critiche dell' attuale amministrazione, accusato diverse volte dalla Casa Bianca, come la Cnn o il New York Times, di essere portatore sano di «fake news». Insomma un contropotere vero e proprio a quello istituzionale della Casa Bianca, considerato un pericolo da Trump e da un certo ambiente conservatore.

 

Solo qualche giorno fa Politico aveva raccontato di come il confronto, o meglio lo scontro, con i giganti tecnologici della West Coast fosse l' ultima grande frontiera della resistenza conservatrice. A partire da Steve Bannon, l' ex stratega della Casa Bianca artefice della vittoria elettorale di Trump che aveva dedicato uno dei suoi comizi al pericolo rappresentato dai «lords of technology», i signori della tecnologia.

E lo stesso Donald Trump Jr.

 

Amazon

aveva definito Twitter con toni denigratori. Secondo Politico «le truppe anti-tecnologia starebbero serrando le file attorno alla destra, dipingendo l' industria del web come un inaffidabile monolite che tesse le fila del pensiero unico americano». E il cinguettio di Trump ha anche un effetto Borsa, con il titolo di Amazon che scivola quasi dell' 1% a Wall Street nell' ultima giornata di contrattazioni dell' anno. Da Bezos per ora nessuna risposta ma c' è da scommettere che il duello tra i due miliardari continuerà nel 2018, sullo sfondo di una nuova battaglia tra due facce dell' America mai come oggi agli antipodi.

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...