ALTRE ROGNE PER LA VISPA THERESA - ANCHE TRUMP PRENDE LE DISTANZA DALLA MAY FACENDO SAPERE CHE LA SUA VISITA A LONDRA, PREVISTA PER L’AUTUNNO, E’ RINVIATA FINCHE’ NON SI PLACHERANNO LE PROTESTE CONTRO DI LUI - MA SUONA COME UN PRETESTO: DOPO IL RISULTATO ELETTORALE, ''THE DONALD'' NON SI FIDA DELLA “COZZA DI FERRO”
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
theresa may donald trump angela merkel
Dopo averla presa teneramente per mano alla Casa Bianca, adesso anche Donald Trump prende le distanze da Theresa May. Secondo indiscrezioni circolate a Londra, il presidente americano avrebbe fatto sapere che la sua visita in Gran Bretagna, prevista per l' autunno, «è rinviata» finché non si placheranno le proteste contro di lui: alle quali si è unito di recente il sindaco della capitale Sadiq Khan, chiedendo che l' invito a Trump sia cancellato.
Probabilmente però c' entra pure il risultato delle elezioni britanniche: al momento è difficile sapere se sarebbe la leader conservatrice ad accoglierlo a Downing Street. I portavoce smentiscono che la visita sia rimandata. Ma che il posto della premier sia pericolante lo dicono tutti.
trump prende la mano a theresa may
«Theresa May è un cadavere ambulante», sentenzia l' ex ministro del Tesoro George Osborne, suo nemico giurato da quando lo ha estromesso dal governo subentrando a David Cameron un anno fa. «La sola cosa da capire», afferma Osborne, ora direttore del quotidiano della sera londinese Evening Standard, «è quanto tempo resterà nel corridoio della morte».
Forse pochissimo. Oggi si riunisce il nuovo parlamento uscito dal voto di giovedì scorso ed è previsto il primo incontro fra May e i deputati dei Tories: il Telegraph scrive che potrebbero costringerla a dimettersi immediatamente. Per il risultato deludente delle elezioni e per il controverso accordo di maggioranza con il Dup, che peraltro già traballa, fra proteste di esponenti conservatori per le posizioni degli unionisti nord-irlandesi sui diritti dei gay e il monito di Enda Kenny, primo ministro della repubblica d' Irlanda, secondo cui l' alleanza «mette in pericolo gli accordi di pace» fra cattolici e protestanti nella regione.
Uno scenario è che Theresa May venga sfiduciata dai propri parlamentari, mettendo in moto le primarie per la successione: cinque membri del governo, rivela il Sunday Times, hanno già chiesto di candidarsi al ministro degli Esteri Boris Johnson, che pubblicamente nega ma starebbe solo valutando il momento più opportuno. Un secondo scenario lo annuncia Jeremy Corbyn: «Posso ancora diventare primo ministro», dice il leader laburista alla Bbc, «May è andata dalla regina a dire che è in grado di formare un governo ma non è chiaro se abbia i numeri per farlo».
Lunedì prossimo, in occasione del Queen' s Speech, l' annuale "discorso della regina" in cui la sovrana legge in parlamento il programma del governo, Corbyn presenterà un programma alternativo e pensa di ottenere più voti della premier, contando su franchi tiratori fra i Tories.
Un terzo scenario sono nuove elezioni «fra qualche mese o all' inizio del 2018», indica sempre Corbyn, «che il Labour è convinto di vincere». Un sondaggio pubblicato ieri gli assegna 6 punti di vantaggio. Ma il tempo stringe: lunedì prossimo cominciano anche i negoziati sulla Brexit. Non si sa con quale strategia li condurrà Theresa May, ammesso che ne abbia una e che fra sette giorni sia ancora premier. «Impedirò una hard Brexit», avverte da parte sua Ruth Davidson, leader dei conservatori scozzesi, europeista, lesbica dichiarata, artefice del declino degli indipendentisti a Edimburgo, donna del giorno e anche lei potenziale aspirante a Downing Street.