1. UCCI UCCI SENTO ODOR DI MATTEUCCI: RISCOSSIONI DI TRIBUTI E DONAZIONI AI POLITICI 2. IL PRESIDENTE RENZIANO DELL’ANCI DELRIO SCEGLIE PER LA RISCOSSIONE DEI TRIBUTI L’IMPRENDITORE NAPOLETANO E FINANZIATORE DEL SINDACO ROTTAMATORE ALFREDO ROMEO 3. UN TIPINO SVEGLIO CHE, A DISPETTO DI MILLE TRAVERSIE, DEL CARCERE E DELLA FRESCA CONDANNA A TRE ANNI PER CORRUZIONE INFLITTA DALLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI LO SCORSO 13 APRILE, CONTINUA A MACINARE APPALTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Andrea Ducci per Il Mondo

A volte ritornano. E in questo caso sembra avere puntato su un cavallo vincente. L'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, a dispetto di mille traversie, del carcere e della fresca condanna a tre anni per corruzione inflitta dalla corte d'appello di Napoli lo scorso 13 aprile, continua a macinare appalti con la pubblica amministrazione.

Il colpaccio recente è quello grazie al quale si è garantito la riscossione dei tributi per conto dei comuni subentrando ad Equitalia. A scegliere nelle settimane scorse il gruppo Romeo è stata l'Anci (associazione nazionale dei comuni) presieduta da Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia noto anche per la sua vicinanza politica a Matteo Renzi.

Il prossimo 30 giugno scadrà la proroga con cui finora si è consentito a Equitalia di occuparsi della gestione e riscossione per gli enti locali, un passaggio delicato visto che in caso di falle e corse a vuoto sono a rischio gli stessi bilanci comunali.

Ecco perché nei mesi scorsi Anci ha costituito una società ad hoc battezzata Anci Riscossione in grado di coadiuvare i comuni. Mancava però un partner di natura industriale capace di fornire servizi di information technology e competenze in materia di riscossione.

Tra le ipotesi al vaglio dell'Anci e del suo ex segretario generale, Angelo Rughetti, (nel frattempo eletto a febbraio deputato Pd e oggi tra i più ascoltati parlamentari della truppa renziana) erano state ventilate quelle di Engineering e di Poste Tributi. A spuntarla però è stato il gruppo Romeo confermando che la bufera giudiziaria che alla fine del 2008 ha travolto il suo amministratore delegato insieme con mezza giunta del comune di Napoli è ormai alle spalle.

La Procura partenopea aveva individuato Romeo come un corruttore capace di manovrare attraverso prebende e utilità gli assessori più compiacenti in cambio di appalti truccati. In ballo c'era la maxi assegnazione per la manutenzione delle strade di Napoli, una torta che dopo l'intervento della magistratura non è stata assegnata a Romeo.

Uno scandalo che si è inevitabilmente propagato anche a Roma investendo soprattutto Francesco Rutelli, perché Romeo era pure tra i finanziatori della Margherita, oltre che uno dei principali fornitori del Campidoglio sin dai tempi in cui il fondatore dei Verdi Arcobaleno faceva il sindaco nella capitale.

Romeo, del resto, non ha perso l'abitudine di affiancare finanziariamente i politici. Tanto che nel lungo elenco dei sostenitori della Fondazione Big Bang di Matteo Renzi figura Isvafim, una società dell'imprenditore partenopeo, che nel 2012 ha donato al sindaco rottamatore 60 mila euro.

 

 

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