COSTA DISCORDIA! I VETI DEL GOVERNATORE TOSCANO ROSSI POTREBBERO LASCIARE IL RELITTO AL GIGLIO PER SEMPRE: SE LA CONCORDIA NON VIENE PORTATA VIA ENTRO LUGLIO, RISCHIA DI NON POTERSI PIÙ SPOSTARE

Sergio Rizzo per “Il Corriere della Sera”

 

Premessa: tutto questo non sarebbe successo se le amministrazioni coinvolte avessero fatto quanto si erano impegnate a fare. Cioè mettersi d’accordo fra di loro e con la Costa per stabilire il da farsi. Invece, come al solito, ecco le misure straordinarie, per rendere ancora più straordinarie le procedure straordinarie. Ecco un commissario, nella persone del capo della Protezione civile Gabrielli, al quale il governo di Matteo Renzi ha affidato giusto un mese fa il compito di convocare e coordinare la Conferenza dei servizi. Un compito già delicatissimo di suo. Ma in questo caso ancora di più, per ragioni facilmente comprensibili. 

 

ENRICO ROSSI ENRICO ROSSI

Il presidente della Regione Toscana, il democratico Enrico Rossi, l’ha detto chiaro e tondo. Per lui la Costa Concordia va smantellata a Piombino. Peccato che l’armatore, al quale spetta la decisione visto che tutta l’operazione è a sue spese, non sia d’accordo. Scartate altre ipotesi che pure erano state ventilate (Palermo, ma anche Civitavecchia e il porto turco di Smirne), la scelta sarebbe quella di portare la gigantesca carcassa della nave con il suo residuo carico inquinante a Genova. Dove la Saipem del gruppo Eni e le Officine meccaniche San Giorgio Del Porto hanno pronto un progetto condiviso dalla Costa che è all’esame della stessa Conferenza dei servizi. 

 

L’ostinazione di Rossi ha certo motivazioni legate alla situazione dell’area di Piombino, che versa in una profonda crisi industriale: lo smantellamento della Concordia vale un centinaio di milioni e potrebbe rappresentare una svolta decisiva. Al punto tale che la Regione sarebbe disposta ad accettare qualunque condizione posta dall’armatore, a cominciare naturalmente dalle ditte incaricate dell’operazione.

 

IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI IL PREFETTO FRANCO GABRIELLI

Anche se proprio questo sembrava uno dei punti chiave dell’autocandidatura di Piombino. Il progetto di smaltimento nella città toscana era stato infatti messo a punto, insieme alla società bergamasca Despe, dalla Ecoacciai dell’imprenditore massese Emanuele Ricciardi. Non uno qualsiasi. Politicamente schierato con il Pd e con Matteo Renzi, sostenitore del sindaco di Massa Alessandro Volpi che ha appoggiato nella campagna elettorale, è alla testa di un gruppo da 240 milioni di euro di fatturato specializzato nel recupero dei rottami industriali.

 

Soprattutto, la Ecoacciai è candidata a rilevare quello che resta delle acciaierie Lucchini di Piombino, e una commessa come lo smaltimento della Concordia sarebbe come il classico cacio sui maccheroni. Ma una settimana fa la Conferenza dei servizi non si è espressa positivamente sul progetto e la compagnia di assicurazioni ha giudicato il rischio connesso non accettabile. Tutto da rifare, quindi. 

 

FRANCO GABRIELLIFRANCO GABRIELLI

A sentire gli esperti, inoltre, l’unico vantaggio di Piombino rispetto a Genova è la maggiore vicinanza all’Isola del Giglio. Le altre condizioni tecniche a quanto pare non ci sono. Il consulente inglese della Costa ha segnalato fra l’altro le carenze infrastrutturali della costa toscana. E poi c’è il porto, non adeguato per accogliere un mostro simile, dove però sono in corso lavori di ristrutturazione. Che comunque non saranno finiti prima di settembre: quando potrebbe essere troppo tardi. 

 

La Concordia è affondata da due anni e mezzo e difficilmente le strutture potranno reggere un altro inverno. I tecnici sono d’accordo sul fatto che il relitto va portato via prima possibile. Perdere la finestra dell’estate potrebbe essere molto rischioso per le condizioni del mare. Tutti ricordano la violenta mareggiata del 5 ottobre dello scorso anno che fece inclinare pericolosamente la nave. Così il piano prevede che entro una ventina di giorni venga completato il posizionamento dei cassoni.

 

L’inizio del rigalleggiamento della Concordia è fissato per il 10 luglio: da quel momento il processo diventerà irreversibile. Perché una volta messo nelle condizioni di stare a galla il relitto dovrà essere immediatamente portato via. Il passaggio è delicatissimo anche per implicazioni non strettamente tecniche. Il turismo, per dirne una.

 

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE

La fase di rigalleggiamento durerà cinque giorni, durante i quali sarà tassativamente vietata la circolazione dei natanti, e siccome la Concordia è all’imboccatura del porto dell’Isola del Giglio, ne consegue che i traghetti non potranno attraccare: il danno per la stagione turistica sarebbe assicurato.

 

Ora si sta studiando una soluzione, come un blocco limitato alle sole fasi iniziali e finali dell’operazione oppure il trasferimento temporaneo dell’attracco a Campese, dalla parte opposta dell’isola. Ma certo pure questo è un bel problema. Che questo surreale derby fra Genova e Piombino, un classico italiano che riporta alla mente la nostra candidatura alle Olimpiadi 2020 (per fortuna tramontata) con Palermo e Venezia concorrenti di Roma, carica ancor più di significati. In un groviglio burocratico pieno di potenziali insidie. 

 

Tutto deve infatti passare non soltanto per la Conferenza dei servizi, ma anche per un Comitato consultivo e un Osservatorio di monitoraggio. Essendo la Concordia sotto sequestro, poi, c’è di mezzo anche la magistratura. E la Regione Toscana, presente in quei tre organismi di cui sopra insieme al Comune del Giglio, alla Provincia di Grosseto, ai ministeri e agli enti di protezione ambientale, è decisamente il soggetto più ingombrante.

 

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA FOTO LAPRESSE

Come dimostra il fatto che alla presidenza dell’Osservatorio, competente a dare il via libera a ogni fase, la prossima quella del rigalleggiamento, c’è una sua dirigente: Maria Sargentini. Se è dunque vero che la scelta della destinazione della nave spetta soltanto all’armatore è anche vero che le diverse parti pubbliche coinvolte hanno un potere di condizionamento non trascurabile. Fatto di cui Rossi è pienamente consapevole, a giudicare dalle sue recenti dichiarazioni.

 

Questa, per esempio: «Per la demolizione del relitto o si prende in considerazione anche Piombino o tutta la Toscana si metterà di traverso». Di traverso. Significa che la Concordia potrebbe restare lì dove si trova adesso, e la patata bollente finire in mano allo Stato? Non succederà, ne siamo convinti. Però… 

SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA SCHETTINO TORNA SULLA COSTA CONCORDIA

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)