renzi conte

NUOVO ULTIMATUM DI RENZI A CONTE - "LEI HA DETTO 11 VOLTE, NOI CONSENTIAMO AGLI ITALIANI. LEI NON CONSENTE LA LIBERTÀ. SE VA AVANTI COSÌ, ITALIA VIVA LASCIA IL GOVERNO" – MA BUONA METÀ DI IV SAREBBE RESTIA A MOLLARE LA MAGGIORANZA MENTRE E' GIA' PRONTO IL PRONTO SOCCORSO AZZURRO DI FORZA ITALIA - ‘’CONTE NON VUOLE FAR FINIRE L'EMERGENZA PERCHÉ SA CHE, UNA VOLTA FINITA, GLI FARANNO LA FESTA’’ – SE ITALIA VIVA FACESSE CADERE CONTE A GIUGNO, AVREBBE DUE STRADE DAVANTI...

RENZI CONTE

"SE VA AVANTI COSÌ, IV LASCIA". MAGGIORANZA APPESA A UN FILO

Gabriele Laganà per Il Giornale

 

Maggioranza giallorossa in bilico. Matteo Renzi ha lanciato al presidente Giuseppe Conte il suo "ultimo appello" durante l'intervento in Senato a seguito dell'informativa del premier sul coronavirus, alla ripresa dei lavori in Aula.

 

Azione clamorosa ed inaspettata che fa traballare il premier in un momento in cui sono sempre più le voci critiche nel Paese per come l’esecutivo sta gestendo la "fase 2" dell’emergenza sanitaria.

 

matteo renzi a quarta repubblica

Il leader di Iv, nell’Aula di Palazzo Madama, rivolgendosi al premier ha affermato: "Se lei ci vorrà al suo fianco noi ci saremo. Se dobbiamo essere su un crinale populista noi non saremo al suo fianco, se lei invece sceglierà la strada della politica la aspetteremo là".

 

teresa bellanova matteo renzi

Il senatore ha proseguito con il suo affondo: "Non ci stiamo dietro ai giochi che talvolta le veline di palazzo Chigi alimentano. Noi glielo diciamo in faccia: siamo ad un bivio. Lei è stato bravo a rassicurare in questi ultimi due mesi gli italiani. Il punto è che nella fase due non basta giocare sulla paura, c'è una ricostruzione devastante da fare che richiederà coraggio e visione. Si può stare ad inseguire le dirette Facebook che fanno aumentare i follower o le curve dei disoccupati". "Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri. E' un fatto costituzionale- ha aggiunto Renzi- che dobbiamo difendere insieme".

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN

 

Renzi è estremamente critico per le mosse di Conte sulla "fase 2". L’ex premier, infatti, già da giorni si era attestato su posizioni controcorrente affermando di essere favorevole alla ripartenza dell’Italia con la riapertura delle attività produttive, dei negozi e delle scuole.

 

Il tutto, ovviamente, prestando la massima attenzione Ragionamento confermato ancora oggi in Senato dove il leader di Iv ha lanciato affondi anche contro gli esperti. "Non possiamo delegare tutto alla comunità scientifica. In passato il Paese troppe volte la politica ha abdicato. Non possiamo chiedere a un virologo come combattere la disoccupazione, tocca alla politica”, ha dichiarato Renzi.

conte renzi

 

Quest’ultimo, rivolgendosi a Conte, ha sottolineato che "nessuno le ha chiesto di riaprire tutto. Chi lo dicesse andrebbe ricoverato". Inoltre, per il senatore durante l’emergenza sanitaria "ci sono delle cose che non hanno funzionato". Tra queste, Renzi cita le Rsa,il tema delle zone rosse e la mancanza di mascherine e tamponi.

 

"Di tutto questo dovremo parlare ma queste sono le cause di diffusione del virus, non un runner di troppo inseguito da un elicottero della guardia di finanza", ha spiegato ancora il leader di Iv che ha anche espresso un parere negativo su quanto contenuto nell’ultimo Dpcm, che regolerà la vita degli italiani dal 4 maggio e per le successive due settimane, in merito a congiunti e rapporti stabili.

conte protesta

 

"Non può essere un Dpcm a stabilire se l'amicizia è vera o no, se un rapporto di fidanzamento è stabile o saltuario. Perché ci si avvicina allo Stato etico e non allo stato costituzionale. E poi, presidente, sia più prudente quando parla agli italiani. Lei ha detto 11 volte, noi consentiamo agli italiani. Lei non consente la libertà", ha concluso Renzi.

 

conte autocertificazione

Il premier, preso in contropiede, prova a smorzare i toni: "Renzi chiede al governo di abbandonare il populismo e fare politica? "E' quello che stiamo facendo, non c'è alcun ultimatum", ha risposto Conte lasciando il Senato. La maggioranza quindi esiste ancora? "Sì", ha assicurato il presidente del Consiglio. La tentazione di Renzi di far cadere Conte allarma il

 

PD E SPACCA I GRUPPI DI ITALIA VIVA

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

Se la battuta che circola nel cerchio stretto di Renzi è «Conte non vuole far finire l' emergenza perché sa che una volta finita gli faranno la festa», si capisce l' allarme di quelli che invece sorreggono il premier per non farlo cadere.

 

PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Dalle parti del Pd infatti sono in molti a fare "due più due": «Perché ora che ha detto che il premier viola la Costituzione, non si capisce come Renzi possa continuare a votargli la fiducia». E quindi dopo la rasoiata del leader di Italia Viva su Repubblica, contro «una politica pavida che si nasconde dietro ai tecnici», va da sé pensare che l' ex segretario sia davvero tentato dallo strappo.

 

I Dem che intrattengono con lui costanti rapporti riferiscono dunque che Renzi avrebbe in mente «un piano win win»: se Iv facesse cadere Conte a giugno, avrebbe due strade davanti. O si formerebbe un altro governo, con pezzi di Forza Italia e la stessa maggioranza, con un altro premier. Oppure Italia Viva salterebbe il muro, uscendo dalla maggioranza: lasciando il Pd col cerino in mano a dover reggere la coda a Conte. Con i voti dei «responsabili», dei grillini e di pezzi di Forza Italia. «C' è la reale possibilità che la fiducia al governo venga meno a giugno», sostiene un dirigente di Iv.

GIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA

 

Le ministre sotto osservazione Peccato che i più sinceri dei renziani, nutrano qualche dubbio su un appoggio incondizionato delle due ministre Bonetti e Bellanova; ammettendo che questa strategia divide i gruppi di Italia Viva: alla Camera, una quindicina su trenta sarebbero disposti a seguire l' ex premier.

 

Idem al Senato, dove una buona metà del gruppo sarebbe restia a mollare il governo. A questa realtà si somma il noto grado di popolarità del premier, che sconsiglia un putch sicuramente poco apprezzato al Colle. Ma la fronda dei renziani scalpita: «Bisogna decidersi, o di qua o di là».

 

conte meme

Il Pd prova a imbrigliare Conte Questi sommovimenti però allarmano i vertici del Pd. Alle prese con i mugugni contro il premier, più aspri da domenica in qua. Per via delle gaffes sui «congiunti» e sulle chiese. E per lo strapotere del presidente del consiglio sul Parlamento cui porre un freno.

 

nicola zingaretti giuseppe conte

Insofferenze trasferite dal costituzionalista Stefano Ceccanti, in una proposta per «parlamentarizzare» i Dpcm del premier. Per vincolarli ad un vaglio preventivo delle Camere. Non a caso, Ceccanti si è sentito dire da un grillino doc come il ministro dei rapporti col Parlamento Federico D' Incà, che tale soluzione sarebbe poco consona al momento: perché se il governo dovesse prendere decisioni urgenti, non potrebbe attendere una settimana il responso delle Camere.

 

Zingaretti non parla dunque solo a Renzi quando dice che «il premier non ha violato la Carta», ma anche a tutti quei malumori esplosi nelle chat e che coinvolgono anche esponenti del suo partito. Cercando di porre un argine alle critiche di deputati e senatori che si fanno portavoce delle lamentele dei territori.

matteo renzi andrea marcucci 1

 

Varare un decreto riparatorio Nel Pd si parla di un decreto legge riparatorio per correggere gli errori del Dpcm di palazzo Chigi, un provvedimento che servirebbe pure per uniformare i salti in avanti delle regioni su seconde case e allentamenti vari. Da Vespa, il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ha accusato Conte di aver sbagliato cronoprogramma», ha invocato «coraggio e aperture differenziate per regioni di bar e ristoranti». E perfino Zingaretti si è spinto a dire che «da qui a giugno vanno verificate le curve epidemiche per intervenire quanto possibile sul calendario».

 

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)