VADE RETRO PECHINO – L’AMBASCIATORE USA IN CINA FA LE VALIGIE IN ANTICIPO: “TROPPO SMOG. CITTA’ INVIVIBILE”

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Arrivato a Pechino da appena due anni accompagnato dalla volontà di Barack Obama di trasformarlo nel messaggero di una nuova stagione di "intese globali" con la Cina, l'ambasciatore Gary Locke fa le valigie con largo anticipo, tornando nella sua Seattle inseguito da aspre polemiche e attacchi personali.

Ex governatore dello Stato di Washington ed ex ministro del Commercio, Locke è stato il primo ambasciatore americano a Pechino di origine cinese e Obama puntò su di lui dopo le dimissioni del predecessore Jon Huntsman che aveva scelto la corsa alla nomination repubblicana, andando poi incontro ad un'amara delusione.

Nel tentativo di entrare subito in sintonia con una nazione che considera anche propria, Locke debuttò andando ad acquistare il caffè in uno Starbucks, con lo zaino sullo spalle, mischiandosi ai giovani in fila davanti alla cassa. Sui social network cinesi fu un trionfo di contatti e commenti ma alle autorità di Pechino tanta popolarità immediata non piacque troppo.

E gradì ancora meno la decisione di Locke di accogliere nel Consolato di Chengdu il capo della polizia di Chongquing, minacciato di morte dal potente leader del Pc locale Bo Xilai, e quindi di dare protezione dentro l'ambasciata a Pechino al dissidente Chen Guangcheng, fatto poi partire per gli Stati Uniti al termine di un'estenuante trattativa. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso a Pechino è stata la scelta di Locke di diventare uno dei diplomatici stranieri più determinati nel denunciare l'inquinamento dell'aria.

Che i livelli di smog siano difficili da tollerare è cosa talmente nota da spingere molti diplomatici a rinunciare a farsi accompagnare a Pechino dai famigliari ma Locke è andato oltre la denuncia: ha iniziato a far pubblicare dal sito web dell'ambasciata aggiornamenti e previsioni, ora per ora, del livello di inquinamento dell'aria della capitale cinese. In inglese e cinese.

Dando vita ad una vera e propria controinformazione climatica. E le conseguenze di tali e tanti allarmi è stato lui stesso il primo ad adottarle: chiedendo a moglie e figli di tornare, un anno fa, nei dintorni di Seattle perché "per i bambini piccoli questo clima non è consigliabile".

La stampa locale, che già poco lo sopportava, ha così iniziato a criticarlo, con toni in crescendo, puntando soprattutto a metterlo in contraddizione con l'origine cinese della sua famiglia: "Come è possibile che non parla la nostra lingua?", "Perché ha scelto di lavorare per gli americani?".

Accuse e sospetti di tradimento dell'identità cinese hanno investito Locke con una tale intensità da lasciargli poche alternative. Da qui l'annuncio dell'abbandono della sede di Pechino, consegnando al presidente Barack Obama la responsabilità di designare il successore a cui toccherà dialogare con il nuovo leader, Xi Jinping.

Anche se sui social network cinesi la curiosità già si concentra sull'approccio che il nuovo ambasciatore avrà all'argomento dimostratosi più rovente nei rapporti bilaterali: l'inquinamento atmosferico sui cieli della Cina del Nord.

 

 

ary Locke durante un suo viaggio a Lhasagary locke e chen guangcheng Obama e Gary LockeCINA SOLDATI GIOCANO A BOCCE Coppie ballano nella nebbia di smog ad Harbin in Cina SMOG SOPRA LA CITTA PROIBITA DI PECHINO smog inquinamento pechinoSMOG A PECHINO

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