VECCHIO (IN)CONTINENTE - BETTIZA: PER SALVARSI L’EUROPA DEVE PUNTARE ALLA FEDERAZIONE SOSTITUENDO I DECREPITI STATI NAZIONE - LA NOSTRA DEBOLEZZA DI FRONTE A UN’ESPLOSIONE DELL’INTEGRALISMO ISLAMICO SENZA PRECEDENTI - E POI, CHE SUCCEDERÀ ALLA VECCHIA, DORMIENTE EUROPA SE OBAMA DOVESSE PERDERE LE ELEZIONI?...

Enzo Bettiza per "la Stampa"

La visita di due giorni a Bruxelles di Enzo Moavero, ministro degli Affari Europei, è stata motivata dalla necessità di preparare l'esecutivo italiano al vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà il 18 ottobre. Moavero ha tenuto a dichiarare di aver discusso a livello di Commissione e di Consiglio europeo il progetto di un'unione bancaria, sostenuto dall'Italia, aggiungendo nel linguaggio in uso negli ambienti eurocratici: «Ho sottolineato la grande importanza che il nostro governo attribuisce alla legittimità democratica del percorso in atto».

Come a dire che i colloqui, svolti all'interno di istituzioni transnazionali note per il loro «deficit di democrazia», si sono in realtà esauriti in dettagli soprattutto tecnici. Hanno girato cioè al largo delle più incandescenti questioni che agitano il mondo odierno, senza suscitare una risposta unanime da parte dell'Europa, una risposta decisa e degna, mi si perdoni la retorica, della gravità dell'ora. La questione che vorrei sollevare va al di là delle parole del ministro che, nei limiti impostigli da un dicastero considerato purtroppo «minore», ha fatto del suo meglio per rappresentare l'Italia negli incontri di Bruxelles.

La questione investe le indecisioni, le sterili rivalità, le perdite di tempo di un'Europa quasi apolitica, che bada più alle regole e ai vincoli di bilancio che al proprio rilancio politico e peso specifico sulla scena internazionale.

Eppure, potrebbe essere questo per i governi dell'Ue, in particolare per quelli irretiti nei lacci insidiosi della zona euro, il momento più opportuno per alzare lo sguardo dalle beghe intestine e volgerlo sulle tensioni che stanno esplodendo tutt'intorno. Anzi: dovrebbe essere proprio questo il momento giusto in cui renderci lucidamente conto della nostra estrema vulnerabilità al cospetto delle tensioni e violenze che percorrono «l'arco islamico» dai talebani afghani sino ai fondamentalisti salafiti della Tunisia.

Non s'era mai visto, prima, qualcosa del genere. Non s'era mai assistito ad una simile dilagante e devastante furia di jihadismo antiamericano, in senso lato antioccidentale, con morti e feriti sotto ambasciate e consolati presi d'assalto da masse infuriate a Kabul, Islamabad, Bengasi, Beirut, Cairo, Tunisi, per citare solo alcune delle capitali musulmane note o più vicine alle coste europee e italiane.

Le deludenti svolte «democratiche» delle cosiddette «primavere arabe» stanno rivelandosi nient'altro che veicoli di comodo per un'islamizzazione a tappe ora morbide ora forzate e, in definitiva, le une e le altre disordinate e distruttive. Mentre gli ajatollah iraniani aumentano il prezzo sulla vita in pericolo di Salman Rushdie, le folle integraliste tunisine gridano a ritmo di tamburo: «Obama, Obama, siamo tutti i nuovi Osama».

Grido mirato a disturbare o turbare il risultato delle elezioni presidenziali che si terranno in America fra soli 48 giorni. Fra l'altro è qui un elemento d'attesa e di notevole incertezza per l'immediato futuro che i politici europei più responsabili, a cominciare dagli italiani, rappresentanti di una Penisola immersa nel Mediterraneo in fiamme, non possono non prendere in seria considerazione.

Con Obama rieletto, l'Europa sa che potrà quasi sicuramente conservare o, se non altro, rinegoziare un suo posto di nobile secondo nell'universo atlantico; ma, con un Obama bocciato, non sa bene cosa potrà succederle: forse un ulteriore downgrading sul piano internazionale?

Frattanto, anziché pensare a tener botta all'incalzare degli eventi, una parte d'Europa e molti europei danno l'impressione di voler affogare nelle miserie di un presente senza gloria ed evadere da un futuro di imminenti e severe responsabilità. Danno la sensazione di lasciarsi vivere alla giornata in una clinica di risanamento staminale controllata, di volta in volta, da un primario tedesco, uno olandese o uno finlandese.

Il decesso rinviato della Grecia, l'emiplegia mai risolta della Spagna, il crepuscolo nebuloso che avvolge il profilo oceanico del Portogallo, le incertezze incalzanti in un'Italia spesso lodata e mai accettata alla pari dalla Germania e dalla Francia, insomma il trauma di fiducia tra Paesi austeri e punitivi del Nord e Paesi indebitati del Sud ci fanno avvertire un'atmosfera di disagio e crisi d'ordine generale.

Tanti mali, esorcizzati e cacciati una volta fuori dalla porta, sembrano rientrare oggi in casa dalla finestra. Non ci accorgiamo che stiamo ottenendo quello che dicevamo di non voler mai ottenere? L'Europa a più velocità, l'Europe à la carte, l'Europa delle sedie vuote, l'Europa a diarchia carolingia, eccetera, paiono infatti alternarsi di settimana in settimana negli uffici di Bruxelles rumorosi e rigurgitanti di parole vacue.

Quest'Europa fragile con la sua Commissione ossequiosa delle regole e dei rigori vincolanti, con il suo Parlamento privo di poteri reali, i suoi vertici ripetitivi e fulminei di cui nessuno ricorda nulla, è un'Europa incapace di fare la sola cosa che dovrebbe fare in un momento d'emergenza come questo: darsi un colpo di reni, percepirsi come un'incompiuta ancorché latente superpotenza globale, puntare decisamente alla Federazione sostituendo i decrepiti stati nazione, di vecchissimo stampo francese, con un'entità politica pari alla sua forza economica e alla sua multiforme tradizione di civiltà.

 

EURO CRAC ROTTURA EURO PUTIN BARROSO E VAN ROMPUY VAN ROMPUY OBAMA BARROSO jpegSalman Rushdiej christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA ENZO BETTIZA

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…