CI SIAMO PERSI QUALCHE LINK - MA IL GENERALE VECCHIONE CHE CHIEDE AD AISE E AISI INFORMAZIONI SULLA LINK UNIVERSITY DOPO LA VISITA DI BARR, È LO STESSO CHE ALLA LINK TENEVA UNA LECTIO MAGISTRALIS SULLA ''SICUREZZA NAZIONALE'' LO SCORSO MARZO? - ANCHE PITTELLA E FRATTINI, DUE AFICIONADOS DELL'UNIVERSITÀ DI SCOTTI, DICONO DI NON SAPERE MOLTO SU MIFSUD: ''NON SEMBRAVA UNA SPIA''. MA L'EX MINISTRO ERA A MOSCA PER FIRMARE GLI ACCORDI CON L'UNIVERSITÀ LINK, CHE VENIVA ''PRESENTATA'' PROPRIO DA MIFSUD…
1. DUE LINK CHE NON TORNANO NELLA VERSIONE DI VECCHIONE
Luciano Capone per ''Il Foglio''
L' opinione pubblica non è pienamente consapevole di ciò che è accaduto nella controindagine congiunta tra l' Amministrazione americana e i servizi segreti italiani sul Russiagate. Sembra un pasticcio, ma dal punto di vista istituzionale è qualcosa di molto più grave.
Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, che cita fonti di Palazzo Chigi, l' intelligence italiana ha svolto delle indagini sul Russiagate - l' inchiesta sulle interferenze russe nella campagna elettorale che ha visto vincere Donald Trump - per conto dell' Amministrazione americana. Ovvero, Trump ha chiesto al governo italiano di aiutarlo a ribaltare un' inchiesta fatta dalle autorità americane, in modo da avere un' arma per la prossima campagna elettorale.
E il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha autorizzato i nostri servizi, nella persona del direttore del Dis Gennaro Vecchione, a svolgere questo lavoro di controintelligence e a riferire direttamente al ministro della Giustizia William Barr venuto appositamente (due volte) in Italia per conoscerne l' esito. Già così, siamo di fronte a qualcosa di irrituale, visto che si tratta di un meccanismo che interviene direttamente nella dinamica politica interna di una nazione alleata e in uno scontro istituzionale che vede Trump accusare il deep state (la Cia e l' Fbi) di aver tramato contro di lui.
Ma non basta. Trump è convinto che al complotto abbiano partecipato anche altri servizi occidentali, e così Vecchione acconsente alle richieste di Barr e chiede formalmente all' Aise e all' Aisi, le due agenzie italiane di intelligence, di dare "ogni informazione utile sulla presenza in Italia di Joseph Mifsud, e sui suoi contatti diretti oppure mediati attraverso la Link Campus, con apparati o funzionari dei servizi segreti italiani". In pratica, il capo del Dis, su richiesta dell' Amministrazione americana, chiede ai servizi italiani di verificare se i servizi italiani hanno interferito, o partecipato a un complotto, al tempo delle elezioni presidenziali americane. Oltre a indagare sui colleghi americani, l' intelligence italiana avrebbe quindi indagato anche su se stessa pur di assecondare le richieste e le teorie dell' Amministrazione Trump.
Ma c' è dell' altro. Sempre secondo quanto riportato dal Corriere, i punti centrali dell' indagine e della discussione con Barr sarebbero stati il ruolo della Link Campus e le possibili coperture che avrebbe ottenuto Joseph Mifsud, il professore protagonista del Russigate scomparso nel nulla ormai da due anni. E' indubbio - e qui lo scriviamo da tempo - che ci sono molti aspetti da chiarire in questa vicenda, ma probabilmente i servizi avrebbero dovuto farlo da tempo e autonomamente.
Sembra paradossale che il generale Vecchione chieda, su ordine di Trump, ai nostri servizi di indagare sulla Link Campus quando solo pochi mesi fa, il 15 marzo 2019, ha tenuto una lectio magistralis sulla "sicurezza nazionale" proprio alla Link Campus. Il capo della nostra intelligence non aveva idea di cosa era successo e non sapeva dove andava a parlare? E se invece ne aveva piena contezza, perché ha chiesto all' Aise e all' Aisi di fare un approfondimento?
2. PITTELLA E IL FONDATORE DELLA LINK COLPITI DA AMNESIA SUL PROFESSORE
Daniele Capezzone per ''La Verità''
Nei romanzi umoristici del grande P.G. Wodehouse, l' imperturbabile maggiordomo Jeeves consigliava al suo giovin signore, contro i rischi di smemoratezza, abbondanti dosi di pesce, per recuperare fosforo. La Link University da una parte e l' Europarlamento dall' altro sono ben lontani dalla verde campagna inglese e dalle atmosfere rilassanti di Wodehouse: eppure il consiglio potrebbe essere ugualmente assai utile.
mifsud vincenzo scotti gennaro migliore
Al dem Gianni Pittella, per esempio, di cui il direttore di Atlantico Quotidiano Federico Punzi ha scoperto un curioso calo di memoria. Ieri, sentito dal Corriere su Joseph Mifsud, il misterioso professore maltese che gravitava intorno alla Link (poi misteriosamente sparito e variamente protetto), Pittella è sembrato prendere abbastanza precipitosamente le distanze. Ecco qua: «Conoscere Mifsud non mi pare che sia un fatto rilevante, perché conosceva migliaia di persone». E ancora: «Aveva contatti con centinaia di università e mi invitava a diversi convegni, a delle conferenze, mai più di questo».
Pittella dice di aver perso i contatti: «Per quanto ne so potrebbe essere vivo o morto, di sicuro io ne ho perso le tracce e non ne so più nulla».
Deliziose le parti dell' intervista, curata da Marco Galluzzo, in cui l' europeputato tende a presentarsi come una specie di Cappuccetto Rosso: «È una storia più grande di me, una storia maiuscola e io sono una nullità». E più avanti: «Qualche volta vado a vedere film di spionaggio con mia moglie, per il resto non ne capisco nulla e preferisco starne fuori».
Eppure, un paio di anni fa, il primo novembre del 2017, intervistato da Alberto d' Argenio per Repubblica, Pittella si esprimeva in modo piuttosto diverso, parlando di Mifsud come dell'«amico Joseph».
Pittella diceva di non riuscire a credere che potesse essere coinvolto nel Russiagate: «È nato un rapporto di amicizia tale che abbiamo partecipato a diversi eventi insieme. Ho anche conosciuto sua moglie, e lui la mia e i miei figli».
vincenzo scotti frattini mifsud
Un amicone, insomma. E un fior di interlocutore: «È una persona affabile, cordiale e intelligente, uno dei più grandi uomini di relazioni pubbliche che abbia mai conosciuto, un uomo di alto profilo».
Secondo Il Foglio, c' è un forte rischio di amnesie anche dalle parti della Link, visto che Vincenzo Scotti tende a ridimensionare il ruolo di Mifsud nel suo ateneo, dicendo di «aver fatto con lui solo dei seminari».
Luciano Capone, ieri, ha smentito questa versione, ricordando come il professore maltese sia stato «il fautore e il promotore dell' accordo tra la Link e la LomonosovMoscow State University. Secondo Il Foglio, «a firmare l' accordo con il preside Ilya Ilyin e il rettore Viktor Sadovnichy c' erano per la Link Scotti, Franco Frattini e Mifsud». E il professore maltese sarebbe stato protagonista in quegli stessi giorni di altri incontri ufficiali insieme con Scotti.
Di più: nella ricostruzione di Capone, che chiama in causa una dichiarazione dell' ex ministra della Difesa e docente alla Link Elisabetta Trenta, Mifsud avrebbe anche «progettato un master della Link in cui figuravano diversi docenti russi putiniani come Ivan Timofeev, l' uomo vicino al Cremlino messo da Mifsud in contatto con Papadopoulos».
3. "MIFSUD NON HA L' ASPETTO DA SPIA MAI VISTO ALLA LINK UNIVERSITY"
Grazia Longo per ''La Stampa''
«Mifsud una spia? Guardi, non ne ha proprio l' aspetto. È un uomo anonimo che non si fa notare». Franco Frattini l' 8 ottobre 2016 era a Mosca insieme a Joseph Mifsud, la presunta spia maltese sparita da due anni, chiave di volta del Russiagate per aver veicolato alla campagna repubblicana le e-mail hackerate sull' account di Hillary Clinton. L' occasione, come ha riportato ieri «Il Foglio», era la sigla dell' accordo tra la Link Campus e la Lomonosov Moscow State University (la più importante università statale russa).
franco frattini vincenzo scotti
Insieme a Frattini e Mifsud, entrambi docenti della Link Campus, c' era anche il suo fondatore Vincenzo Scotti. Due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi e ora presidente della Sioi, l' ente che forma i futuri diplomatici, Frattini è anche docente onorario all' Accademia diplomatica del ministero degli Esteri della Federazione Russa. «Venni invitato a Mosca proprio per questo mio doppio ruolo di docente. Ero quindi ospite gradito dei russi».
Anche Mifsud era lì per qualche connessione con i russi?
«Questo sinceramente non lo so. Non so neppure se fosse lì per conto della Link Campus. In ogni caso non si trattava di una riunione operativa, ma solo della ratifica dell' intesa che consisteva in uno scambio di studenti tra Roma e Mosca. Gli appuntamenti decisionali si erano svolti in precedenza».
Ricorda un intervento da parte di Mifsud?
«Non aprì bocca. I protagonisti, gli attori dell' incontro eravamo Scotti e io».
Lei lo ha poi incrociato successivamente?
«No, non l' ho mai più visto».
Neppure alla Link Campus?
franco frattini con joseph mifsud
«No, mai. Io mi occupo di politiche geostrategiche, lui non so proprio di cosa si occupasse».
Ma a Mosca Mifsud era stato invitato dal presidente della Link Campus Vincenzo Scotti?
«Non so chi l' avesse invitato. Quello che rammento è che Mifsud aveva interesse a creare un accordo tra la Link Campus e la London School of Economics, ma poi non se ne fece nulla. L' ipotesi di collaborazione saltò e il discorso finì lì».
Eppure la connessione tra la Link Campus e Mifsud va ben oltre una semplice collaborazione.
«Non ho idea del ruolo di Mifsud. Io alla Link non l' ho mai visto».
mifsud frattini ayadmifsud e vincenzo scotti alla london school of economics