1. MESSO NEL SACCO DA RE GIORGIO, CHE NON HA NESSUNA INTENZIONE DI SCIOGLIERE LE CAMERE NEL CASO IL PDL FACCIA CADERE IL GOVERNINO, CON LO SPAURACCHIO DI UNA MAGGIORANZA DIVERSA, CON DENTRO GRILLINI E SCISSIONISTI PDL, CHE CAMBI LA LEGGE ELETTORALE E LO DICHIARI INELEGGIBILE, LA VENDETTA DEL BANANA SI CHIAMA MARINA 2. LA CAVALIERA PER MOLTI È SEMPLICEMENTE UN “SILVIO RELOADED”, CON IN PIÙ LE TETTE (I TACCHI LI HANNO ENTRAMBI). PER ALTRI, LA GARANZIA DI UN PADRONE CERTO E PIENO DI SOLDI PER IL PROSSIMO VENTENNIO A CUI SAREBBE AFFIDATO IL COMPITO DI FARCI MORIRE BERLUSCONIANI FACENDO FUORI QUEL BERLUSCONINO IMMAGINARIO DI RENZI

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - AVVISI AI NAVIGATI
Costretto a sostenere il governo e ad aspettare con fiducia la prossima sentenza della Cassazione, in autunno. Il Cavalier Pompetta è stato messo nel sacco da Re Giorgio, che non ha nessuna intenzione di sciogliere le Camere nel caso il Pdl faccia cadere il governino delle larghe intese. Lo spauracchio di una maggioranza diversa, con dentro grillini e scissionisti Pdl, che cambi la legge elettorale e lo dichiari ineleggibile, frena la sete di vendetta del Banana.

E se poi si dovesse andare a urne anticipate c'è pure quel maledetto Renzi da affrontare: quarant'anni di meno e vento dei sondaggi in poppa. Così, ecco che Bisi Bisignani spiffera via radio, per forzare i tempi della successione, il piano "M" del Banana. "M" come Marina, la Cavaliera a cui sarebbe affidato il compito di farci morire berlusconiani entrando in politica al posto del padre. Ma andiamo con ordine

2 - LA CENA DELLE BEFFE
Dev'essere stata la fiera delle democristianerie la cena di ieri sera a Palazzo Chigi tra il capo del governo e il suo azionista di maggioranza Berlusconi Silvio. Il Corriere delle larghe intese riassume bene la giornata: "Il governo è sotto assedio. Ore di tensione Pdl-Pd dopo la condanna per Ruby, maggioranza divisa anche su fisco e F35. Ma Berlusconi vede Letta: clima cordiale, rinvio dell'Iva" (p. 1).

Secondo la Repubblica degli illuminati, Lettanipote s'è trovato di fronte "un Berlusconi in versione ultramoderata", anche perché il Banana furioso è andato a Palazzo Chigi scortato da due colombe come Angelino Jolie Alfano e lo zio Gianni. Così sarebbe stato il capo del governo a dettare condizioni: "L'ultimatum del premier al Cavaliere: ‘Sostegno pieno o mi fermo qui'. E il leader del Pdl evita la rottura: ‘Però il Pd doveva difendermi'" (p. 7).

Anche per la Stampa, il Cainano si è un po' lamentato: "Mi sarei aspettato una difesa dal governo". Quanto alla durata del governo, il quotidiano della Fiat apre vari scenari: "I falchi del Pdl vorrebbero staccare la spina a luglio, il Cavaliere preferisce a fine estate. Ma c'è l'accordo sulla tregua. Niente strappi fino a settembre" (p. 6).

Il Messaggero riporta una frase della cena poco simpatica e giustamente ci titola la prima pagina: "Berlusconi, avviso a Letta. Vertice a Palazzo Chigi. Il Cavaliere: ‘Può accadere l'imponderabile. Nessuno mi ha difeso, né tu né tu Napolitano, io che sono innocente". E anche il Giornale semina parecchi dubbi: "Nel Pdl scatta l'ora del piano B: la fine di Letta non è più un tabù. Vertice notturno tra Berlusconi e il premier, con Alfano e Gianni Letta. Il destino delle larghe intese appeso alle decisioni su tasse e lavoro: adesso basta annunci" (p. 3)

3 - CAINANI AMARI
Il terzo tempo del processo Ruby è la maxi-inchiesta sulle testimonianze farlocche che scatterà a settembre alla Procura di Milano. Non sarà facile, per la sfortunata ditta Longo-Ghedini, preparare il processo d'appello proprio mentre una trentina di testimoni della difesa dovranno sfilare davanti ai Pm con in mano, da una parte, i "regalini" di Papi Silvio, e dall'altra le testimonianze rese in aula. Il Corriere lo spiega bene: "E adesso le olgettine hanno paura. Polanco: non vorrei che colpissero noi. Conceicao: le ragazze hanno taciuto per i soldi".

"I 32 testi verranno tutti indagati, poi i pm decideranno caso per caso. L'ipotesi è falsa testimonianza: rischiano da 2 a 6 anni. Una situazione simile si verificò 15 anni fa con la segretaria del Cavaliere: dopo verdetti contrastanti venne assolta in Cassazione" (p. 8). Se non ricordiamo male, l'avvocato era Franco Coppi. E a proposito di avvocati, finalmente eccone uno che ha l'autonomia per dire quello che pensano molti penalisti: "Pecorella critica Ghedini: ‘Strategia difensiva sbagliata'. ‘La storia della nipote di Mubarak sembrava una battuta alla Totò. Un errore portare Ruby in aula'. L'ex avvocato del Cavaliere: bisognava stare lontani da testimoni che potevano far nascere sospetti di condizionamenti" (Corriere, p. 9).

E forse anche Lettaenrico doveva stare lontano da un testimone di nome Archi Bruno, al quale si dedica oggi il Cetriolo Quotidiano: "Archi, l'orecchio di B. dentro la Farnesina. Dai tempi di Frattini è l'uomo di fiducia dell'ex premier dentro il ministero degli Esteri. Ogni giorno faceva report. Interrogato, davanti alla Boccassini ricostruì, balbettando, un pranzo con Mubarak dove, afferma, si parlò anche di Ruby" (p. 3). Oggi è deputato e viceministro degli Esteri.

Per salvare la faccia, e vendicarsi un po' dei "giudici comunisti", il Banana ha ancora qualche freccia al suo arco. La prima è appoggiare i cinque referendum dei radicali sulla giustizia, con un menu appetitoso come la separazione delle carriere, la responsabilità civile dei giudici, la stretta sulla custodia cautelare e l'abolizione dell'ergastolo (non si può mai sapere).

La seconda "è giocare la carta dell'amnistia" (Repubblica, p. 10) con la speranza di passare inosservato nel mucchio dei beneficiari. Intanto il Corriere registra: "Tensioni sul decreto carceri, forma solo la Cancellieri. Sparisce la doppia firma del ministro Alfano. Resterà fuori dal decreto legge la parte su sicurezza e altri aspetti di competenza del Viminale. Nell'iter della misura qualcuno potrebbe tentare di inserire norme a favore del Cavaliere" (p. 4).

4 - LA CAVALIERA IN CAMPO
Per molti è semplicemente un "Silvio reloaded", con in più le tette (i tacchi li hanno entrambi). Per altri, la garanzia di un padrone certo e pieno di soldi per il prossimo ventennio. La presidentessa della Mondadori, la sera della sentenza di condanna, avrebbe accettato l'investitura paterna alla guida di Forza Italia 2.0 nel corso di una cena prontamente spifferata da Gigi Bisignani a "Un giorno da pecora".

Per Repubblica è un incubo: "Marina a scuola di leadership dinastica. Un'altra Berlusconi per battere Renzi. Vertice di famiglia ad Arcore. Le amazzoni: sarà lei la "Cavaliera'. Nessuna smentita da palazzo Grazioli come invece era accaduto nel recente passato. Le rivelazioni di Bisignani: sta studiando politica da Del Debbio" (p. 9).

Non ci credono invece né il Corriere, dove alla faccenda dedicano un trafiletto di trenta righe (p. 2), né la Stampa, che scrive: "Marina non vuole scendere in campo. L'obiettivo è salvare i conti del gruppo. La figlia di Berlusconi pensa a Fininvest, che chiuderà il 2012 con un rosso di oltre 200 milioni. Doris, il socio in Mediolanum, esclude effetti eclatanti della condanna: "Il Cavaliere è un uomo dalle mille risorse" (p. 9).

Peccato che invece il Giornale di casa sia assai più cauto: "Il partito reagisce all'assedio e spunta Marina come erede. L'ipotesi della nuova discesa in campo. Aumentano le indiscrezioni sul Cav pronto a lasciare la leadership alla figlia. I deputati aprono: ‘Con lei torna lo spirito del ‘94" (p. 3). Su una materia del genere, forse il quotidiano diretto da Feltrusconi potrebbe saperla più lunga degli altri.

Il Messaggero se la cava intervistando l'ex Bisi-addicted Daniela Garnero Santanchè, la quale, ovviamente, nel dubbio si porta avanti: "Puntare su Marina è una scelta ottima, se si farà, e se si farà sarò orgogliosa di stare in un partito guidato da lei semplicemente perché è una donna seria, preparata, coraggiosa" (p. 3).

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA (GRAZIE DRAGHI)
"C'è una bomba a orologeria nei conti pubblici, nel rigo dei titoli derivati". Inizia così un lungo servizio di Repubblica che, insieme al Financial Times, ha messo le mani su un documento riservato che il Tesoro fornisce periodicamente alla Corte dei Conti.

"Tesoro, perdite potenziali di almeno otto miliardi dai derivati degli anni 90. La Corte dei Conti invia la Finanza dopo il report del ministero. Quegli strumenti ebbero un ruolo nel consentire il nostro ingresso nell'euro. In aprile i giudici contabili hanno chiesto di vedere i contratti, senza ottenerli".

Il quotidiano romano dà conto del "no comment" del Tesoro, della Corte dei Conti e di quella Bce, "presieduta da Mario Draghi, che fu direttore generale del Tesoro tra il 1991 e il 2001, quando molti di quei derivati furono messi nero su bianco". Che cosa è successo? In estrema sintesi, "la crisi porta le banche a presentare il conto dei vecchi derivati al Tesoro, in forma di ristrutturazioni che fanno emergere una perdita potenziale di 8.100 milioni".

Visto che il derivato produce i suoi effetti alla scadenza, "gli 8 miliardi saranno pagati, con ogni probabilità, nei prossimi anni, in forma di più interessi e più debito, perché dai conteggi (elaborati ai valori del 20 giugno) emerge il deprezzamento dei flussi medi previsti a oggi. E alcuni di questi flussi stanno già producendo i loro danni sui conti pubblici, perché tutte le clausole peggiorative, con finestra temporale a oggi, sono già state esercitate dalle controparti bancarie" (pp. 2-3).

Non ci avete capito un tubo? Non preoccupatevi, si tratta di uno dei meglio arcani custoditi al Tesoro. Ma consolatevi sapendo che da oggi se ne occupano le Fiamme Gialle, che dipendono sempre dallo stesso ministero. Nei prossimi giorni, forse, usciranno i nomi delle banche con le quali lo Stato si è incaprettato. Poi, come sempre succede quando ci sono di mezzo i derivati, magari spunta anche il pentito.

Intanto, per gradire, "Torna la tensione sui titoli di Stato. Spread in risalita, Piazza Affari negativa mentre l'Europa recupera terreno. Oggi e domani le aste di Bot e Btp". Cannata (Tesoro) in versione pompiere: "Pesa la Fed ma i tassi restano a livelli sostenibili" (Stampa, p. 24).

6 - PER BOMBARDARE I SOLDI SI TROVANO SEMPRE
Mentre il Pd non sa ancora che pesci pigliare sulla faccenda, sui cacciabombardieri si spacca il governo. "F35, duello tra ministri del governo. Pd e Pdl divisi sulle spese per i caccia. Delrio contro Mauro. Slittato a oggi il voto alla Camera". Dice Delrio: "L'emergenza vera non è la difesa ma il lavoro dei giovani. Si può rimodulare questa spesa valutando i vari aspetti". Risposta sprezzante del ministro di Comunione e Fatturazione: "Non mi risulta che il governo abbia cambiato idea. A meno che ci sia stata una riunione a cui io non ho partecipato" (Repubblica, p. 12).

Per la Stampa, la cui linea è fieramente pro F35, "Maggioranza nel caos. Parte del Pd chiede di sospendere il programma di acquisto, il Pdl vuole andare avanti. Esecutivo in difficoltà. I pontieri: supplemento di indagine, decideranno le Camere" (p. 5). Oggi pochi ricordano che il programma di Culatello Bersani, in campagna elettorale, prevedeva di spendere quei miliardi in altro modo.

7 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Non sapendo che i politici passano e i giornalisti restano, Grillomao dedica la sua ultima crisi di nervi alle iene dattilografe, come direbbe il Mago Dalemix. Eppure, a occhio, avrebbe qualche problema più importante del quale occuparsi. I giornaloni ovviamente ci sguazzano. Repubblica: "Fuori i giornalisti dal Parlamento'. Grillo, nuovo affondo dal blog. Lite con il M5S di Roma su Marino, sconfessata la Rete" (p. 11). Corriere: "Diaria, i 5 Stelle vanno in ordine sparso. Il leader: giornalisti fuori dal Parlamento. Divisi su privacy ed entità della cifra da restituire. Tacconi: io così non ci campo" (p. 10).

8 - A VOLTE RITORNANO
"Riciclaggio dei soldi della Lega. La pista della destra eversiva. Nelle telefonate il nome del neofascista Delfo Zorzi. Dalle indagini emergono intrecci tra i fondi gestiti dall'ex tesoriere Belsito e la ‘ndrangheta" (Corriere, p. 22). Delfo Zorzi, neofascista di Ordine Nuovo migrato da anni in Giappone, è stato processato e poi assolto nei processi per le stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia.

9 - OPORTET UT SCANDALA EVENIANT
Che grande tristezza, e profondo squallore, questa storia raccontata oggi dal Corriere: "Scandalo pedofilia nella Curia romana. L'ex sacerdote Poggi fa il nome di nove prelati: ‘Vero giro di prostituzione'. I minori selezionati da un ex carabiniere, dal direttore di una piccola agenzia e da un contabile. Nel circuito di prostituzione sarebbero coinvolti monsignori e parroci della Capitale. L'ex religioso parla di incontri nelle chiese della periferia di Roma Nord per 150-500 euro" (p. 23). Lo stesso testimone ha raccontato di aver subito molestie da seminarista, a Firenze.

10 - ALI-TAGLIA VERSO EST
Salutare i francesi di Air France e guardare verso Est. Il governo detta la linea a quel che resta dei famosi Capitani coraggiosi che salvarono Alitalia per ordine di Berlusconi durante la campagna elettorale del 2008. "Svolta del governo su Alitalia. ‘Sì ad alleanze con russi o cinesi'. Lupi: dobbiamo rivedere la partnership con Air France. Ieri incontro tra azienda e sindacati sul nuovo piano industriale che sarà presentato a luglio" (Repubblica, p. 21).

11 - VIENI AVANTI CREATIVO
Con la scusa di buttarla sul socio-filosofico, il Corriere delle Sciure riesce a mettere (gratis?) in prima pagina una bella fotona dell'ultima collezione presentata da Giorgio Armani. "Inquietudine e un certo sentore di precarietà esistenziale si sono insinuati perfino nel variopinto ‘teatro' milanese della moda. Ma i marchi del made in Italy come Armani, Gucci e Prada, in questo difficile momento si stanno togliendo delle belle soddisfazioni in diversi altri mercati a cominciare da quelli asiatici". Anche certi prezzi in certe vetrine generano un sentimento di "precarietà esistenziale" in milione di italiani.

12 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Pensavate di distrarvi un po' almeno con il calcio-mercato? E invece, no. Oltre ai processi della giustizia sportiva quest'estate ci aspetta anche una nuova inchiesta sui magheggi fiscali di calciatori, procuratori e presidentissimi. "Irrompe la Finanza, trema il calcio. Nel mirino i trasferimenti di oltre 50 giocatori: tra le ipotesi l'associazione a delinquere per evadere il fisco. Inchiesta partita l'anno scorso a Napoli.

I pm vogliono una rogatoria per le carte del Psg. Quei contratti minori gonfiati per pagare in nero gli ingaggi dei campioni. Società di comodo per gestire il mercato e versare poi i ricavi su banche straniere. Il fulcro in Sudamerica. Argentina, Messico e Cile i Paesi più coinvolti. Sostituiti gli agenti che non si adeguano" (Stampa, pp. 12-13). Tra l'altro, come ricorda il Messaggero, con il doping amministrativo adesso i club rischiano penalizzazioni in punti. L'unica cosa che fa incavolare i tifosi.

 

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI Giorgio Napolitano e Enrico Letta LETTA-RENZILuigi Bisignani ruby ENRICO CON LO ZIO GIANNI LETTALETTA E ALFANO longo ghedini FRANCO COPPIGAETANO PECORELLA BRUNO ARCHISILVIO E MARINA BERLUSCONIsilvio e marina berlusconiL’arrivo a Montecitorio di Daniela SantanchèMARIO DRAGHI Graziano delrioMARIO MAURO

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