VI-ENI E VAI - LA SENTENZA DI PORTO TOLLE METTE LA PAROLE FINE ALLE AMBIZIONI DI SCARONI DI RESTARE ALL'ENI. E PER LA GUIDA DEL CANE A SEI ZAMPE AVANZANO CAO, SIMONELLI E COLAO - LA CONDANNA DI SCARONI E LE ALI DI PIOMBO DEI GIORNALI (FUORI DAL GREGGE “LA STAMPA”)

1. LA CONDANNA DI SCARONI E LE ALI DI PIOMBO DEI GIORNALI
La condanna del gran capo (in scadenza) dell'Eni per la centrale di Porto Tolle offre una rara occasione per misurare i rapporti di forza tra il Cane a sei zampe e il giornalismo a due/quattro zampe. Repubblica, in prima pagina se la cava con un sommarietto microscopico che di certo dispiacerà al Torquemada Statera. Dentro, un prudentissimo pezzo di tre colonne si spinge a ipotizzare "il rischio di ripercussioni sulla partita delle nomine" (p. 18).

Il Corriere, dopo il duro attacco di Mi-jena Gabanelli a Scaroni, poi prontamente "riparato" con un'intervista allo stesso sui massimi sistemi, non mette la notizia della condanna in prima pagina. E nel suo pezzo in stile agenzie di stampa (p. 16) si riesce addirittura a ignorare totalmente qualsiasi riferimento alla partita delle nomine.

Comica la scelta del Messaggero, che in prima pagina mette sì "La sentenza". Ma è quella dell'Aja sulla caccia alle balene in Giappone. Dentro, pezzullo liscio liscio e la sottolineatura che "il reato non causa l'ineleggibilità per i manager delle partecipate. Renzi sul caso nomine: rispetto le sentenze" (p. 12). Anche iI Sole sottolinea con evidenza che "non scatta l'esclusione" per Scaroni. In effetti la direttiva del ministero comprende persino i reati legati alla pornografia, ma non quelli ambientali (p. 8).

Il giornale più coraggioso è La Stampa di Detroit, che evidentemente tifa per una svolta più filo-Usa ai vertici di Eni. Il quotidiano diretto da Mariopio Calabresi mette Scaroni in prima pagina e tira subito le conseguenze: "Scaroni, condannato, a rischio la riconferma al vertice dell'Eni".
Il Giornale conferma che il grande protettore di Scaroni è il Banana e regola la faccenda in un imbarazzato colonnino di trenta righe a pagina 7.

2. PORTO TOLLE METTE LA PAROLE FINE ALLE AMBIZIONI DI SCARONI ALL'ENI...
Alessandro Barbera per ‘La Stampa'

A chi li cerca per chiedere udienza, o anche solo per perorare la causa di un candidato, la risposta è sempre la stessa: «Decide Matteo». Il momento si avvicina a grandi passi. Fra due settimane - il 14 aprile - scadono i termini per la presentazione delle liste dei candidati al rinnovo del consiglio di amministrazione di Eni e Finmeccanica. Per allora il puzzle delle nomine di quel che resta dello Stato nelle grandi aziende partecipate dovrà essere composto.

Le persone incaricate di studiare la soluzione del rebus sono tre fedelissimi del premier: il sottosegretario Luca Lotti, il tesoriere Pd Francesco Bonifazi, l'amico d'infanzia Marco Carrai. La sentenza di Porto Tolle sembra uno spartiacque degli equilibri perché - così dicono i ben informati del palazzo - avrebbe messo la parola fine alle ambizioni di Scaroni per restare all'Eni anche nelle vesti di presidente. L'attuale amministratore delegato - ieri a Torino per l'inaugurazione del nuovo centro per la fotografia Camera - non ha però perso le speranze: «Questa sentenza non ha nulla a che vedere con le nomine, non c'è stato alcun disastro. Questa sentenza non tocca la mia onorabilità né riguarda i criteri di ineleggibilità. Sono dispiaciuto ma fiducioso nell'appello».

Eppure le voci raccolte nelle ultime ore raccontano che la partita per la successione sarebbe ormai ristretta a due o tre nomi: fuori il fedelissimo di Scaroni Claudio Descalzi, avanzano Stefano Cao - già braccio destro di Vittorio Mincato - Lorenzo Simonelli, manager quarantenne di General Electric sponsorizzato da Paolo Fresco, o Vittorio Colao, gran capo di Vodafone. Per converso, l'assoluzione nel caso di Porto Tolle ha rilanciato le chance dell'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, anch'esso disposto a spostarsi sulla poltrona di presidente. I candidati alla successione in questo casi sono due, entrambi interni: il capo della Finanza Luigi Ferraris e quello di Enel Green Power Francesco Starace. Quest'ultimo però, ansioso di cercare sponsor presso i renziani, starebbe perdendo posizioni.

L'altra casella difficile da riempire è quella di Finmeccanica. Se l'ex capo dei Servizi Gianni De Gennaro ha ipotecato la riconferma come presidente, resta aperta la gara per la poltrona di amministratore. Alessandro Pansa vorrebbe la riconferma, ma sconta la lunga permanenza come capo della Finanza. Sgomitano per succedergli il capo di Aermacchi Giuseppe Giordo, Domenico Arcuri (Invitalia) e l'amministratore di Idea Fimit Massimo Brunelli.

A Montecitorio circola però anche il nome del parlamentare Pd Marco Causi, già assessore al Bilancio di Veltroni e unanimemente stimato per la competenza: una sorta di commissario di nomina politica per un'azienda travolta da scandali e inchieste giudiziarie. Per il trio che farà le proposte a Renzi si tratta di tenere conto di due aspetti poco convergenti: da un lato la pressione dell'opinione pubblica perché le nomine diano il segno della discontinuità, dall'altra non dare la sensazione di scegliere sulla base di criteri che con la gestione aziendale non hanno molto a che fare.

Questa è ad esempio la preoccupazione espressa per iscritto al premier da parte dei fondi di investimento stranieri che hanno investito nelle partecipate. In ogni caso in una delle caselle importanti non potrà mancare almeno il nome di una donna. Ecco perché per quella di amministratore a Poste salgono le chanche del numero uno del Gruppo Espresso Monica Mondardini: potrebbe avere la meglio sulla concorrenza di Francesco Caio.
Twitter @alexbarbera

 

 

scaroni berlusconi interna nuova berlusconi scaroni della valle scaroni e renzi spl Milena Gabanelli candidata Stelle al Colle h partb Alberto StateraMario Calabresi MATTEO RENZI CON MOGLIE E BAMBINI SULLO SFONDO LUCA LOTTI Fulvio Conti e Paolo Scaroniimage francesco bonifaziRENZI CARRAI

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!