giorgia meloni tommaso verdini matteo salvini

E VAI CON IL BIANCHETTO! - ABOLITO L'ABUSO D'UFFICIO, ORA TOCCA ALLE INTERCETTAZIONI: OGGI LA MAGGIORANZA DI DESTRA, INSIEME AI RENZIANI (ORMAI STAMPELLA DEL GOVERNO), VOTERA' LA NORMA PER LIMITARE LE INTERCETTAZIONI, IMPEDENDO AI MAGISTRATI DI TRASCRIVERE NEI VERBALI I VIRGOLETTATI SU TERZE PERSONE ESTRANEE ALL'INDAGINE - UN ASSIST INDIRETTO A SALVINI, CITATO (MA NON E' INDAGATO) NEL CASO ANAS-VERDINI - LA DUCETTA È TERRORIZZATA DALL'INCHIESTA SUI RAPPORTI DEL FIGLIO DI DENIS, TOMMASO: SE IL "CAPITONE" FOSSE COINVOLTO DIRETTAMENTE, IL GOVERNO ZOMPEREBBE...

1. DAGONOTA

giorgia meloni carlo nordio.

Che coincidenza: il governo ha dato nuovo impulso al dossier giustizia proprio dopo l’esplosione dello scandalo mazzette in Anas, che ha portato ai domiciliari Tommaso Verdini, cognato di Salvini.

 

Il timore del governo è che possano uscire intercettazioni o frasi imbarazzanti che possano coinvolgere altri membri dell’esecutivo (oltre al già citato Federico Freni, deputato della Lega e sottosegretario all'Economia).

 

E così, con un ritrovato vigore, ci si è messi a lavoro sulle norme che riguardano l'abuso d’ufficio e le intercettazioni: dopo l’ok all’abolizione del reato più odiato dai sindaci, con il voto determinante di Italia Viva, oggi si riparte  con la votazione dell’emendamento di Forza Italia che limiterà l’utilizzo e la pubblicazione delle intercettazioni.

 

Una norma che avrà un enorme impatto sull’utilizzo dei virgolettati nei giornali, e che, se fosse stata in vigore, avrebbe impedito la pubblicazione dell’intercettazione in cui veniva nominato il “cognato” di Verdini jr, Matteo Salvini, come scrive oggi il “Fatto quotidiano”.

 

IL CENONE DI SAN SILVESTRO DI SALVINI - VIGNETTA BY GIANNELLI

Perché tanta attenzione e premura sull’alleato? Giorgia Meloni, che pure vuole “spianare” i suoi vicepremier candidandosi alle Europee, teme che il caso Verdini possa allargarsi, e che il ministro dei trasporti venga coinvolto direttamente. A quel punto, la crisi di governo diventerebbe una certezza. Con tanti saluti alle smanie di gloria della Ducetta e del suo "cerchio tragico".

 

2. LA DESTRA SBIANCHETTA SALVINI: VIA I NOMI DALLE INTERCETTAZIONI

Estratto dell'articolo di Giacomo Salvini  per “il Fatto quotidiano”

 

Dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio, la limitazione del reato di traffico di influenze e della legge Severino, oggi la maggioranza di destra più i renziani voteranno una nuova norma che limiterà l’utilizzo e la pubblicazione delle intercettazioni.

 

carlo nordio - giorgia meloni - matteo piantedosi - composizione fotografica del fatto quotidiano

Al governo non basta l’emendamento Costa che impedirà ai giornalisti di pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare: la maggioranza voterà a favore di un emendamento di Forza Italia al disegno di legge Nordio che impedirà ai magistrati di trascrivere nel verbale le intercettazioni che riguardano terze persone estranee all’indagine, che quindi non potranno essere nemmeno pubblicate. A queste persone, specifica l’emendamento, sarà “garantito l’anonimato”.

 

L’emendamento è stato presentato dal capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato Pierantonio Zanettin al disegno di legge Nordio, il provvedimento che abolisce il reato di abuso d’ufficio e modifica quello di traffico di influenze. […] Oggi il codice prevede che gli inquirenti trascrivano sommariamente il contenuto degli ascolti evitando ciò che non è utile alle indagini.

 

salvini francesca verdini

Ma Zanettin inserisce un elemento in più: nei verbali e nelle annotazioni di polizia giudiziaria dovranno essere “esclusi i nominativi di persone estranee alle indagini alle quali è garantito l’anonimato”. Inoltre il pm dovrà dare indicazione e vigilare sugli inquirenti perché questo avvenga.

 

[…] ieri il governo ha dato parere favorevole anche se con riformulazione. Quindi il testo finale sarà leggermente modificato ma l’impianto […] resterà quello. Oggi la maggioranza più i renziani, che sono rappresentati da Ivan Scalfarotto in commissione Giustizia al Senato, voteranno la norma che poi dovrà passare all’aula.

 

tommaso denis verdini

Un emendamento che avrà un impatto sull’utilizzo delle intercettazioni come strumento di indagine, ma soprattutto nella pubblicazione da parte dei media. Per fare solo uno degli ultimi esempi, nell’inchiesta sugli appalti Anas che ha portato agli arresti domiciliari per Tommaso Verdini era finita anche un’intercettazione in cui veniva nominato il ministro Matteo Salvini, “cognato” di Verdini junior.

 

Nell’estate del 2022 alcuni imprenditori, dopo le prime perquisizioni, avevano rescisso i contratti con la Inver di Tommaso Verdini ma poi il tutto era ripartito. Fabio Pileri, uno dei soci di Verdini, diceva al telefono: “Guarda caso stasera è arrivato l’invito a cena... guarda caso dopo che Salvini si è insediato, eh! Che tempistiche ragazzi! Vergognoso!”. Se dovesse essere approvata la norma di Zanettin, il nome di Salvini – che non è coinvolto nell’inchiesta né tantomeno è indagato – non finirebbe nei verbali. Dovrebbe essere sbianchettato e non potrebbe finire sui giornali.

 

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

[…] Ieri intanto l’Anac ha criticato il governo per l’abolizione dell’abuso d’ufficio confermato martedì in commissione Giustizia: secondo il presidente dell’autorità anticorruzione Giuseppe Busia si produce “un vuoto normativo” che lascia “ancora più incertezza”. […]

 

3. BAVAGLIO ANCHE PER I PM NUOVO GIRO DI VITE SULLE INTERCETTAZIONI

Estratto dell’articolo di L. MI. per “la Repubblica”

 

Reati scomodi, da sopprimere, come l’abuso d’ufficio. E intercettazioni da depotenziare con ogni mezzo. Con obiettivi che vengono fuori a ogni uscita pubblica del governo, legare le mani ai giudici, imbavagliare la stampa. Il Guardasigilli Carlo Nordio è attivissimo su entrambi i fronti, e al Senato la maggioranza stavolta lo sta supportando alla grande.

 

ENRICO COSTA CARLO NORDIO

L’opposizione perde ai numeri. Ko l’altro ieri sull’abuso d’ufficio. Ben 3.632 processi con condanna definitiva diventano sabbia? È quello che vogliono i sindaci d’ogni colore.

E ieri la nuova batosta sulle intercettazioni. Quelle che coinvolgono terze persone non indagate non potranno mai essere pubblicate fino al processo, se non sono contenute negli atti dei giudici.

 

Parli a nuora perché suocera intenda, dice l’antico proverbio. E qui lo scopo è manifesto. Pm e giudici staranno ben attenti a non caricare di telefonate un provvedimento, a meno che non siano strettamente indispensabili, nell’evidente paura che possano finire sui giornali. E magari a quei magistrati si potrà chiedere conto del perché non hanno rinunciato a quei dialoghi e se erano indispensabili.

 

«Norma ambigua e pericolosa » chiosa un pm. «Fatta apposta per tappare la bocca a noi e a voi giornalisti». Dopo il bavaglio di Costa ecco la censura di Nordio.

 

FRANCESCA E TOMMASO VERDINI

[…] L’allora Guardasigilli del Pd Andrea Orlando, quando scrisse la legge sulle intercettazioni, s’inventò l’armadio blindato in cui conservare gli ascolti, e i procuratori più in vista dell’epoca furono d’accordo. Adesso con le norme Nordio quell’armadio resterà vuoto.

 

«Alla faccia del garantismo – dice il capogruppo dem in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli – questa maggioranza non solo impedisce che le prove entrino nel processo, ma pure che possano essere conosciute dall’opinione pubblica». Perché, aggiunge Walter Verini, va garantito «il bilanciamento di due principi, il diritto di evitare gogne mediatiche e di non rovinare la reputazione di presunti innocenti con quello della libertà di informazione oggi sotto attacco ». […]

giorgia meloni carlo nordio matteo piantedosi giorgia meloni con andrea giambruno, matteo salvini e francesca verdini alla cantinetta di bolgheri LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…