QUEL BACCHETTONE DI CAMERON PRETENDE DI CONTROLLARE I VIDEO PER DECIDERE QUALI SONO ADATTI AI MINORI E QUALI NO - SOTTO LA LENTE LE CLIP DI RIHANNA, MILEY CIRUS E QUELLI “CON IMMAGINI SESSUALI ESPLICITE” (CENSURATE PURE: TANTO C’E’ YOUPORN)
Alessandra Baduel per “la Repubblica”
«Certe volte i genitori devono saper dire di no». Così David Cameron ha spiegato, ieri, la nuova iniziativa decisa dal governo britannico per “essere vicini alle famiglie”: da ottobre, un progetto pilota imporrà ai video online certificati che vietano la visione ai minori, se contengono scene di violenza o sesso considerate inadatte per la loro età.
Il video di una canzone di Rihanna o Miley Cirus su YouTube «con immagini sessuali esplicite per promuovere la loro musica, potrà vedersi presto imporre il certificato dei 18 anni», scrive con approvazione il Times, sottolineando però subito dopo che se l’industria cinematografica teme il divieto ai minori dei 18 per via dell’impatto nelle sale, per quella discografica si può dire il contrario: molti potrebbero considerarlo un onore.
rihanna kate moss topless mario testino v magazine 5
In ogni caso, ora il British Board of Film Classification comincerà a catalogare i video musicali che usciranno fra ottobre e dicembre — i tre mesi del progetto pilota — come fa con i film, vietandoli sotto i 12, i 15 o appunto i 18 anni. Il punto, ha insistito Cameron è che «non possiamo considerare Internet come un luogo senza legge, dove non si applicano le regole della vita normale. Se compri un video offline c’è un limite d’età e lo stesso deve accadere in Internet».
rihanna carponi per servizio fotografico
Nelle stesse ore, dagli Stati Uniti arrivava la notizia che Google starebbe per lanciare un account dedicato ai minori di 13 anni, con contenuti dedicati e possibilità di controllo da parte dei genitori, e versioni analoghe di Gmail e YouTube.
rihanna si toglie la pelliccia di copertura
Già in giugno, poi, Facebook ha avviato le pratiche per un brevetto che potrebbe consentirgli di far aprire account a utenti dai 12 anni in giù. Dopo aver ricevuto un “no comment” da Google, la Reuters comunque ricordava quello che ogni adulto sa: bambini e adolescenti usano anche più dei genitori le piattaforme online e c’è ben poco che si possa fare per impedirlo davvero.
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