
VITTORIO GRILLI, L’UOMO CHE PUNTA DA UNA VITA A BANKITALIA - DOPO UN PASSATO TREMONTIANO, ORA CONFIDA NELLA SPONSORIZZAZIONE DEL GIGLIO MAGICO PER IL SUO IMPEGNO NELL’OPERAZIONE MONTEPASCHI/JPMORGAN - QUELLA VOLTA CHE CHIESE IL PAGAMENTO AL MINISTERO DELLE FERIE NON GODUTE - LA CASA DEI PARIOLI CON MUTUO MPS
Alberto Statera per “Affari&Finanza - la Repubblica”
Vittorio Umberto Grilli e Alessandra Ferruccio
Vittorio Grilli, quel signore molto british ex ragioniere generale dello Stato, direttore generale del Tesoro e ministro nel governo Monti, è un uomo caparbio. Pensate che a metà settembre, tra lo sconcerto generale, si presentò nel suo ex ministero, insieme all' avvocato, per rivendicare il pagamento di ferie non godute accumulate nella sua carriera di grand commis dello Stato.
Quarantamila euro in tutto, un cip insignificante per l' odierno banchiere di Jp Morgan nel ruolo di presidente di Corporate e Investment Bank per Europa, Medio Oriente e Africa della banca d' affari americana. Dove, assai ben remunerato, lavora dal 2014, per la serie dei politici o dei grand commis assunti dalle banche d' affari americane appena lasciano ruoli chiave pubblici.
Ultimo il caso di Peer Steinbruck, ex ministro delle Finanze tedesco, passato dal Bundestag al ruolo di superconsulente di Ing-Diba.
Ex fedelissimo di Giulio Tremonti, oggi Grilli, cui si è affidato il governo di Matteo Renzi, è il deus ex machina del complesso salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, sul quale Jp Morgan condusse lo stress-test e per il quale occorrono 5 miliardi di euro.
La casa di Vittorio Grilli ai Parioli
Dopo aver silurato l' amministratore delegato del Monte Fabrizio Viola e il presidente Massimo Tononi, con procedure alquanto sbrigative, Jp Morgan ha preso il comando delle operazioni sulle quali brillano commissioni per 250 milioni di euro. Il nuovo amministratore delegato Marco Morelli, ex capo in Italia di Merrill Lynch, ha fissato per venerdì prossimo un consiglio d' amministrazione di Montepaschi sull' avanzamento del piano industriale, ma i tempi dell' aumento di capitale non saranno brevi, anche in attesa dei risultati del referendum sulla riforma costituzionale.
Grilli, che ha affossato il piano alternativo dell' altro ex ministro Corrado Passera, che limitava a 2,5/3 miliardi l' aumento di capitale, è entrato alla grande nel cerchio di luce del Giglio magico renziano, portando con sé l' ambizione che nutre da anni di assurgere al ruolo di governatore della Banca d' Italia. Già in era tremontiana fu intercettato al telefono con Massimo Ponzellini, presidente della Banca Popolare di Milano finito ai domiciliari nel maggio 2012 accusato di gravi reati, per essere raccomandato.
Ignazio Visco scade da governatore nel 2017 e se Renzi sarà ancora a Palazzo Chigi di sicuro non sarà designato per un secondo mandato, visto che in questi anni i rapporti sono stati pessimi.
Certo, Grilli ha avuto qualche sgradevole inciampo: oltre al tutt' altro che dignitoso ricorso a Ponzellini e alla sua cricca, c' è la storia raccontata da Bloomberg di un appartamento acquistato ai Parioli (14 stanze, oltre 300 metri quadrati) per un milione e poco più, circa la metà del prezzo di mercato, con un mutuo del Montepaschi superiore al prezzo dichiarato.
E poi le consulenze della prima moglie con Finmeccanica e la sistemazione della seconda alla Consip. Ma chi volete che badi più a queste cose? La sfida per via Nazionale, anche se l' Istituto conta meno che in passato, sarà dura. Grilli troverà sulla sua strada Lorenzo Bini Smaghi e chissà chi altri, nella notte buia delle banche italiane.