1. VLADIMIR LUXURIA CE L’HA FATTA! ARRESTATA E RILASCIATA A SOCHI PER AVER ESPOSTO UNA BANDIERA RAINBOW E LA SCRITTA "GAY IS OK" (E TUITTA: “ALLA FACCIA DI PUTIN!”) 2. IL TRANS ERA VENUTA CON UNA TROUPE DELLE IENE PER INTERVISTARE ALCUNI ATLETI SULL’OMOFOBIA: “L’ATTEGGIAMENTO DEGLI AGENTI È STATO BRUTALE E AGGRESSIVO. NESSUNO PARLA INGLESE’’. ORA SI TROVA DA SOLA IN UNA STANZA CON LUCI AL NEON SULLA FACCIA 3. PRIMA E UNICA PROVOCAZIONE AD OLIMPIADI IN CORSO CONTRO LA LEGGE RUSSA CHE VIETA LA PROPAGANDA OMOSEX TRA MINORI. PRIMA DI LEI ERA SUCCESSO ANCHE AD UN GIOVANE RUSSO ARRESTATO IL 18 GENNAIO SCORSO PER AVER ESPOSTO UNA BANDIERA RAINBOW AL PASSAGGIO DELLA TORCIA OLIMPICA A VORONEZH, 500 KM A NORD DI SOCHI

La Stampa.it

Finisce arrestata ai Giochi di Sochi Vladimir Luxuria per una bandiera arcobaleno con scritto in cirillico «è ok essere gay», prima e unica provocazione ad Olimpiadi in corso contro la legge russa che vieta la propaganda omosessuale tra minori. Prima di lei era successo anche ad un giovane russo, Pavel Lebedev, arrestato il 18 gennaio scorso per aver esposto una bandiera rainbow al passaggio della torcia olimpica nella città di Voronezh, 500 km a nord di Sochi.

La notizia è stata resa nota da Flavio Romani, presidente dell' Arcigay-Associazione Lgbt italiana: «Ho ricevuto una sua telefonata, mi ha detto che è stata fermata dalla polizia», ha riferito, chiedendone l'immediata liberazione e definendo «infame» la legge russa.

Anche Imma Battaglia, presidente onorario Dì Gay Project, ha ricevuto una telefonata analoga da Luxuria: «l'atteggiamento degli agenti è stato brutale e aggressivo. Nessuno parla inglese. Ora si trova da sola in una stanza con luci al neon sulla faccia, presumibilmente in stato di fermo. Chiediamo un intervento immediato del ministro Bonino». E il ministro ha attivato subito l'unità di crisi: per ora, però, le autorità diplomatiche italiane dispiegate a Sochi, secondo quanto ha appreso l'ANSA, non hanno riscontro del fermo, anche se in base alla convenzione di Vienna le autorità russe hanno 24 ore di tempo per comunicare un eventuale fermo di un cittadino straniero.

Nel frattempo sono arrivate le prime reazioni: dal sen.Sergio Lo Giudice, secondo cui «l'arresto della ex parlamentare italiana mostra tutta l'ipocrisia di Putin e del suo regime» al presidente di Gaynet Italia Franco Grillini, il quale spera «che stavolta il governo italiano sia meno vile e meno corrivo col regime come con la penosa presenza del precedente Presidente del Consiglio all' apertura dei giochi''.

Enrico Letta aveva giustificato la sua presenza alla cerimonia inaugurale dei Giochi sposando le parole del segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, che aveva invitato ad «alzare la voce contro gli attacchi alle lesbiche, ai gay, ai bisessuali, ai transgender o gli intersessuali».

«Sono a Sochi! Saluti con i colori della rainbow, alla faccia di Putin!»: così Vladimir Luxuria, prima persona transgender ad essere eletta al parlamento di uno Stato europeo, aveva annunciato il suo sbarco ai Giochi di Sochi su twitter, postando anche una sua foto all'ingresso del parco olimpico con un ventaglio arcobaleno.

Era venuta con una troupe delle Iene per intervistare alcuni atleti azzurri sulla legge omofoba, a partire da Carolina Kostner. «Era a Sochi per noi da un paio di giorni - conferma all'ANSA Davide Parenti di Le Iene - e nel momento in cui è stata fermata si trovava da sola e non con i nostri Pio e Amedeo. Al momento - prosegue Parenti - ci risulta ancora in stato di fermo. Non è nell'albergo che le avevamo prenotato e speriamo in un rapido rilascio. Domani cercheremo meglio di capire come andare avanti. I due inviati si trovano invece in albergo senza nessun motivo di apprensione».

«L'obiettivo, naturalmente, è quello di protestare contro la legge omofoba di Putin, quella che vieta pretestuosamente la propaganda gay in presenza di minori», aveva spiegato Luxuria al telefono all' ANSA poche prima dell'arresto, mentre stava acquistando all'aeroporto di Sochi i biglietti per andare a vedere domani sera una partita di hockey.

Ci voleva andare «come sono vestita ora: gonna lunga con strascico, orecchini, bracciali e ventaglio, tutto con i colori rainbow». «Sono un arcobaleno vivente, sono i colori della bandiera della mia squadra», aveva spiegato usando una metafora sportiva. E aveva promesso di portare domani anche la bandiera rainbow al Bolshoi Ice Dom, dove Putin ha seguito i match della squadra russa di hockey.

«Avrei voluto sventolarla durante una gara degli azzurri, ma non ho trovato biglietti», aveva sottolineato. «La mia - aveva osservato - è una provocazione contro una legge assurda, che usa il divieto della propaganda gay ovunque ci siano minori come pretesto per non parlare dell'omosessualità, nel pregiudizio che si possa trasmettere per il solo fatto di discuterne». «E poi trovo inaccettabile l'equiparazione tra omosessualità e pedofilia, che non è un orientamento sessuale ma una aberrazione sessuale», aveva aggiunto.

Per le proteste, tuttavia, Putin ha scelto un'unica area, in un parco lontano dalla zona olimpica. Ieri Luxuria era già andata al Mayak, il più noto locale gay di Sochi: «mi conoscono anche lì, è un bel locale, si divertono». Nel 2007 invece era stata Mosca come deputata di Rifondazione Comunista per protestare contro il divieto del gay pride e, insieme all'eurodeputato radicale Marco Cappato ed altri esponenti politici europei, era stata aggredita da gruppi di nazionalisti ed ultra ortodossi.

«Finora qui non ho avuto problemi, a parte all'aeroporto, per via di quella M (maschio, ndr) sul passaporto e del mio nome, Vladimir, che qui è associato a Putin ed è come San Gennaro da noi», aveva scherzato. «Certo, non passo inosservata andando in giro qui per Sochi vestita così, temo che prima o poi mi fermino, ma sono qui per questo», aveva aggiunto, poco prima di chiudere il telefono per l'arrivo di alcuni poliziotti. Poi aveva richiamato: «tutto a posto, mi hanno solo controllato i documenti, ci vediamo domani». Ma forse la polizia ci ha ripensato.

 

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