maurizio lupi ferrovie treno treni fs meeting ciellino

VOLA COI LUPI – SPUNTA ANCHE UN BEL BIGLIETTO AEREO MILANO-BARI DA 447 EURO PER EMANUELA DALMIGLIO, MOGLIE DEL MINISTRO, CHE NON RISULTA RIMBORSATO – LE TELEFONATE DI SPOSETTI A BURCHI PER PIAZZARE GENTE

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

Assunzioni in cambio di voti alle Europee, favori e regali al figlio, ma anche alla moglie. Gli atti dell’inchiesta di Firenze che ha fatto finire in carcere l’alto funzionario delle Infrastrutture Ercole Incalza e il manager Stefano Perotti, raccontano nuovi dettagli sul ruolo del ministro Lupi. Svelando la rete di interessi che si muoveva per pilotare gli appalti e orientare le scelte sulle nomine, in particolare imponendo alle ditte Perotti come direttore dei lavori in cambio dell’assegnazione dei lavori sulle Grandi opere. 
 

MOGLIE LUPI 2MOGLIE LUPI 2

I voti del prelato
Sono proprio Perotti e «l’uomo di Lupi» Franco Cavallo — agli arresti domiciliari — ad occuparsi dell’assunzione del nipote di monsignor Francesco Gioia presso le Ferrovie del Sud Est.

 

Scrive il giudice: «Il 19 aprile, monsignor Gioia riconosce a Incalza il merito di avergli risolto con successo il problema del posto di lavoro per il nipote Gianluca, grazie al suo «intervento sull’amico Fiorillo» con cui pure lui ormai ha allacciato un rapporto di amicizia «mi hai risolto un problema grosso grosso... Se non c’era il tuo intervento non si muoveva nessuno. Tu fai paura». In seguito ci sono una serie di conversazioni tra Cavallo, Gioia e Perotti che attengono alle iniziative che lo stesso Gioia intende assumere al fine di reperire «voti» per le «Europee, in favore di Maurizio». 
 

Gioia: mi dovete far sapere chi porta il “capo” per le Europee perché io non so nulla ancora ma è urgente che ce lo diciate anche perché se devo poi avviarmi per alcuni istituti religiosi del mio entourage no? Per segnalare. 
Cavallo: Sì ci penso io. Martedì sono giù e ti chiamo, ok. 


Nella richiesta di arresto i pubblici ministeri sottolineano che «Perotti si avvale quotidianamente del Cavallo, quale uomo «di fiducia» del ministro Lupi, per fare transitare a quest’ultimo richieste ed informazioni e per far leva su imprenditori e uomini delle istituzioni in relazione a fatti e situazioni di suo interesse». 
 

MOGLIE LUPIMOGLIE LUPI

Il biglietto alla signora
Tra gli sponsor politici di Lupi c’è anche Salvatore Menolascina, della cooperativa «La Cascina» — coinvolta in numerose inchieste, compresa Mafia Capitale — che lo incontra a Bari per la convention del Nuovo centrodestra.

 

Scrivono i pm: «Il ministro Lupi organizza la convention dell’Ncd a Bari avvalendosi di Menolascina e si comprende che, a margine di questo evento, Menolascina organizza una cena ristretta con Lupi alla quale dovrebbe partecipare anche Cavallo e “tre quattro di noi”.

 

Dal tenore dei dialoghi intercettati si comprende che questo incontro ha natura riservata, tanto che Menolascina dice a Forlani Emmanuele (segreteria del Ministro Lupi) che si tratta di una cosa “super riservata”. Da un dialogo intercettato il 10 gennaio 2014 tra Lupi e Menolascina, si comprende che devono vedersi dieci minuti prima della cena: “Tanto alle nostre cose so 10 minuti... noi 10 minuti prima ci vediamo... io te e coso”.

 

Proprio in relazione a questo evento in Bari, Cavallo si attiva per procurare un biglietto aereo (tratta Milano-Bari) alla moglie del ministro Lupi, Dalmiglio Emanuela; a tal fine si rivolge al solito Altieri Gaetano; il prezzo di questo biglietto è di € 447,03; la ricevuta del pagamento risulta intestata al Cavallo, cui viene trasmessa via mail dall’indirizzo di posta elettronica di Pietroletti Gabriella della cooperativa “La Cascina”. Non è dato sapere se tale spesa sia stata rimborsata». 
 

ERCOLE INCALZA  ERCOLE INCALZA

Lo stipendio al figlio
Sono i magistrati coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo a specificare che Perotti, non solo si occupò di trovare un lavoro al figlio del ministro, «ma se ne assunse anche gli oneri». E chiariscono: «Dalle conversazioni intercettate l’8 gennaio 2014 emerge che l’interessamento del Perotti veniva attivato da Incalza (il quale a sua volta aveva incontrato Lupi Luca su richiesta del ministro Lupi) e che lo stesso Perotti informava di ciò Cavallo; quest’ultimo, lo stesso giorno, contattava Luca Lupi per “organizzare un po’ di cose”. Pochi istanti dopo era Perotti a contattare Luca Lupi. 


Perotti: ciao Luca 
Lupi: ciao Stefano 
Perotti: come stai? 
Lupi: bene bene bene 
Perotti: allora ti volevo dire io adesso sono a Bressanone, ma se ti fai una chiacchierata con Franco ... così lui ti racconta tutto ... e mi dici quello che devo fare 
Lupi: va bene, no perché oggi ero lì dal 
 

Ugo SposettiUgo Sposetti

Perotti: sì ... dall’uomo 
Lupi: mi ha detto gli volevo chiedere un po’ di cose, ho fatto un po’ di domande, allora sono venute fuori un paio di cose anche ad altre. .. “parliamone anche con Stefano” quindi allora ti abbiamo chiamato... però, sì sì va bene, vedo Franco domani 
Perotti: bene così evito di... 
Lupi: sì sì sì sì, assolutamente, non ti preoccupare 
Perotti: perfetto 
Lupi: grazie mille, grazie mille 
Perotti: un abbraccio, ciao bello 
Lupi: ... ciao ciao 
Il giovane ottiene il contratto ma in realtà è lo stesso Perotti a «confrontarsi con il cognato sui “rischi” che possono derivare da questo rapporto lavorativo con Luca Lupi». 
 

Sposetti e Nencini 
Gli atti rivelano come alle Infrastrutture si concentrino gli interessi di numerosi politici. Scrivono i pm: «Dalle attività di intercettazione emerge che Giulio Burchi — ex presidente Italferr, anche lui indagato — è soggetto molto vicino al senatore Sposetti Ugo, per il quale si attiva in più occasioni al fine di reperire incarichi in favore di persone indicategli dallo stesso Sposetti, tanto che in una conversazione afferma “non faccio altro che fare l’ufficio di collocamento”.

 

LUCA LUPILUCA LUPI

Analoga attività viene svolta dal Burchi su richiesta del viceministro Riccardo Nencini, il quale si interfaccia con il Burchi tramite l’ex parlamentare Del Bue Mauro. In sostanza, Burchi chiede a Del Bue un appuntamento con il Nencini e immediatamente dopo Del Bue chiede al Burchi: “Tu potresti dargli qualche contributo di questo tipo anche a Nencini, ci sono delle nomine da fare in giro, ci interessa sistemare due o tre persone in qualche ente”.

 

Dal tenore delle conversazioni intercettate si comprende, anche, che lo stesso Burchi ha richiesto a più soggetti, compreso Nencini, un intervento in suo favore per una nomina a Terna». 

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO