MONTE DEI PACCHI DI SPOLETO – TOH, DI COLPO BANKITALIA HA IL POTERE DI COMMISSARIARE UNA BANCA: LA POPOLARE DI SPOLETO CHE VA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA CON 17 INDAGATI PER APPROPRIAZIONE INDEBITA AGGRAVATA E OSTACOLO ALLA VIGILANZA - VISCO E GRILLI DECAPITANO ANCHE LA COOP “SCS”, SOCIO DI MAGGIORANZA (MPS E’ IL SECONDO COL 26%) - E A SIENA CONTINUA LA SFILATA DI MANAGER IN PROCURA…

1 - POPOLARE SPOLETO COMMISSARIATA
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

Dopo due anni di agonia nella governance e nella gestione con tanto di inchiesta della magistratura, la Banca d'Italia ha deciso di mettere fine alla telenovela della Banca popolare di Spoleto, 103 sportelli concentrati soprattutto in Centro Italia. Con una doppia mossa dell'8 febbraio comunicata ieri sono stati azzerati sia i vertici dell'istituto umbro, posto in amministrazione straordinaria, sia quelli del socio di maggioranza al 51%, la cooperativa Spoleto credito e servizi.

La decisione del governatore Ignazio Visco e del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha così decapitato il nucleo di controllo della banca spoletina incentrato su Giovannino Antonini, per un decennio alla presidenza della banca e poi nel 2011 passato alla guida della cooperativa dopo che la moral suasion della Banca d'Italia aveva imposto alla presidenza Nazzareno D'Atanasio, a sua volta sostituito a metà gennaio 2012 con Alberto Brandani, anche qui dietro il pressing della Banca d'Italia.

Un intervento che arriva dopo che appena sabato scorso il governatore aveva sottolineato la necessità di maggiori poteri per poter rimuovere gli amministratori di una banca in caso di particolari problemi gestionali, e prima che un istituto entri in crisi.

La complessa partita della Popolare di Spoleto è ora affidata ai tre commissari straordinari, che contemporaneamente gestiranno sia la banca sia la cooperativa: Giovanni Boccolini (già a capo della rete estera di Intesa Sanpaolo), Gianluca Brancadoro (ex commissario Isvap) e Nicola Stabile (Bankitalia), con Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio nel comitato di sorveglianza. La cooperativa è stata commissariata dal Tesoro su proposta sempre della Banca d'Italia per «gravi perdite del patrimonio», sulla base del presupposto che Scs abbia agito di fatto come capogruppo bancaria, con stretti poteri di indirizzo e coordinamento sull'istituto.

La scorsa estate la magistratura spoletina aveva notificato 17 avvisi di garanzia a soggetti collegati alla Popolare di Spoleto per l'ipotesi di appropriazione indebita aggravata e ostacolo alla Vigilanza. L'indagine, partita nel 2010 in seguito a una prima ispezione della Banca d'Italia, verte sulla gestione di alcune pratiche relative a finanziamenti a privati: insomma prestiti facili concessi a clienti magari troppo amici. A fine 2012 una seconda ispezione della Vigilanza ha spinto al nuovo cambio dei vertici, dopo aver sospeso anche l'aumento di capitale da 30 milioni in attesa proprio della fine dell'ispezione.

Oltre al mancato rispetto delle condizioni di sana e prudente gestione, per la Banca d'Italia c'è un problema di ingovernabilità causato dalla contrapposizione tra la Scs e il secondo socio, Mps, che ha il 26% (e una quota della stessa Scs), oltre a una accesa conflittualità negli organi aziendali.

Montepaschi ha disdetto da mesi i patti parasociali e avrebbe dovuto rivendere alla stessa Scs la partecipazione in banca per circa 70 milioni (di cui 20 di plusvalenza) ma l'operazione non si è ancora perfezionata. In più la Scs avrebbe respinto l'offerta di una cordata di imprenditori e fondazioni locali (Città di Castello, Orvieto, Foligno, Terni, Narni) guidata dall'avvocato Francesco Carbonetti con il veicolo Clitumnus, per rilevare il 51% e poi lanciare un'opa a 2,1 euro. Ieri il titolo è crollato del 7,4% a 2,298 euro.

2 - MPS, FARO DEI PM SUI DERIVATI E I BILANCI 2008-09
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

Il faro dei pm di Siena che indagano sul Montepaschi si concentra sui bilanci 2008 e 2009 e sulla corretta (o meno) contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Quello dei derivati e della loro indicazione a bilancio diventa così il terzo filone di inchiesta, accanto a quelli sul finanziamento dell'acquisizione di Antonveneta con i bond «Fresh» e sulla «banda del 5%», cioè le presunte tangenti private incassate da un gruppo che faceva capo all'ex direttore dell'area finanza, Gianluca Baldassarri. Ieri come persona informata sui fatti ma indagata in un procedimento connesso (quello sui «Fresh») è stato ascoltato per oltre sei ore l'ex presidente del collegio sindacale di Mps, Tommaso Di Tanno.

I pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso avrebbero approfondito l'attività di controllo e di monitoraggio che l'ex direttore generale Antonio Vigni e l'ex presidente Giuseppe Mussari avrebbero effettuato nei confronti di Baldassarri. Di Tanno avrebbe anche sottolineato ai magistrati le segnalazioni del collegio sindacale circa l'eccessiva autonomia dell'area finanza in seguito all'ispezione interna di Mps all'inizio del 2010, prima dell'ispezione della Banca d'Italia.

Circa i derivati Alexandria e Santorini, Di Tanno avrebbe confermato ai pm che al consiglio non furono mai state date indicazioni specifiche sulle operazioni. Dal pomeriggio e fino a sera è stato invece sentito Marco Parlangeli, ex direttore generale della Fondazione Mps, che gestì per conto dell'ente la sottoscrizione del Fresh per 490 milioni (attraverso dei derivati con Credit Suisse e Mediobanca) e poi lasciò l'incarico nel 2011 alla vigilia del secondo aumento di capitale di Mps. Oggi dovrebbe essere sentito Daniele Pirondini, direttore finanziario ai tempi dell'operazione Antonveneta nel 2007-2008.

 

 

IGNAZIO VISCO VITTORIO GRILLI jpegbanco popolare spoletoFrancesco Carbonettigianluca baldassarri

Ultimi Dagoreport

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…