VOLETE I TECNICI? PRENDETEVELI – SALVINI STA INIZIANDO A CAPIRE CHE POTRÀ VEDERE IL VIMINALE SOLTANTO CON IL BINOCOLO E BUTTA LA PALLA NEL CAMPO DELLA MELONI SUI MINISTRI ESTERNI, A CUI HA APERTO CHIARAMENTE LA DUCETTA. IL RAGIONAMENTO CHE SI FA A VIA BELLERIO È CHE NON CI SONO PREGIUDIZI SE FRATELLI D’ITALIA VUOLE ASSEGNARE AI TECNICI QUALCHE DICASTERO. “L’IMPORTANTE È CHE SIANO MESSI NELLA LORO QUOTA” E NON TOLGANO POSTI AI LEGHISTI…
Estratto dell’articolo di E.Pu. per “il Messaggero”
Nessuna richiesta personale, al massimo è la Lega che avanza rivendicazioni. Matteo Salvini attende di capire le mosse di Giorgia Meloni. […] Al momento il desiderio resta il Viminale. Ma in realtà si valuta anche il piano B. Perché il Capitano intanto ha inteso le dichiarazioni del premier in pectore «il governo non sarà composto per risolvere beghe interne di partito» come un avviso proprio alla Lega.
E anche sul ruolo dei tecnici la risposta dietro le quinte è netta: nessun pregiudizio, l'importante è che siano a carico di FdI. Poi sulla possibilità che sia proprio la Meloni a selezionare gli esponenti della Lega da far entrare nel governo la reazione è un «no grazie, abbiamo già dato con il governo Draghi».
[…] Sul ruolo che avrà Salvini al momento non c'è alcuna chiarezza. Ed è sempre più forte la spinta nella Lega a considerare subito strade alternative qualora dovesse arrivare uno stop ufficiale al ritorno al Viminale. Non sono sul tavolo le opzioni Mise o Lavoro. Per Salvini questa sarà una fase molto difficile, «non possiamo certo permetterci di avere i sindacati sotto casa» e comunque «le aspettative dei cittadini saranno talmente alte che si rischia un autogol» a richiedere un ministero economico.
LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI
Questo non vuol dire che il leader della Lega non si aspetti un intervento corposo come ha fatto la Germania. «Se non interverrà il governo in carica, dovrà essere la prima preoccupazione dell'esecutivo di centrodestra che verrà», il refrain. Di sicuro Salvini punta a fare il vicepremier, la considera una via quasi scontata. E poi? Se non sarà il Viminale allora l'Agricoltura? Le Infrastrutture? Ministeri appetibili, con dossier che richiedono ampia conoscenza della materia. Ma la spinta è che senza il Viminale l'exit strategy debba essere una sorta di mossa del cavallo per risolvere tutti i problemi: legare i malpancisti, da Zaia a Bossi, sempre più al partito, rilanciare in maniera forte la Lega sul territorio e trovare per Salvini una collocazione che potrebbe permettergli di avere i riflettori addosso e di girare il territorio. Come? Ministro dell'Autonomia, come fu in passato Bossi. […]
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