CACCIA AL VOLPE PASINI - IL BANANA SCOMUNICA CHE IL PARA-GURU DI SGARBI SIA DIVENTATO IL SUO CONSIGLIERE: “LA SMETTA DI RILASCIARE DICHIARAZIONI SUL SUO RAPPORTO CON ME” - PASINI SOSTIENE DI ESSERE LUI CHE HA CONVINTO BERLUSCONI A TORNARE IN CAMPO, PERCHÉ “ERA OSSESSIONATO DALLA SENTENZA DE BENEDETTI, DAL CALO DELLA PUBBLICITÀ MEDIASET” - POI SI È INVENTATO RENZI CANDIDATO PDL, LA ROSA TRICOLORE, E IL SILURAMENTO DEL PDL: “NON FANNO UN CAZZO”…

1- «VOLPE PASINI? NON LO CONOSCO NON INTERPRETI IL MIO PENSIERO»
Da "il Giornale"

«Leggo anche oggi su un quotidiano dichiarazioni del signor Volpe Pasini che interpreta il mio pensiero e il progetto politico del Popolo della Libertà. La cosa, già grave in sé, è resa inverosimile dalle qualificazioni attribuite dai giornali al signor Volpe Pasini nel rapporto con me: oggi guru, ieri consulente politico, ieri l'altro mio consigliere ».

È quanto afferma in una nota Silvio Berlusconi, che aggiunge: «Per evitare continue smentite invito il signor Volpe Pasini a non rilasciare dichiarazioni che possano prestarsi a equivoci sui suoi rapporti con me». E ancora: «Chiarisco una volta per tutte ­prosegue Berlusconi- che ho avuto modo di incontrare il signor Volpe Pasini nella sua qualità di amico di Vittorio Sgarbi, quando lo stesso Sgarbi si è fatto accompagnare ad alcune cene a casa mia da lui e altri imprenditori, tutti insieme per illustrarmi un loro progetto politico. Su tale progetto non ho comunque promesso alcuna collaborazione»,conclude l'ex premier.

Insomma, una presa di distanza netta e chiara nei confronti dell'imprenditore friulano che nelle ultime settimane aveva millantato ruoli chiave nella strategia berlusconiana. Non ultima la dichiarazione al Fatto quotidiano nella quale sosteneva: «Il Pdl è un gorgo, un vortice che manderà a fondo anche Berlusconi se rimane nel partito». Di più: «Ho dato un consiglio a Berlusconi: di ricandidare solo i parlamentari meno noti che lavorano. Il resto non fa un cazzo».

Pasini è l'uomo che di recente ha stilato un documento di otto pagine dal titolo «La rosa tricolore. Un progetto per vincere le elezioni politiche del 2013» nel quale si lanciava la candidatura a premier, per il Pdl, di Matteo Renzi, sindaco pd di Firenze. Sempre secondo alcuni sarebbe lui la mente dello spacchettamento del Pdl: creazione cioè un network di liste tutte precedute dalla parola forza, quindi Forza Giovani, Forza Donne, Forza Imprenditori.


2- L'INTERVISTA INCRIMINATA - VOLPE PASINI "COSÌ HO FATTO RIALZARE IL LEONE FERITO"
Fabrizio d'Esposito per "il Fatto Quotidiano"

Le dispiace se ascoltano anche i miei amici, così formiamo un cerchio?". I cerchi, magici o no, sono un brand della politica. Anche Diego Volpe Pasini non resiste a questa tentazione. Imprenditore friuliano nonché ideologo del neoberlusconismo. Primo piano di Palazzo Ferrajoli, a Roma. Vittorio Sgarbi presenta il Partito della Rivoluzione. Volpe Pasini si siede. Il nuovo guru del Cavaliere è un Sandro Bondi meno triste e più berlusconiano d'aspetto: cravatta Marinella ("è un regalo del presidente"), abito scuro anche di sabato, gemelli ai polsini, braccialetto d'oro. Al bavero, la spilla della Rosa Tricolore.

Quante spille ha dato?
Per il momento un centinaio, ma ne ho ordinate altre mille.

La Rosa che ha punto il cuore di B.
Ho solo impedito che la sua rivoluzione si spegnesse incompleta. Ho tirato fuori il leone che era in lui. Sono un amico, non un consulente.

L'amico del leone.
Se sono stato io a movimentare il centrodestra vuol dire che c'era davvero il vuoto assoluto.

Un amico umile.
Non sono un millantatore, sono un imprenditore che dialoga con il presidente e gli porta tante persone, a differenza di altri che lo hanno isolato dal Paese reale.

Incontri di passione politica.
Porto da lui tanti imprenditori come me, abituati a parlare con tutti senza problemi. Ma quando il presidente arriva si bloccano.

Un blocco emotivo.
È il carisma del presidente. I primi tempi mi andava via la voce.

Un amore afono.
Il nostro rapporto è cominciato negli studi della Rai, quando Vittorio (Sgarbi, ndr) preparava il programma.

Lei è il nuovo Bondi. Il cuore è lo stesso.
Non ho la cultura di Bondi. In confronto sono un ignorante.

Ma lei ha rianimato il leone deluso.
Era turbato fortemente, ossessionato dalla sentenza Cir a favore di De Benedetti, dal calo della raccolta pubblicitaria di Mediaset.

Beni privati e bene pubblico. Una somma scandalosa per un imprenditore che rivuole fare il premier.
Chi non ha almeno un conflitto d'interessi? Almeno lui lo risolve nel consenso popolare.

Però la Rosa Tricolore voleva impalmare l'avversario Matteo Renzi.
Proprio perché il leone era turbato e non voleva candidarsi. Ho passato mesi a convincerlo senza riuscirci. Quando gli ho fatto il nome di Renzi lui non mi ha mandato a quel paese.

Non c'erano alternative?
Al limite Passera o Montezemolo.

Nessuno del Pdl.
Il Pdl è un gorgo, un vortice che manderà a fondo anche Berlusconi se rimane nel partito.

Il Pdl come male assoluto. Ma vola l'aquilone tricolore, nuovo simbolo.
Sono felice. Berlusconi ha sempre voluto togliere di mezzo il Pdl. Troppo pesante e vecchio.

Gasparri e Cicchitto la odiano.
E io continuo a essere felice. Ho dato un consiglio a Berlusconi: di ricandidare solo i parlamentari meno noti e che lavorano. Il resto non fa un cazzo.

Parlamento inane.
Uno spettacolo avvilente.

Lei ha raccolto persino le lacrime di Alfano, tumulato dal ritorno di B.
Un anno fa ero lì, al consiglio nazionale che lo ha acclamato segretario e successore.

Un anno di illusioni.
Alfano si è fatto risucchiare dagli avversari interni di Berlusconi. Dopo un anno si è accorto che non era più lui il successore.

Angelino ha pianto.
Ho detto che una situazione così lo ha scosso emotivamente.

E ora l'aquilone che assomiglia a un perizoma.
Anche il perizoma ha il suo fascino. Sostenere che un perizoma ben posizionato non piaccia è difficile.

Però è pericoloso quando ci sono di mezzo il bunga bunga e Forza Gnocca.
Io ho partecipato a tantissime cene ad Arcore, Villa Certosa, Palazzo Grazioli. Sono cene eleganti. Le abitazioni del presidente non sono postriboli.

Cene sobrie.
Il risultato lo sa qual è? Che adesso il centrodestra non può più candidare donne belle. Solo dei cessi.

Nicole Minetti sacrificata.
Nicole è una mia amica, ma ha un difetto: non ha voglia di lavorare. Se però si applicasse, con la testa che ha.

Solo la testa? E il cuore?
Nicole è una statua impressionante.

Basta veline, a furor di popolo.
Il presidente deve rifare Forza Italia e lasciare il Pdl ai vecchi.

Poi?
Fare liste a tema, allearsi con la destra di Storace e Romagnoli, riprendersi i Pensionati.

L'aquilone-perizoma?
È uno dei simboli alla sua attenzione, non quello definitivo. Io preferirei Forza Italia. Si risparmierebbe tanto in materia di comunicazione.

La Rosa Tricolore?
È un network concettuale. È un filo d'Arianna che unisce tutto.

Niente lista nel 2013?
Ci stiamo pensando. Ma la Rosa è un'idea per rifondare il centrodestra.

Il fiore preferito di Berlusconi.
Le sue residenze sono piene di rose. E Rosa si chiamava la sua mamma.

Un altro atto d'amore.
Il consenso del presidente è ancora altissimo. Se penso che a gennaio non si voleva ricandidare.

L'intervista è finita. Passa Carlo Taormina: "Diego fammi sapere". Poi arriva Sgarbi, reduce da un monologo di due ore: "Diego, mi ha telefonato Silvio. Mi ha detto che non si vuole candidare. Tutto falso quello che scrivono".

 

diego volpe pasiniberlu banana SILVIO BERLUSCONI VITTORIO SGARBI E LA STATUA DELLA FELLATIO matteo renzi NICOLE MINETTI jpegCarlo Taormina - Copyright Pizzi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…