FEBBRE REALE - IL MARCHIO “WILLIAM&KATE” FUNZIONA A MERAVIGLIA: A NEW YORK VIP IN CODA PER ACQUISTARE A CARO PREZZO UN TAVOLO ALLA CENA DEI DUCHI - LA COPPIA SI PREPARA A CONQUISTARE A COLPI DI MARKETING ANCHE LA CINA (E A RIPARARE VECCHI DISASTRI DI CORTE)

Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera

 

kate middleton principe william  kate middleton principe william

Non c’è marchio che tenga: «William e Kate» sono una macchina da soldi straordinaria. Ciò che toccano o sfiorano diventa oro. Il marketing di casa Windsor funziona a meraviglia. Complimenti agli strateghi dell’immagine al servizio della famiglia di Buckingham Palace e dintorni che hanno messo in calendario per il 9 dicembre una «notte da favola» al Metropolitan Museum di New York.

 

Cena, asta, raccolta fondi da parecchi zero per accontentare il secondo erede al trono e la consorte, entrambi arruolati e mobilitati come testimonial dall’università scozzese St Andrews, loro culla d’amore e di studi. 
 

Il prossimo e imminente viaggio del duca e della duchessa in terra americana prima ancora che cominci è già un capolavoro. L’attesa è notevole e certi americani pare abbiano una massiccia dose di curiosità per la corona. Naturale quindi che magnati e star della mondanità siano in fila e pronti ad aprire il portafoglio pur di stare spalla a spalla con la celebre coppia in seconda dolce attesa (quarto/quinto mese). I 450 posti della serata al Metropolitan Museum sono andati a ruba (rivela il Sunday Times ).

 

william kate e georgewilliam kate e george

Regola inderogabile: 45 tavoli da dieci coperti, venduti a 100 mila dollari l’uno (i tavoli) da versare nelle casse della più antica università scozzese, che è prestigiosa ma ha bisogno di fondi.  Non c’era nessuno meglio di William e Kate che potesse risollevare le sorti di St Andrews. Fra un appuntamento a Washington per la campagna della Banca Mondiale contro il commercio di avorio e un giro nelle scuole di New York per bambini svantaggiati, in agenda è comparsa la notte al museo.

 

La «guardia d’onore» degli studenti di St Andrews accoglierà il duca e la duchessa, e dentro se li contenderanno Michael Corbat, l’amministratore delegato di Citigroup, la più grande società di servizi finanziari che esiste sulla terra; George David che ha guidato United Technology, l’azienda da dove escono gli elicotteri da guerra Black Hawk; Olivier Sarkozy, banchiere e fratellastro dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, e Stanislas de Quercize, amministratore delegato di Cartier.

PRINCIPE WILLIAM E KATE MIDDLETON PRINCIPE WILLIAM E KATE MIDDLETON

 

Solo qualche esempio dei bei nomi con consorti e amici, felici e contenti di tirare fuori i 100 mila dollari per William e Kate e di partecipare all’asta post cena con in palio, niente meno, un tour letterario a Edimburgo, un soggiorno al castello di Highclere, set di «Downton Abbey», e un giro al più famoso campo di golf con pranzo assieme a Jack Nicklaus, mito delle diciotto buche. Mondanità americana da favola (o da incubo, dipende dai gusti) e comunque, va detto, con una seria finalità perché portare soldi all’università è sempre bella cosa. 
 

Il marchio reale «William & Kate» funziona a meraviglia. In patria e fuori. A Occidente e a Oriente. Se la sortita negli Usa sarà breve, ben più lunga si prefigura la «gita» in Cina. Pechino, che dovrà aspettare il lieto evento e la ripresa di Kate, ha ufficialmente invitato il duca e la duchessa. Tappeti rossi. 
 

KATE E WILLIAM article F DF A x KATE E WILLIAM article F DF A x

I rapporti della Cina con Londra sono ondivaghi, alti e bassi. L’ultimo dei Windsor a mettervi piede fu Carlo, nel 1997, quando Hong Kong passò alla Repubblica Popolare.

 

Qualche anno prima, nel 1986, era stata la regina con Filippo che, come al solito, pensò di procurare qualche imbarazzo definendo Pechino «orribile» e invitando i giovani inglesi residenti nel Celeste Impero a tornare presto altrimenti i loro occhi si sarebbero trasformati in «fessurine a mandorla».

 

Altri tempi. Adesso i Windsor hanno i due «ambasciatori di pace» che possono riparare i vecchi disastri di corte. Prima Washington e New York poi, a fine 2015, la Cina. La grandi potenze si contendono il brand d’oro, «William &Kate». 

 

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