obama bush clinton bigfoto

YES HE CAN - A DIECI MESI DALLA FINE DELLA SUA PRESIDENZA BARACK OBAMA SI AUMENTA LA PENSIONE - ERA L’ULTIMA OCCASIONE, E NON HA ESITATO - BUSH E CLINTON GIA’ COSTANO CIASCUNO UN MILIONE ALL’ANNO AI CONTRIBUENTI

Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”

 

barack  obama intervista the atlantic barack obama intervista the atlantic

Obama pensa proprio a tutto. Mancano 10 mesi a quando dovrà riconsegnare le chiavi della Casa Bianca e si prepara al dopo. Così, nel budget federale per il 2017, (l' anno fiscale governativo USA va dal primo ottobre alla fine di settembre), ha inserito un aumento del 18% al fondo pubblico che è stato istituito con la legge FPA del 1958 (Former Presidents Act), specificamente dedicata al welfare dei presidenti che lasciano l' incarico.

obamaobama

In parole povere, Barack vuole aumentarsi la pensione prima ancora di iniziare a prenderla, nel gennaio dell' anno prossimo. Già l' anno scorso aveva chiesto, e ottenuto, un incremento per l' anno fiscale 2016 che aveva «finanziato» i suoi predecessori. E ora l' ha chiesto per sé, molto più sostanzioso.

 

L' AUMENTO

A darne notizia è il Servizio di Ricerca del Congresso: «Il budget fiscale 2017 del presidente chiede 3.865 milioni di dollari di copertura per le spese degli ex presidenti, pari a un incremento di 588mila dollari (+17,9%) rispetto al livello del 2016», si legge nel rapporto pubblicato tre giorni fa.

 

obama trumpobama trump

«L' aumento nei finanziamenti richiesti per il 2017 anticipa la transizione del presidente Barack Obama dallo stato di presidente in carica a quello di ex presidente. Per l' anno fiscale 2016, Obama aveva chiesto ed ottenuto una copertura di 3.277 milioni di dollari, pari a un incremento di 25mila dollari rispetto al livello di copertura del 2015». Essendo l' ultima chance per decidere come finanziare il proprio futuro, Barack ha insomma allentato i cordoni della borsa di stato.

 

GEORGE H BUSH BARACK OBAMA GEORGE W BUSH BILL CLINTON JIMMY CARTER GEORGE H BUSH BARACK OBAMA GEORGE W BUSH BILL CLINTON JIMMY CARTER

La pensione è una delle voci più importanti del ricco pacchetto di benefici a cui hanno diritto gli ex presidenti, vita natural durante: Jimmy Carter e Bush padre percepiscono 205mila dollari (i dati sono del 2015), superati da Bush figlio con 214 mila e da Bill Clinton con 218 mila, quello con la pensione più elevata. Tra gli altri benefit, rilevante è la copertura per gli affitti degli uffici, che per Bush figlio e Clinton pesano rispettivamente per 434mila e 429mila dollari.

 

Per il mantenimento dello staff, tranne Carter che non ha nessuno, gli altri tre ex sono finanziati tutti con 96mila dollari.

clinton bush junior clinton bush junior

In totale, aggiungendo le spese per i viaggi e per le comunicazioni, l' equipaggiamento, e altri servizi e benefit personali, nel 2015 il più costoso per le finanze pubbliche è risultato George W. Bush, l' unico che ha superato il milione di dollari (1.098.000). Secondo Bill Clinton, con 924mila, seguito da Bush il Vecchio con 794mila e da Carter con 430mila dollari. In aggiunta c' è il servizio di scorta, a cura del Secret Service, che per un certo periodo era stato ridotto a dieci anni dopo l' uscita dalla Casa Bianca e che è poi stato ripristinato per l' intera vita.

 

POVERO TRUMAN

harry s. truman 1945:1953harry s. truman 1945:1953

La legge del 1958 appare un residuo dei tempi andati, quando qualche presidente che non era ricco di suo poteva avere difficoltà economiche a sbarcare il lunario - come fu il caso di Harry Truman -, con ciò ferendo anche l' immagine stessa della presidenza, in termini di dignità. Oggi il rischio è opposto. La dignità dell' ufficio è in pericolo perché i «nuovi ex presidenti», lasciato l' incarico, se lo vogliono possono fare milioni a palate con i discorsi, i libri, le consulenze.

 

bill clintonbill clinton

Diventa quindi difficilmente difendibile che, mentre il debito pubblico s' impenna anno dopo anno, ci sia un presidente (Bill Clinton) che con gli introiti per i diritti dei libri e per le comparsate in giro per il mondo ha guadagnato 132 milioni tra il 2001 e il 2015 (l' analisi è stata condotta dalla CNN), e nel 2015 ha avuto dallo Stato 924 mila dollari, tra pensione e rimborsi spese.

 

Sull' onda di questo caso clamoroso, i repubblicani alla Camera e al Senato hanno introdotto un progetto di legge che mette un tetto di 200 mila dollari alla pensione percepita dagli ex presidenti. Ma non solo. La legge, che è stata approvata per ora alla Camera con sostegno bipartisan, prevede che la pensione di un ex presidente sia tagliata di un dollaro per ogni dollaro eccedente i 400mila dollari che dovesse guadagnare nel settore privato. In pratica, un freno al cumulo di guadagni privati e di pensione pubblica per chi ha lavorato 4 o 8 anni alla Casa Bianca, e quando esce ha un cognome che vale oro.

 

barack e michelle obamabarack e michelle obama

«È semplice», ha spiegato il deputato repubblicano Jason Chaffetz, dello Utah, firmatario della legge di riforma del Former Presidents Act. «Se tu vuoi una pensione per quando ti ritiri ok, eccola. Ma se tu vai sul mercato e fai enormi somme di denaro allora non hai più bisogno del sussidio dei contribuenti. È imbarazzante che gli ex prendano quel denaro in più».

 

clinton bushclinton bushclinton bush clinton bush clinton bush senior clinton bush senior

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?