“LA DISPONIBILITÀ STESSA DI TRUMP DI INCONTRARE PUTIN È UN PASSO VERSO LA CONDIVISIONE DELL'IDEA PUTINIANA, CHE IL MONDO È DOMINATO DA GRANDI POTENZE CHE SI SPARTISCONO IL CONTROLLO SULLE LORO COLONIE, DI NOME O DI FATTO” - L’ANALISI DELLA “STAMPA”: “LE PRETESE DI TRUMP SU GROENLANDIA E CANADA, VISTE DA MOSCA, TRASFORMANO ALL'IMPROVVISO PUTIN DA UN RICERCATO INTERNAZIONALE CHE HA VIOLATO IL DIRITTO INTERNAZIONALE, IN UN IMPRENDITORE DELLA GEOPOLITICA SIMMETRICO AL SUO COLLEGA AMERICANO NELL'ASSENZA DI REMORE RISPETTO ALL'USO DELLA FORZA. CHE È ESATTAMENTE QUELLO CHE IL DITTATORE RUSSO PER ANNI HA CERCATO DI DIMOSTRARE”
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
[…] Zelensky […] ostenta sicurezza […] respingendo […] qualunque domanda, sospetto o allusione rispetto ai piani della nuova amministrazione americana. Vari consiglieri in pectore del presidente eletto, e anche lo stesso Donald Trump, continuano a far trapelare anticipazioni delle loro future intenzioni rispetto all'Ucraina, che per quanto fumose vanno chiaramente oltre le "linee rosse" tracciate per tre anni sia da Kyiv che da Washington e Bruxelles: riconoscere le "realtà territoriali" delle regioni ucraine occupate dai russi, ritirare o limitare gli aiuti, negare all'Ucraina l'accesso alla Nato, tutte promesse che corrispondono alla lista dei desideri di Mosca.
Già la disponibilità stessa di Trump di incontrare Putin accoglie la richiesta fatta dal Cremlino tre anni fa, di discutere il destino dell'Ucraina […] con il presidente americano e non con i diretti interessati. Una concessione che […] rappresenta un passo verso la condivisione dell'idea putiniana, che il mondo è dominato da grandi potenze che si spartiscono il controllo sulle loro colonie, di nome o di fatto.
Le pretese di Trump su Groenlandia e Canada, viste da Mosca, trasformano all'improvviso Putin da un ricercato internazionale che ha violato il diritto internazionale, in un imprenditore della geopolitica simmetrico al suo collega americano nell'assenza di remore rispetto all'uso della forza. Che è esattamente quello che il dittatore russo per anni ha cercato di dimostrare, e che molti altri attori probabilmente vorrebbero immediatamente imitare anche altrove.
Ma, mentre molti discutono di quanto sarà grande l'altare sul quale verrà sacrificata l'indipendenza ucraina, Zelensky sembra non accorgersene. Potrebbe essere il coraggio della disperazione: come tre anni fa, quando sapeva che mancavano pochi giorni all'arrivo delle bombe e dei carri armati russi, ma ha finto fino all'ultimo di non crederci, per evitare il panico, per depistare il nemico, per provare forse a sventare il peggio. […]
Oppure […] i giochi potrebbero non essere ancora stati fatti, e infatti come Zelensky si rifiuta di vestire i panni della vittima, Putin esita a indossare quelli del trionfatore. Anche perché basta guardare la mappa del Polo Nord per vedere che esiste un solo Paese contro il quale la Groenlandia può svolgere il ruolo di "portaerei americana" nell'Artico: la Russia. In questo complesso poker diplomatico […] tutti […] sanno che le condizioni della tregua ipotizzate finora sono inaccettabili per Kyiv e insufficienti per Mosca.
Che i meccanismi di pressione sui russi (come l'abbassamento del prezzo del petrolio e l'aumento della gittata dei missili consegnati agli ucraini) potrebbero non sortire l'effetto sperato, e che nella sua presidenza precedente Trump non era riuscito a ottenere da Putin praticamente nulla. Che spartire l'Ucraina come una torta non farebbe che aumentare le minacce per l'Europa […]