nicola zingaretti

ZINGARETTI È UN UOMO PREVIDENTE - ALLA VIGILIA DELLA SUA ELEZIONE A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI ROMA, IL GOVERNATORE DEL LAZIO FU ASSUNTO DAL PD COME DIRIGENTE A 8MILA EURO LORDI AL MESE, PER POI ANDARE IN ASPETTATIVA NON RETRIBUITA, CHE CONTINUA TUTTORA: MA CHI PAGA I CONTRIBUTI “FIGURATIVI”? INDOVINATE! I CONTRIBUENTI. AL MOMENTO L’IMPORTO CUMULATO È IMPRECISATO, (PROBABILMENTE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO) - LA “PISTOLA” FUMANTE DE “LA VERITÀ” È IL CEDOLINO CORRISPOSTO A GENNAIO 2013, QUANDO…

Pierangelo Maurizio per "la Verità"

 

nicola zingaretti

Ecco, se indulgiamo al giallo, questa sarebbe la «pistola fumante». È lo stipendio di 8.746 euro (lordi) e il cedolino di gennaio 2013 corrisposto dal Pd a Nicola Zingaretti, tornato a fare il dirigente-dipendente di partito nell'intervallo tra le dimissioni da presidente della Provincia di Roma a fine 2012 e l'elezione a governatore del Lazio da metà febbraio 2013.

 

Ciò significa che anche eletto alla Pisana, in qualità di lavoratore dipendente in aspettativa non retribuita, gode degli oneri previdenziali per la futura pensione, di quelli assicurativi e del Tfr, pagati - come prevede la legge - da noi e non dal Pd.

 

L'assegno in questione spunta fuori nell'archiviazione che il gip di Roma su richiesta della Procura nel 2013 dispose della denuncia sulla vicenda presentata da Marco Pannella e dall'avvocato Giuseppe Rossodivita.

NICOLA ZINGARETTI

 

Detto questo, non c'è neanche più il giallo. Perché tramite il portavoce, Zingaretti - onore al merito - ha confermato la ricostruzione della Verità. Prima impiegato del Pds dal '93, era stato assunto a tempo indeterminato come dirigente dal nascente Partito democratico laziale («Comitato provvisorio per il Pd del Lazio», poi «Unione regionale Pd Lazio») a 8.000 euro lordi al mese poco prima di essere eletto presidente della Provincia di Roma.

 

marco pannella ph adolfo franzo'

Quindi, come «lavoratore dipendente in aspettativa non retribuita» eletto dal 2008 al 2012, la Provincia ha pagato i suoi oneri previdenziali e accessori al posto del «datore di lavoro», il partito, per 181.525 euro. Dal 2013, poiché sempre dirigente «in aspettativa», da governatore del Lazio riconfermato nel 2018 (fine mandato nel 2023) ha i «contributi figurativi» dell'Inps.

 

Per un importo al momento imprecisato ma di centinaia di migliaia di euro.Ma torniamo alla denuncia del leader radicale. Il 4 febbraio 2013 Marco Giacinto Pannella, imbufalito perché ai suoi candidati regionali è stata fatta terra bruciata, con l'avvocato Giuseppe Rossodivita denuncia l'affaire dell'assunzione ad orologeria di Zingaretti. Il 4 notte c'è un misterioso furto nella sede del «Comitato provvisorio Pd Lazio» di tre computer «obsoleti».

 

Per farla breve Pannella e Rossodivita chiedono alla Procura di Roma di accertare: poiché Zingaretti e il partito sapevano benissimo che il contratto da dirigente a tempo indeterminato - è la loro accusa - non sarebbe stato onorato perché di lì a poco l'«assunto» si sarebbe messo in aspettativa, per caso non è un raggiro per far pagare alla Provincia e ai cittadini gli oneri previdenziali?

 

GIUSEPPE ROSSODIVITA

Il pm invece non condivide questa tesi. Chiede l'archiviazione in quanto il rapporto di lavoro tra il Pd e Zingaretti non sarebbe fittizio ma reale perché «tramite la campagna elettorale (ha) svolto un indubbio ruolo di direzione all'interno del Pd Lazio ossia la mansione per cui era stato assunto, per altro con indubbio successo visto che è stato eletto». Pannella e Rossodivita nell'opposizione all'archiviazione controdeducono facile: è la prima volta che qualcuno «viene assunto per fare il candidato a presidente alla Provincia di Roma».

 

NICOLA ZINGARETTI

Nel corso delle indagini emergono a dir la verità alcuni pasticci. Antonio Olivieri, il tesoriere pd che ha assunto Zingaretti, sentito una prima volta ammette che mica lo hanno pagato veramente per quella manciata di settimane prima dell'elezione. Allora spunta Marco Lombardi, «consulente dell'Associazione Pd Lazio» che produce tre assegni da 4.890 euro ciascuno corrispondenti agli stipendi di febbraio, marzo, aprile 2008 pagati a Zingaretti.

 

Il quale però era ancora (fino a giugno 2008) eurodeputato con relativa indennità.Ad Antonio Olivieri, il tesoriere, qualcuno tira le orecchie o lui recupera la memoria: risentito il 5 aprile 2013 corregge la sua versione. Fa però anche in tempo a dire altro: l'assunzione «a tempo indeterminato» del 15 febbraio 2008 «scaturiva dalla scelta dello stesso Nicola Zingaretti di candidarsi quale presidente della Provincia di Roma sotto le bandiere del Pd su invito del segretario Veltroni e di tutto il gruppo dirigente avvenuto dopo il Natale 2007.

 

goffredo bettini nicola zingaretti piero fassino

A questo punto si decideva di comune accordo con i Ds per il trasferimento della sua posizione lavorativa dal partito di provenienza al Comitato provvisorio del Pd Lazio». Cioè la scelta di assumerlo «a tempo indeterminato» alla vigilia della sua elezione e con il più che certo accollo delle spese previdenziali alla collettività, fu una scelta di tutto lo stato maggiore. Se non i (vaghi) «vertici Ds», l'allora segretario nazionale del Pd e collega giornalista Walter Veltroni non ha da illuminarci sulla questione?

 

Comunque, il gip fa proprie le conclusioni del pm e considera la denuncia e la richiesta di altre indagini avanzate da Pannella-Rossodivita avulse «dal contesto storico», cioè dal travaglio che ha accompagnato il passaggio dal Pds al Pd, in cui si sono fusi Ds e Margherita, e che «Comitato provvisorio» e «Unione regionale» sono lo stesso soggetto.La richiesta di archiviazione del pm Corrado Fasanelli è del 26 giugno 2013. L'archiviazione del gip Gaspare Sturzo del 10 dicembre 2013.

 

NICOLA ZINGARETTI

A proposito. Il gip pur non ravvisando profili di reato evidenzia che sebbene non siano emerse - al 2013 - irregolarità formali nella trasformazione del «Comitato provvisorio Pd Lazio» in «Pd Lazio unione regionale», «potrebbe essere oggetto di un eventuale accertamento per danno erariale presso la Corte dei conti (a cui il pm provvederà a trasmettere gli atti)».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…