QUESTA MANOVRA SARÀ UN CALVARIO – MANCANO ALMENO 10 MILIARDI DI EURO DI COPERTURE, MA I PARTITI DI MAGGIORANZA ALLUNGANO LA LISTA DELLE RICHIESTE – IL MEF PRENDE TEMPO: PRESENTERÀ A BRUXELLES IL PIANO STRUTTURALE DI BILANCIO SOLO A OTTOBRE (E NON ENTRO IL 20 SETTEMBRE, COME PREVISTO). E LA LEGGE DI BILANCIO ARRIVERÀ IN PARLAMENTO NON PRIMA DI NOVEMBRE – TUTTI I NODI: LE NUOVE REGOLE EUROPEE, LA REVISIONE DEI CONTI ISTAT E...
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
La stagione di bilancio non si è ancora aperta. E già siamo alle deroghe e agli allunghi. Niente di imprevisto e imprevedibile. Ma il governo Meloni usa ogni inciampo di calendario per stiracchiare la fattura di una manovra, la sua terza, che si annuncia avvinghiata a proroghe di vecchie misure e ancora non coperta del tutto.
Una variante, rilanciata nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quella di spingere la natalità con incentivi fiscali ulteriori a favore delle famiglie con figli, non fa altro che complicare il quadro. Perché ora la lista delle richieste in maggioranza si gonfia. Fatto sta che, tra nuove regole europee, revisione dei conti Istat, attesa per il gettito dal concordato biennale, la manovra rischia davvero di slittare a novembre. Addio dunque ai buoni propositi delle tre letture parlamentari.
giancarlo giorgetti in conferenza stampa 1
[...] domani [...] il Consiglio dei ministri è chiamato ad approvare il Psb, il Piano strutturale di bilancio richiesto dall’Europa come frutto del nuovo Patto di stabilità e crescita, votato anche dal nostro governo (ma non dalla sua maggioranza nel Parlamento Ue). Il Psb consiste in qualche tabella e grafico, in pratica una riedizione della Nadef, la vecchia nota di aggiornamento del Def. [...]
Bruxelles chiede all’Italia una correzione del suo alto deficit e poi del debito, da attuare moderando la spesa pubblica su un orizzonte che può essere di 4 anni oppure di 7, purché in questo secondo caso siano indicati anche le riforme e gli investimenti a supporto della crescita. Domani il Cdm presieduto dalla premier Meloni varerà solo una bozza di Psb. Il Piano vero arriverà dopo il 23 settembre.
La revisione dell’Istat
giorgia meloni e giancarlo giorgetti 3
La scelta di non inviare già da questa settimana il Psb al Parlamento perché lo discuta e si esprima con una risoluzione ha creato qualche malumore tra deputati e senatori. Il governo si è giustificato aggrappandosi al fatto che l’Istat andrà a rivedere i conti nazionali degli ultimi cinque anni il 23 settembre prossimo, alzando di sicuro il Pil del 2021 e migliorando i saldi anche degli anni successivi, con qualche beneficio sull’oggi e sul domani tutto da valutare.
La revisione Istat non è una sorpresa, visto che è nel calendario dell’Istituto da gennaio. Ma il governo ha cavalcato la data per posticipare il Psb, atteso a Bruxelles per il 20 settembre. [...] Risultato: Psb spedito all’Ue solo la prima settimana di ottobre (se tutto va bene).
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni
Ecco che però tutto traballa. Il 15 ottobre Bruxelles, come ogni anno, attende un altro importante file dall’Italia chiamato Dpb. Ovvero il Documento programmatico di bilancio che contiene il riassuntino scarno della manovra, con le macro aree di intervento – famiglia, lavoro, imprese, pensioni, etc – e l’entità delle risorse impiegate in percentuale del Pil. Una tabella tecnica non molto dettagliata e soprattutto poco vincolante.
Negli anni passati i governi (non solo Meloni) hanno spesso cambiato voci e importi. Dal Dpb alla manovra vera e propria, insomma, c’è un fossato. Ecco, la manovra dovrebbe arrivare in Parlamento entro il 20 ottobre. Ovviamente non succederà. E non solo perché non si sa nemmeno se il Consiglio dei ministri riuscirà davvero a licenziare il Dpb entro il 15 ottobre.
CASSE VUOTE AL MEF - VIGNETTA BY GIANNELLI
La manovra è tenuta in ostaggio da un altro fondamentale appuntamento. Anche questo spostato (dal Cdm del 20 giugno scorso) da metà ottobre al 31 ottobre: il termine ultimo per le partite Iva e gli autonomi per aderire al nuovo concordato preventivo biennale. [...]
In effetti, il risultato in termini di gettito da questa forma di “condono” anticipato – ti metti d’accordo col fisco, paghi poco e non ti controllo per i prossimi due anni – potrebbe essere “dolcetto o scherzetto”. Il governo ufficialmente non stima nulla (ma si parlava di almeno 2 miliardi). Ma teme il flop.
Si spiega solo così l’iniziativa parlamentare di introdurre un condono addirittura retroattivo, pure sul passato, di eventuali reati di evasione. L’emendamento al decreto Omnibus è firmato da FdI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e Forza Italia (Dario Damiani). Ecco dunque che fino al 31 ottobre i conti non sono chiusi. [...]La manovra slitta a novembre.
GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli