“RIASSUMETE I NOSTRI EX COLLEGHI” – I DIPENDENTI LAICI VATICANI TORNANO A FARSI SENTIRE. DOPO LA PROTESTA PER GLI STIPENDI E IL TAGLIO DEL POTERE D’ACQUISTO, ADESSO LANCIANO UN APPELLO DI SOLIDARIETÀ PER I DUE CONIUGI, IMPIEGATI DELLO IOR, LICENZIATI DOPO ESSERSI SPOSATI: “CI SONO I TRATTI DELL'INGIUSTIZIA. RESTIAMO DISORIENTATI NEL CONSTATARE CON QUANTA FREDDEZZA SIA STATA APPLICATA UNA NORMA NON PRIVA DI CRITICITÀ”. E PAPA FRANCESCO CHE DICE?
(ANSA) - I dipendenti laici vaticani, riuniti nella loro associazione Adlv, lanciano un appello di solidarietà nei confronti dei due coniugi licenziati nei mesi scorsi dalla Ior, per il fatto di aver contrato matrimonio, e ne auspicano la riassunzione. "Sono trascorsi ormai due mesi da quando, in ottemperanza al Regolamento dello Ior entrato in vigore il 2 maggio u.s., i nostri ex colleghi sono stati licenziati dopo aver celebrato il proprio matrimonio nello scorso mese di agosto", si legge nell'appello.
"Sentiamo l'esigenza di esprimere la nostra più viva solidarietà a questa giovane coppia, già segnata da tante vicende personali, che la fede cristiana riconosce come quelle croci che Dio permette nella vita come luoghi privilegiati dell'incontro con Lui e come strumento per far brillare nei fedeli la speranza della Risurrezione davanti al mondo". Se da un lato siamo certi che Dio provvederà a loro e ai loro figli, non possiamo far tacere la voce della nostra coscienza che riconosce nel provvedimento che ha colpito questi due ex colleghi i tratti dell'ingiustizia e della mancanza di carità", prosegue l'Adlv, secondo cui "l'applicazione di un Regolamento, sia pure necessario nel governo di qualsiasi istituzione, non può non tener conto del fatto che ogni istituzione è costituita da persone e si regge in virtù dell'attività e professionalità di queste stesse persone".
PAPA FRANCESCO ALL UNIVERSITA GREGORIANA
"Come battezzati - si legge ancora -, fin dall'infanzia abbiamo appreso che l'amore per il prossimo è alla base della vita cristiana e ora, alla luce dei fatti che hanno travolto la vita di questa coppia, restiamo disorientati nel constatare con quanta freddezza sia stata applicata una norma peraltro non priva di criticità, dal momento che contrasta con il Regolamento Generale della Curia Romana e con il Regolamento del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre che con i principi generali del diritto".
"Auspichiamo che la drammatica situazione vissuta da questa famiglia sia presa a cuore dai Superiori preposti e che ci si impegni a riassumerli - anche in altri Dicasteri/Enti vaticani o italiani - per porre fine alla condizione di precarietà che rischia davvero di diventare insostenibile", è la conclusione: "dopo una serie di sollecitazioni fatte giungere dall'Adlv alle sedi opportune in merito a questa triste vicenda, senza riceverne alcun riscontro, rinnoviamo oggi il nostro appello, unitamente alla solidarietà ai due ex colleghi, fiduciosi che, come la supplica della vedova insistente della parabola evangelica (Lc 18, 1-8), raggiunga la mente e i cuori di chi ha il gravoso onere di decidere del futuro di una nuova famiglia".
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