"NON HO PIÙ STIMOLI, NON CI CREDO PIÙ" - IL RISTORANTE STELLATO "L'ARCADE" DI PORTO SAN GIORGIO, DI PROPRIETÀ DELLO CHEF RUSSO NIKITA SERGEEV, CHIUDI I BATTENTI: "SE NON PROVO PIÙ EMOZIONI, NON RIESCO NEMMENO PIÙ A TRASMETTERLE A CHI LAVORA CON ME E AI NOSTRI CLIENTI. A ME PIACEVA E PIACE FARE IL CUOCO E VORREI TORNARE A CUCINARE. 'CHEF' SIGNIFICA COMANDARE, CUOCO VUOL DIRE INVECE CUCINARE" - IL LOCALE AVEVA APERTO NEL 2013 E NEL 2021 AVEVA RICEVUTO LA PRIMA STELLA MICHELIN: "PERDERLA NON TOCCA IL MIO EGO PERCHÉ…"
ristorante l'arcade di porto san giorgio
(ANSA) - Il ristorante L'Arcade, una stella Michelin, chiude per sempre i battenti. La notizia è confermata dal suo proprietario, lo chef Nikita Sergeev. Russo di origini ma sangiorgese d'adozione, da ormai oltre 20 anni, Sergeev aveva aperto L'Arcade nel 2013 nella galleria in viale don Minzoni, a Porto San Giorgio (Fermo) per poi trasferirsi sul lungomare Gramsci. Lì è arrivata, nel novembre del 2021 la stella Michelin (confermata quest'anno).
Oggi il fulmine a ciel sereno: il ristorante non riaprirà, e di riflesso perderà la stella della prestigiosa guida francese. "Non ho più stimoli. Non ci credo più. E se non provo più emozioni, - confessa Sergeev - non riesco nemmeno più a trasmetterle a chi lavora con me e ai nostri clienti. Ma tornerete a sentir parlare di me, di noi. Abbiamo sempre lavorato benissimo, anche quest'ultima stagione, anche dopo la stella arrivata nel 2021. Qualche progetto di lavoro già c'è. Sono appena tornato da Dubai e Abu Dhabi. Magari mi metto a scrivere. O magari mi dedicherò alla didattica. Alle consulenze. O, perché no, torno ai fornelli".
"A me piaceva e piace fare il cuoco e vorrei tornare a cucinare. - prosegue - Insomma tornare ai fuochi magari con qualche responsabilità in meno anche perché "chef" significa comandare, cuoco vuol dire invece cucinare". La stella andrà, però, persa: "vero ma l'ho presa e quella resta nel cuore, nell'esperienza, nel Nikita cuoco. La giacca stellata resta, anche se a casa. E chissà che quelle emozioni nel riceverla non le rivivrò in un futuro, anche prossimo. Perderla formalmente non tocca il mio ego perché so quello che valgo e i sacrifici che ho fatto. Si tornerà a sentir parlare di me, di noi".
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