Natalia Aspesi per ''la Repubblica'' del 4 agosto 2009, ri-pubblicato da www.cinquantamila.it, sito a cura di Giorgio Dell'Arti
Archiviate le pornografe giovinette di un tempo tipo Melissa P, forse rinsavite le giornaliste trentenni come Catherine Townsend dalla autobiografia quanto mai scostumata, tornata alla virtù della critica d´arte Catherine Millet, che aveva narrato, lei con quel faccino da proba zitellina ultracinquantenne, delle sue mille frenetiche scopate, cosa restava all´editoria in affanno per ingolosire i sempre più stanchi lettori di erotismi più o meno letterari?
Scovare un´autrice ancor più sorprendente e disturbante, per esempio la vegliarda pornografa di grande famiglia, la bisnonna che aspira a superare Ninon de Lenclos, amata dal Grand Condè, da Racine e (inutilmente) da Richelieu, e fino all´ultimo, ormai vecchia, inseguita da giovani appassionati: sua la celebre frase «ci vuole più genialità per fare l´amore che per guidare un esercito».
gloria vanderbilt con frank sinatra
Ancora di più per scriverne, infatti spesso l´operazione viene malissimo, trattandosi di materia che sulla carta (ma anche sullo schermo) per quanto ci si ingegni, finisce per essere molto ripetitiva e per annoiare soprattutto l´autore; o meglio l´autrice, essendo ormai delegata soprattutto alle donne la pornoscrittura, come è sempre capitato di ogni professione o arte man mano che veniva deprezzata e quindi abbandonata dagli uomini.
L´ironica devozione, il festoso imbarazzo, che hanno accolto negli Stati Uniti Obsession, il nuovo romanzo dell´ereditiera impoverita Gloria Vanderbilt, non riguarda il suo contenuto, una foresta di cock, clit, tulip, pussy, continuamente sottoposti ad ogni vellutata angheria, ma il fatto che la sapiente e fantasiosa signora, che con scrittura di massima eleganza ne racconta di ogni colore per 144 pagine (scritte in grande, forse pensando ad anziane/i presbiti lascivi), è del febbraio 1924, ha cioè già compiuto 85 anni. Anche nei siti che si chiamano anzianealtelefono.com, oppure signoremature.hard, gli alieni che disdegnano le minorenni cercano massimo settantenne. Evidentemente, anche il sesso che secondo gli esperti sarebbe illimitato, ha invece i suoi limiti.
gloria vanderbilt con frank sinatra
E trattandosi di una signora entrata nella quinta età e di gentile aspetto molto Dorian Gray, pare blasfemo pensarla non si dice mentre pratica, ma neppure mentre immagina, fantastica, rievoca, quelle brutte cose là. Trama del libro: Talbot Bingham è un celebre venerato architetto che con l´amata moglie Priscilla forma una coppia di massima perfezione con quotidiani accoppiamenti malgrado la signora sia frigida.
gloria vanderbilt, pearl bailey, truman capote
Mentre festeggiano il loro decimo anno di matrimonio, improvvisamente lui muore: vedova stupenda e disperata, trova un pacco di lettere, firmate Bee, Queen Bee, ape regina; che chiama Talbot Master, "Padrone", e rievoca un infernale paradiso di reciproca ossessione sessuale, in cui la bellissima misteriosa ragazza è una schiava tra altre schiave, sottomessa alle incessanti crudeltà amorose del suo Signore che a sua volta ne è ghiotto; in cambio, siamo gente di gran mondo, le regala la più bella casa mai vista su una rivista di architettura, abiti autentici di Fortuny, gioielli rari e un grandioso vitalizio, altro che mille euro e un paio di collanine che fanno miseria di denaro e di sesso.
gloria vanderbilt vista da avedon
Figuriamoci la frigida Priscilla, del resto continuamente nominata nelle lettere di Bee con l´appellativo sprezzante di Moglie, cioè di persona inutile, incapace di venerare e farsi venerare, prigioniera di una vita e di un corpo che non conoscono gioia e piacere. Per esempio le adorabili sculacciate, da praticare con una spazzola per capelli, ma non una qualunque: solo la Mason-Pearson che si trova da Harrods assicura una seria celestiale punizione paragonabile a quella cui Bee piccina veniva sottoposta nell´orfanotrofio da suore crudeli.
gloria vanderbilt anderson cooper
La signora Vanderbilt conosce certamente quel monumento ineguagliabile alle fantasie erotiche femminili che è Histoire d´O, pubblicato nel 1954, tre mesi dopo Bonjour tristesse della Sagan.
L´autrice, che da molti fu creduta un autore essendo inimmaginabile che le donne avessero la parola dove erano state obbligate al silenzio, si mantenne segreta sino al 1995, quando ad 87 anni rivelò la sua identità al New Yorker: Pauline Réage, che aveva firmato quella fantasia barocca e squisita, si chiamava in realtà Anne Desclos, ed aveva una tale vocazione alla clandestinità che diventando segretario generale della prestigiosa Nouvelle Revue Française e pubblicando una Antologia della poesia religiosa francese, aveva assunto lo pseudonimo di Dominique Aury.
Il libro scandaloso che i grandi editori rifiutavano e le librerie non volevano, (fino ad oggi ha venduto in Francia un milione di copie), fu processato, premiato, attaccato (anche da Mauriac che però non volle leggerlo). I tempi sono cambiati. Vanderbildt non ha bisogno di pseudonimo, i critici letterari ignorano, il gossip chiede al figlio Anderson Cooper, colonna della CNN, se è contento della mamma pornografa. Risposta: sì.
In quella Ossessione pornofiabesca tra catene d´oro, maschere di ali di colomba, fruste di seta, musiche celestiali, unguenti fatati, misteriosi oggetti di cristallo, frutta e verdura in quantità, Bee racconta l´estasi della sottomissione a regole crudeli e dementi, quindi erotiche. La presenza di un unicorno ci assicura che si tratta di un sogno, in cui Bee e Priscilla sono forse la stessa persona, come capita in ogni fantasia sessuale femminile che trasforma una signora casta in un satanasso.
Anche il lussurioso Talbot è, più che un´invenzione, un miraggio, che finalmente una vecchia signora si concede: dopo chissà quali sbadigli o delusioni con i quattro mariti (tra cui il direttore d´Orchestra Leopold Stokovski e il regista Sidney Lumet) e i tanti amanti forse sopravvalutati, tipo Marlon Brando o Frank Sinatra, e la perdita del suo ultimo amico, il grande fotografo nero Gordon Parks, morto nel 2006.
E dopo anche dolori tremendi, quali il suicidio del maggiore dei suoi quattro figli maschi, che nel giugno del 1988 si gettò dal 14° piano del loro appartamento di New York, invano trattenuto dalla povera Gloria.
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