Cristiana Lauro per Dagospia
Niente da fare: talento e successo non si perdonano a nessuno! Figuriamoci, poi, se a quattro giovani virgulti italiani in un festival europeo. Apriti cielo!
Ma veniamo ai fatti, perché la questione ronza intorno al presunto plagio da parte dei Maneskin (vincitori del Festival della Canzone Italiana 2021e dell’Eurofestival a Rotterdam con il brano “Zitti e buoni”) che avrebbero (a sentire qualcuno di testate giornalistiche in Belgio) scopiazzato i The Vendettas”, che nel 1994 pubblicarono “You want it, you’ve got it”.
Damiano dei Maneskin, come noto, ha già dovuto replicare e con fin troppa educazione, alle accuse di consumo di droga in pubblico alle quali, al posto di Damiano, avrei risposto: “il test antidroga, quindi, lo facciamo tutti quanti. A partire da voi!”
Ma torniamo al presunto plagio e se il Rock non fa per voi non proseguite con la lettura.
Il riff che regge “Zitti e buoni”è un semplicissimo accordo di mi minore, il fatto che ci siano chitarre distorte non cambia un ciufolo al senso del discorso sennò, ripeto, il vostro cervello e il rock non fanno scopa.
Mille altri esempi di estrazione hendrixiana (nel senso di Jimi Hendrix) quindi a cosa si stanno attaccando? I due riff effettivamente sono molto simili, non uguali, ma ci sono anche brani italiani e di chissà dove che potrebbero rivendicare il plagio per una questione analoga, sovrapponibile, che tuttavia non spiega niente, solleva solo un po’ di polverone. Quello che è soggetto al plagio è la melodia, non l’ispirazione dell’arrangiamento al quale non è, fin qui, riconosciuta una paternità, invero un’idea. Si tratta di un riff di uso comune, una frase di uso comune.
Ad ogni modo: il plagio non esiste e non solo perché i due riff, pur essendo molto simili, non sono identici, ma perché il plagio si configura sulla melodia.
L’arrangiamento non è soggetto a diritto d’autore e il riff in mi minore lo hanno usato tutti quanti nel Rock, compresi i grandi Elio e le Storie Tese che hanno tratto ispirazione da molti grossi nomi non solo Hendrix, ma anche Frank Zappa. Zappa, tuttavia, era uno che evitava riff così scontati.
E comunque il brano dei Maneskin “Zitti e buoni”, volendo, poteva anche fare a meno di quel riff, ma ripeto: non è plagio. Se ragioniamo in questi termini, allora tutto il Rock dalla metà degli anni Sessanta è un plagio del Chicago Blues e di Muddy Water, come già riconosciuto dai Rolling Stones e dai Led Zeppelin.
Roberto Lanzo, musicista, autore e arrangiatore dice: “I Maneskin sono molto giovani ma sembrano avere già imparato la lezione del Rock e sanno scrivere canzoni, in un’epoca in cui imperversano artisti che scaricano basi pronte da YouTube e ci parlano sopra effettando la voce con Auto-Tune”.
Sul tema del plagio mi sono consultata anche col maestro Jacopo Fiastri, celebre compositore, già consulente tecnico di Michael Jackson ed era ovviamente in linea col mio pensiero a difesa dei Maneskin.
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