Ida Di Grazia per leggo.it
Si definisce salina e ventosa come la sua Genova, Francesca Baraghini, classe 1984, è una delle giornaliste più apprezzate del panorama televisivo. Volto di Sky Tg24 dalla prossima settimana inizia una nuova avventura su TV8.
Venerdì ha condotto l’ultima puntata di Skyline, lunedì inizierà” con il TG8, addio vacanze?
«Nella prossima vita farò il gatto, così dormirò. Scherzi a parte, farò sicuramente qualche giorno ad agosto ma quando nascono i nuovi telegiornali è così»
In conferenza ha detto che il suo modo di condurre non viene mai prima dei fatti, che cosa intende?
«I fatti sono i protagonisti e noi io. Io posso cambiare registro, se ad esempio parliamo di un morto sulla strada rispetto alla nascita di un bambino cambierà il linguaggio, ma il mio stile di conduzione non può venire prima di una notizia. Io voglio che rimanga il concetto di approfondimento senza togliere nulla, senza abbassare la qualità ma usando meno parole»
A proposito di conduzione, di lei hanno detto che ha uno stile anarchico, si rivede?
«Sono principalmente una spettatrice e mi annoio tantissimo quando guardo la televisione se non c’è ritmo e dunque porto in onda questa cosa. Mi piace il ritmo di un certo tipo che non è anarchico, Bakunin dice: l'uomo non ha bisogno di leggi perché sono già dentro di te e io la penso così.
Possiamo darci delle regole da soli, quindi il mio stile ha a che fare con la mia noia personale, mi piace il ritmo veloce e qualcuno che abbia qualcosa da dire. Il mio stile rimane, non fingo mai davanti alle telecamere, magari cerco di far vedere che sono meno emozionata possibile, però sono vera»
Qual è il momento in cui leggendo il diario di Anna Frank ha capito che voleva fare la giornalista?
«Al termine del libro lei dice che un giorno uscirà da quell’alloggio segreto e racconterà la verità a tutti. Questo concetto di verità è diventato per me quasi un’ossessione che è andata avanti nel tempo. Ho letto il libro a nove anni, ma ho continuato a leggerlo anche dopo e ogni volta capivo sempre di più cosa volesse dire mettersi in discussione, e impari il concetto di verità, di ingiustizia sociale e quando ho letto questa frase ho pensato che anch’io volevo raccontare quello che vedevo. Ho provato anche a fare altro, il dentista con mio papà ma non era la mia passione»
Tra MotoGp e Calcio quale sport ama di più?
«Difficile scegliere, ma più che calcio in genere io amo proprio la Samp, sono una tifosa da stadio… da divano quando c’è il derby. Sono una Fedelissima e i miei amici mi dicono sempre che sono una “camalla mancata” che da noi sono gli scaricatori di porto, perché mi piace cantare, stare con gli amici e uscire dal mio ruolo istituzionale»
Extra lavoro quali sono le sue passioni?
«Me l’ha passata mio papà, è la pesca a traina, è una cosa che a volte mi viene criticata sui social ma devo dire che li ributto eh! Concettualmente lo capisco, partiamo dal fatto che io vengo da una famiglia vegetariana, è proprio una questione legata ai miei ricordi. Ci rilassiamo in balia del mare»
I suoi Haters cosa le rimproverano?
«La cosa della pesca li ha fatti molto arrabbiare, poi c’è la mia voce che è amatissima o odiatissima Però in questo caso è una parte di me, io non fingo sono proprio così»
C’è qualcosa che l’ha ferita?
«Ferita no, le critiche le prendo in considerazione se hanno a che fare con il mio mestiere perché voglio migliorare, se hanno a che fare con la mia vita personale provo a farmele scivolare addosso. Quando la mia riservatezza però viene interpretata come una persona che se la tira lì sì un po’ mi dispiace»
Che rapporto ha con i social?
«I social non sono la mia vita ma sono una forma di racconto e a me piace farlo. Spesso racconto il mare di casa mia (Genova ndr), l'acciuga fritta che mi piace mangiare, il sax che suono… ma non ci sono video!»
Il Sax?
«Ho fatto conservatorio durante il liceo e suonavo il piano, a un certo punto all'età di vent'anni ho pensato che volessi uno strumento un po' per rilassarmi ma soprattutto per non far vedere quello che provo e il sax è perfetto. È uno strumento ad ottone quindi se sei arrabbiato o felice si sente, la sfida è cercare di non far uscire queste emozioni»
Cos’è che non vuole far vedere?
«Mi fanno arrabbiare tante cose ma non voglio che si veda soprattutto sul lavoro perché la notizia viene prima. Prendiamo l’esempio del Ponte (Morandi ndr) della mia città, quello è un ponte che mio papà usa per andare al lavoro. Sapere che poteva accadere a chiunque, che sono morte 43 persone che passavano di lì perché era la strada di casa è una roba che mi fa molto arrabbiare, ma non posso andare in onda sempre con questa rabbia, devo mantenere un certo distacco perché devo avere rispetto per chi ci guarda»
Dov’era durante il crollo del ponte Morandi?
«Ero a Milano, dovevo andare a casa ma c’era un’allerta arancione con mia mamma decidemmo di lasciar stare, c’era la possibilità che in quel momento fossi lì»
Lei crede nei segni?
«Credo in Dio, ed è una fede costruita e non di nascita, e poi sì credo molto nei segni: ai miei nonni che non ci sono più, che ci sia sempre possibilità di sentire quella voce dentro che non è mia ma di qualcun altro e comunque 8 vuol dire infinito è quindi già è un altro segno!»
C’è una trasmissione che le piacerebbe condurre?
«Il mio grande sogno sarebbe un programma in prima serata, tipo Skyline, di attualità cronaca e politica che arriva a tutti, che sia semplice»
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