LA FAMIGLIA DI CALIFANO NON PAGA IL FUNERALE, CI PENSANO GLI AMICI - MA LA FIGLIA INCASSERÀ I DIRITTI D’AUTORE

Nicoletta Appignani per "la Notizia"

Striscioni, amici, politici, centinaia di fan e perfino un quartetto d'archi. A dare l'addio a Franco Califano, nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo, lo scorso 2 aprile, c'era una vera e propria folla. Un funerale in grande stile, come spesso accade per gli artisti acclamati. Il problema? Nessuno l'ha ancora pagato.

La disputa familiare
Generalmente a occuparsi di queste cose sono gli eredi e anche Califano ne aveva: la figlia, Silvia, rimasta sempre fuori dai riflettori soprattutto a causa dei rapporti discontinui con il padre. Proprio nei giorni vicini al funerale, in alcune interviste, ha ricordato le assenze di quell'uomo che la lasciò, appena nata, per inseguire la propria professione ed entrare nel mondo dello spettacolo: "Ci siamo voluti bene - spiegava la donna - ma ci siamo persi un pezzo di vita insieme. Sono una figlia, ma anche una madre e credo che lui non fosse tagliato per fare il genitore".

Un rapporto difficile, quindi, che Silvia Califano ha deciso di terminare con una lettera in cui spiega di non avere nessuna intenzione di pagare il funerale del padre. In quelle righe, infatti, chiarisce di non essersi occupata personalmente delle pratiche e di non volerne rispondere. La donna infatti, secondo i racconti degli amici del Califfo, è arrivata a Roma quasi 2 giorni dopo la morte del cantautore e nel frattempo tutto era già stato predisposto.

Il conto

E se la famiglia si defila, chi si occupa delle spese? A seguire l'organizzazione delle esequie è stato l'avvocato Marco Mastracci, legale di Califano da 20 anni. Che insieme ad un gruppo di amici ha poi dovuto prontamente versare il primo acconto all'agenzia di pompe funebri. Il conto complessivo? 14 mila euro. Al quale si aggiunge anche un altro problema: la tomba. Che ancora non c'è.

In questo momento, infatti, il corpo del Califfo è in un fornetto provvisorio nel cimitero di Ardea, in provincia di Roma, in attesa della tomba vera e propria, di cui un po' per gioco e un po' seriamente, aveva già parlato con gli amici.

"Ci aveva chiesto due cose - ricorda l'avvocato Marco Mastracci - essere seppellito nel cimitero di Ardea con il fratello e il nipote, e di poter stare con loro in tomba comune. Ma la figlia ha detto di non poterla comprare, quindi lo farò io, insieme agli amici di Franco". La domanda, a questo punto, sorge spontanea: i rapporti tra padre e figlia erano così conflittuali da rinunciare addirittura all'eredità? "No - spiega Mastracci - quella per ora è stata accettata con beneficio di inventario".

La controversia

Si penserebbe che Califano, in punto di morte, fosse indebitato fino al collo. Non è un mistero, infatti, che nel 2010 volesse chiedere aiuto allo Stato, invocando la legge Bacchelli: quella che prevede l'assegnazione di un vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in condizioni di indigenza. L'aveva dichiarato lo stesso cantautore dopo una caduta in cui si era rotto tre vertebre: un incidente che gli impediva di esibirsi e quindi di avere fonti di guadagno.

Ma poi il Califfo aveva deciso di non presentare l'istanza e di mantenersi con i suoi diritti d'autore: 20.000 euro l'anno, come raccontava all'epoca, ovvero la somma che rimaneva esclusa dai pignoramenti dei vari creditori. Soldi che adesso, a quanto pare, sono destinati alla figlia.

Il museo
Nel frattempo ad Ardea si apre anche la questione del museo. Giorni fa, in un locale destinato all'esposizione di reperti archeologici, è comparso parte del materiale da destinare "all'angolo della memoria" del Califfo. E anche di questa iniziativa attualmente si occupano gli amici.

Tutto il resto è noia, avrebbe detto lui. Ma più che altro, sono noie. Che agli eredi non interessano.

 

SILVIA E FRANCO CALIFANO jpegcalifano negli anni ottanta SILVIA CALIFANO le donne di califano foto sette corriere della sera califano al piano I fan di Califano fuori dalla Chiesa Il Feretro di Franco Califano CALIFANO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…