DAGO IN THE SKY - IL REGIME DELL'ARTE - PROMO
Luigi Mascheroni per Il Giornale - Style
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Ha visto cose che voi pensate sia il futuro, e invece è cronaca. Raccontata, pensando a ieri ma parlando al domani, da Roberto D'Agostino, che noi pensiamo sia un giornalista e invece è un aggregatore (intelligente) di notizie. Che non è la stessa cosa.
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Con Dagospia, dal 2000, anno di apertura del sito, ha cambiato il mondo dell'informa-zione italiana. Con il programma Dago in the Sky (with dàimon, leggi: tutto ciò che è a metà strada tra il divino e l'umano, il sublime e il trash) ci spiega, in dieci puntate ogni settimana su Sky Arte, come i nuovi media, aggiornando le vecchie regole, stiano cambiano società, politica, cultura.
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Cioè: Noi. All'incrocio tra Medioevo analogico e Rinascimento digitale, eccolo qui: tatuaggi, creatività, cinismo e pizzetto, Roberto D'Agostino ci narra di videogiochi, arte, case di domani, paure di oggi, Identità e immagini proibite. In apparenza, una trasmissione impossibile. In realtà, con lui in video, è facile. Come cercare un Dago nel pagliaio.
LA PUNTATA DI STASERA SU SKY ARTE, 21.15: IL REGIME DELL’ARTE
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L’arte italiana fu serva del fascismo? In contrasto con un regime ostile alla democrazia e alle libertà individuali, e nei suoi ultimi anni violentemente antisemita, come mai le migliori menti del tempo hanno realizzato opere eccezionali? Basta pensare alle bellissime architetture di Terragni e Libera e Piacentini, alle tele di Sironi e Balla, De Chirico e Guttuso, Boccioni e Savinio, Carrà e Casorati; alle sculture di Arturo Martini e Adolfo Wildt. Agli artisti il fascismo non faceva male? Ci credevano? Fu puro opportunismo?
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Tra un Depero nel suo studio e un Goebbels che ride di fronte alla scultura di Martini, quel che più colpisce nel fiorire delle arti sotto il fascismo è l'assoluta coincidenza fra progetto politico e cultura artistica. E la scarsa coscienza democratica degli artisti: De Chirico nei confronti delle leggi razziali non disse una parola, pur avendo avuto due mogli ebree. Ecco: spaventa la normalità di come giorno dopo giorno, esposizione dopo esposizione, tra biennali e triennali e quadriennali fasciste, questi artisti si siano non solo tranquillamente adeguati al regime, ma lo hanno, spesso, glorificato malgrado l’alleanza col nazismo.
OSPITI: Michela Serri, Ester Coen, Giampiero Mughini
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