Barbara Costa per Dagospia
“Ho infilato il caz*o in ogni buco a disposizione”. L’ha detto Lou Reed, pene curioso, e voi, donne, etero, e mogli, che fareste se vostro marito lo mettesse in ogni buco a disposizione? E se questo buco fosse pure di un maschio, fosse pure trans? Sareste gelose, in competizione, furenti o dolenti? Lo chiedo perché nella recente biografia "Lou Reed. Il Re di New York" (minimum fax ed.) le sue mogli non se la passano bene. Lou Reed è senza dubbio stato “l’oltraggio più fr*cesco del rock” e va inteso nella dissoluzione che scriveva e cantava e che si viveva sul serio.
E Lou sposa la prima volta Bettye Kronstad, donna etero che l’ha sempre vantato, “il mio rapporto con Lou era autentico”, sì, e certo, però, sai, con uno sposo che finita la cerimonia di nozze, ci prova col prete, davanti a te, neo mogliettina… io qualche domanda me la farei. Come me la farei con un marito che, cena a quattro con gli amici David e Angela Bowie, si mette a “sussurrare cose all’orecchio di David”, a tubare, con David, fino a “chiudersi a chiave in camera da letto, con David”: a farci che?
Una moglie cosa deve pensare se al marito arrivano “rose rosse spruzzate di vernice dorata accompagnate da un bigliettino” che Lou ti proibisce di leggere, perché è firmato David? Nessun pensiero ti viene se tuo marito balla i lenti con gli uomini, in quanto “è bello, hanno spalle su cui puoi appoggiarti”?
Ci sono mogli che, lo so, preferiscono girarsi dall’altra parte, però se sei sposata alla rockstar Lou Reed, più di tanto la finta tonta non la puoi fare. Quando hai un marito che ti giura che tra lui e Andy Warhol non c’è stato niente, tu credici però… le foto di loro due teneramente abbracciati, con le mani di Andy sul pacco di Lou, girano. Davvero tuo marito Lou non ti ha mai fatto cenno del suo passato presente nelle sue canzoni, non ti ha mai detto che quando canta di “going down”, canta di p*mpini tra uomini, e che “il marinaio che mi succhia il batacchio”… è il suo? Lou Reed ha sempre scritto e cantato di ciò che sa.
E Lou come fa a sapere che ci sono ricchi, a New York, che pagano “anche 500, ma anche 700 dollari” per assistere a orge omosex? Come fa il maritino Lou a conoscere gli indirizzi dei più sordidi gay club di New York, dove fistano? E perché il maritino Lou compra collari bsdm nei sexy shop, e li indossa quando non esce con te?
Certe mogli hanno bisogno di sbatterci il muso. Dopo Bettye, Lou Reed si fidanza pubblicamente con Rachel, nato Richard. Rachel è una parrucchiera, è trav, è omosex e si veste da donna. Lou e Rachel stanno insieme tre anni, si sposano con una cerimonia legalmente non riconosciuta, ma con scambio di promesse, anelli e torta a strati in un ricevimento con tanti invitati.
Tra loro finisce quando Rachel inizia la sua transizione, prende ormoni e pensa di liberarsi del pene. Lou non accetta questa sua decisione, la rottura è talmente feroce che Lou subito impalma la vulva etero di Sylvia Morales, e impone a tutti di non nominargli mai più Rachel. Però non è che a Rachel e al di lei pene non ci pensa più. È nei dischi che dopo Rachel fa. Musa penica in absentia.
Quando il medico, per abuso di droghe e alcool, e per l’epatite contratta da ago infetto, dice a Lou che ha “un fegato grosso come un divano”, Reed va in anticipata crisi di mezza età. Smette con le droghe ma non con l’alcool, e la nuova moglie Sylvia lo convince a trasferirsi in campagna. Lontano da tentazioni e peni, come ti sfoghi? A seghe, ti compri la motosega, tagli legna, e ti fai montare l’antenna satellitare.
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Davanti alla tv Lou Reed si rincogli*nisce, e ingrassa. Diventa nevrastenico, e litiga forte con Bowie. Finisce a schiaffi. Finisce pure con Sylvia, assillante perché vuole un figlio da un Lou che fin dal principio l’aveva avvertita: niente pargoli. Legato a Sylvia, Lou rilascia crude e mai smentite dichiarazioni: “Non ci si può spacciare per gay, essere gay significa succhiare caz*i, farsi inc*lare” e “i gay esistono, e basta, io sono uno di loro” e “mio caro, io sono un succhiacaz*i, e tu, cosa sei?”. Le avrà lette Laurie Anderson, ultima signora Reed?
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