elly schlein e lilli gruber – emergenza migranti – vignetta by usbergo

“IL VERO MONDO AL CONTRARIO FORSE È QUELLO CHE GIÀ C'È” – LILLI GRUBER TIRA FUORI GLI ARTIGLI E, CON LA SCUSA DI DIFENDERSI DA CHI LA CRITICA PER L’INTERVISTA SERRATA A ELLY SCHLEIN, ATTACCA VANNACCI E LA DESTRA: “ABBIAMO ALLE SPALLE UN’ESTATE IN CUI SI È DISCUSSO APERTAMENTE SULLO SDOGANAMENTO DI DIRITTO ALL’ODIO, ABBIAMO VISTO OPINIONISTI INTERROGARSI SULL’EVENTUALE TASSO ALCOLEMICO DI UNA RAGAZZA STUPRATA” (RIFERIMENTO A GIAMBRUNO) – “UN’INTERVISTA È UN’INTERVISTA, NON UN’ARRINGA ELETTORALE…"

 

Marco Zonetti per Dagospia

 

lilli gruber elly schlein

L'ultima ospitata della segretaria del Pd Elly Schlein a Otto e mezzo, amministrato da anni con piglio austro-ungarico da Lilli Gruber su La7, ancora fa parlare di sé a distanza di settimane.

 

L'accoppiata Gruber-Massimo Giannini, direttore della Stampa, ha sottoposto Schlein a una gragnola di domande serrate e di tetragone obiezioni che ha destato scalpore e che in alcuni casi, come segnalato da Dagospia, ha indotto i telespettatori (anche non di Sinistra) a simpatizzare per la "vittima" Elly. 

 

lilli gruber

Oggi, nella sua rubrica su Sette, magazine del Corriere della Sera, Lilli Gruber si difende dalle accuse dei lettori in merito alla suddetta intervista.

 

"Ho letto sia nel tono delle domande, sia nella mimica, una sorta di acrimonia quasi personale", scrive Angela Ianniello. "Inutile lamentarsi dei linguaggi poveri dei vari Conte, Salvini, Meloni, se poi si sbeffeggia chi spiega le proprie idee con un linguaggio da adulti acculturati", deplora Sergio Paglicci. 

 

"Più che un'intervista quella a Schlein sembrava un attacco diretto. Il fuoco di fila di domande (più che giustificato) era accompagnato da sguardi di riprovazione" bacchetta Debora Conti.

 

Lilli non ci sta e risponde a tono. "Cari lettori, quello fra politica e giornalismo è da sempre uno 'sport di contatto', e un'intervista è un'intervista non un'arringa elettorale o una chiacchierata fra amici. Questo è bene ricordarlo perché sempre più spesso - soprattutto nella tv italiana - si vedono politici andare solo in trasmissioni ritenute 'affidabili' in cui poter dire tutto quello che vogliono senza alcuna obiezione o 'seconda domanda' da parte dell'intervistatore".

 

ANDREA GIAMBRUNO - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

E la giornalista precisa: "Questa non è la normalità, e basta accendere un canale televisivo anglosassone per rendersene conto. Elly Schlein è una leader determinata e rispettosa del ruolo dell'informazione, e sa di dover rendere conto delle azioni del primo partito di opposizione, anche esponendosi a domande scomode sulle difficoltà e sulle contraddizioni interne al Pd. Non tutti i leader oggi in Italia fanno lo stesso, specie quelli che hanno responsabilità istituzionali e che a maggior ragione dovrebbero rispondere del loro operato".

 

Quindi Lilli respinge al mittente le critiche alla sua "mimica facciale". "Mi sembra una lettura personale e molto azzardata: dopo 40 anni di giornalismo televisivo ho imparato a padroneggiare un comportamento neutrale".

 

roberto vannacci a diario del giorno.

Quanto al tema del "linguaggio": "Abbiamo alle spalle un'estate in cui si è discusso apertamente sullo sdoganamento di 'diritto all'odio' da parte di certa destra (riferimento al libro Il mondo al contrario di Roberto Vannacci, ndr); abbiamo sentito frasi sulla 'sostituzione etnica', sui diritti delle coppie Lgbtq+, abbiamo visto in Tv opinionisti discettare serenamente se si potesse definire 'anormale' un omosessale o interrogarsi sull'eventuale tasso alcolemico di una ragazza stuprata, come a suggerire un rapporto causa-effetto del tutto intollerabile". Ricordiamo che, alla festa del Fatto Quotidiano, LIlli aveva deplorato le frasi di Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni, in merito agli stupri. 

 

La conclusione dell'autodifesa della conduttrice di Otto e mezzo è alquanto puntuta: "La comunicazione è un punto cruciale per ogni responsabile politico, a maggior ragione se nel frattempo c'è chi rivendica orgogliosamente posizioni retrograde, xenofobe e incivili. 

 

lilli gruber otto e mezzo

Come contrapporsi a questa tendenza, senza risultare né elitari né triviali, è un tema vitale per la sinistra e anche per la nostra democrazia. Perché il vero 'mondo al contrario' forse è quello che già c'è, quello in cui le interviste ai politici diventano comizi e le frasi che un tempo campeggiavano sulle porte dei gabinetti degli autogrill diventano programma elettorale". 

 

Visti tutti questi riferimenti non esattamente benevoli a Vannacci, non vediamo l'ora che - come lei stessa ha adombrato alla festa del Fatto Quotidiano - la Lilli nazionale inviti il generalissimo a Otto e mezzo per infliggergli il "trattamento Schlein". Sempre che Vannacci, benché esperto di incursioni in territorio nemico, non eviti lo scontro temendo in questo caso una caporetto in diretta televisiva. 

andrea giambruno a diario del giorno ANDREA GIAMBRUNO - VIGNETTA BY MANNELLI

lilli gruber

ANDREA GIAMBRUNO - VIGNETTA BY VAURO ANDREA GIAMBRUNO E GLI STUPRI - VIGNETTA BY MAKKOX

lilli gruber

ROBERTO VANNACCI - VIGNETTA BY MANNELLI

lilli gruber

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA