Marzio Breda per il Corriere della Sera
Chissà se si farà vedere anche Rosaria, domani sera in piazza Dante a Napoli, tra la gente che festeggerà Tullio Pironti. È la donna con la quale fece l' amore per la prima volta, da ragazzo, e che sognava di sposarlo per riscattarsi dal mestieraccio in un bordello. Il ricordo di quegli appuntamenti, pagati con il poco che guadagnava sul ring, gli ha ispirato pagine delicate e caste, nella sua autobiografia.
Descrizioni in cui lei, trovato per caso il libro in un' edicola, si identificò subito. E che tre anni fa la spinse a presentarglisi davanti, ormai anziana e minuta. «Non ti ricordi di me? Sono cambiata, ma non riconosci nemmeno la voce? Eppure è sempre la stessa. Venivi alla Pensione Paradiso». E lui, confuso e felice: «Ma sì, Rosaria dai, andiamo a cena insieme in qualche posto vicino al mare».
Gli ottant' anni dell' uomo più irregolare, coraggioso, spericolato e armato d' intuito del nostro panorama editoriale - e in certe imprese pronto all' azzardo e alla dismisura - sono affollati di incontri come questo. D' amore e amicizia, senza imposture. Incontri che possono riguardare un' ex prostituta ritrovata, e alla quale ridare tenerezza, come un' intellettuale elitaria e dai giudizi taglienti del rango di Grazia Cherchi.
Due vite, quelle di Pironti. Corsare e sovversive, a tratti, ma mai mediocri. La prima è segnata dalle avventure di uno scugnizzo che vende castagnaccio nei vicoli sotto le bombe alleate e poi, dopo l' approdo alla boxe, dai combattimenti sulle navi americane, con una carriera che lo porta in nazionale al fianco di Nino Benvenuti, ma che dopo 50 match viene spezzata da un devastante ko nel 1958. La seconda vita comincia con l' ingresso nella bottega di famiglia, librai da più di un secolo, e presto contempla il salto a editore, con centinaia di volumi pubblicati.
Parecchi sono libri di denuncia, danno scandalo e diventano bestseller. Altri sono scommesse generose e magari restano sugli scaffali, vincolandolo a recuperare affannosamente il rosso di bilancio con gli incassi della stagione «scolastica», in autunno. Di sicuro la congiunzione tra ciò che ha mandato alle stampe e la sua persona è totale. Vittorie e sconfitte insieme, un match ininterrotto.
Libri e cazzotti , appunto, come recita il titolo del suo diario intimo, tradotto negli Stati Uniti e in Germania. Un romanzo vero, una storia alla Jack London , infatti hanno comprato i diritti per farne un film. Una parabola straordinaria perché, ha detto Ermanno Rea, «Tullio è uno che, quando si mette a raccontare se stesso, terrebbe sveglio pure un moribondo».
Del resto questa spontanea capacità di fascinazione è forse una delle chiavi per capire il credito che gli hanno dato autori del peso di Don DeLillo e Raymond Carver, Bret Easton Ellis, il Nobel egiziano Naghib Mahfuz e Anna Rice, accettando di farsi mettere sotto contratto da lui. E lo stesso è valso, evidentemente, per molti scrittori e saggisti italiani.
Tra chi lo ha più amato, l' americanista Fernanda Pivano, toccata dal mix di «eleganza, candore e stupore di questo eterno ragazzo».
La colpiva lo sguardo del guerriero senza paura (anche se lui ha sempre spiegato che proprio la paura lo aveva salvato sul ring, rendendolo bravo a schivare i colpi) di un suo ritratto da pugile, con le mani bendate e i pugni chiusi a guardia, mentre si preparava al primo round.
Un' immagine che doveva aver folgorato anche Rosaria, quella sera alla Pensione Paradiso, spingendola a offrirgli ben più di una brusca iniziazione sessuale. Se domani sera passerà a piazza Dante troverà una festa con ospiti, musica e libri gratis. Il regalo di Tullio Pironti a Napoli.
INCONTRO TRA EMILE GRIFFITH E NINO BENVENUTI ERMANNO REA tullio pironti Libreria Tullio Pironti