Estratti dal libro di Massimiliano Scarfone, ''Il Paparazzo Buono'', edito da La nave di Teseo
INTRODUZIONE
Massimiliano detto Max
Da quando scorrono le IMMAGINI della mia vita da paparazzo…? Immagini appunto. Questi specchi misteriosi, magici quasi, hanno cambiato la mia vita. Mi hanno fatto sentire un dio: cinico padrone della vita degli altri e giudice della loro serenità familiare. Ma, allo stesso tempo, anche cupido. Le ho cercate senza sapere tutto questo. Volevo solo uscire dalla vita di periferia: dura, monotona, fatta di eccessi. Mi andava stretta. Troppo stretta. Ho cominciato a inseguire le apparenze dal cielo, arruolandomi nei paracadutisti e specializzandomi nelle riprese aeree.
Da quel momento le immagini non mi hanno più abbandonato. Gli scoop che riuscivo a rubare mi hanno mantenuto in cielo, ma, quando – come un paracadute che non si apre – è arrivata la malattia, sono precipitato. Alcune cellule mi avevano tradito, sconvolgendo lo spazio che era stato loro assegnato. Quei nuclei sono stati individuati, abbattuti e debellati, grazie a un’équipe di grandi professionisti. Le immagini della mia storia, però, sono ancora tutte lì, incise nell’“hard disk” dei pensieri.
Non una è stata danneggiata. Folli corse in moto all’inseguimento di questo o quello, spintoni, gomitate, flash, pugni, aerei presi e persi, sono tutti dentro di me, indelebili, e mi accompagnano ogni giorno. Soprattutto adesso, che ho molto più tempo a disposizione. E, insieme a loro, mi accompagna lo spettro dell’ipocrisia. L’ipocrisia di quanti usano le immagini come spot, come certi colleghi sprezzanti e arrivisti. Lungo la strada ho trovato uno scudo protettivo nella saggezza del mio amico Lapo. La sua filosofia di vita ha cambiato la mia concezione della realtà, e mi ha permesso di godere l’esistenza con più umanità e meno cinismo.
È stato lui a tirare fuori la mia indole buona, sopita ormai da molti anni. Mi ha dato consigli sinceri, che mi hanno fatto mettere da parte la rabbia e l’ostilità che nutrivo nei confronti di tutti. Per questo lo ringrazio. Sin d’ora e per la vita. La sua saggezza somiglia a quella che mio nonno mi trasmetteva con i suoi racconti. Racconti di vita vissuta, che mi procuravano serenità e gioia, ma che avevo nascosto sotto la cenere e finito col dimenticare. Poi i soldi. Tanti soldi. Una montagna di soldi. Preso com’ero dalla mia sete di scoop, non m’importava che i giornali facessero girare tutti quei soldi per favorire Tizio o penalizzare Caio. Il denaro era tutto.
E i personaggi famosi erano il mio bancomat. Le immagini erano la mia droga. Ero entrato in un vortice ossessivo: dovevo trovarle e farle mie. Ogni sera, ogni notte compivo scorrerie in città, scavando nel torbido della capitale. Cercavo di procurarmi le foto più strane, di ridurre la realtà a un rettangolo di carta capace di dispensare paura o gioia. Andavo avanti senza sosta, fino a confondere giorno e notte, bello e brutto, giusto e sbagliato… Ogni volta che mi fermavo, mi chiedevo se quello che facevo era giusto. La risposta era sempre la stessa: continua.
Verità e interessi si danno le spalle. Il lettore vuole sapere cosa fa e con chi va il suo mito. Se fa qualcosa di sconveniente, lo addita come peccatore, distrugge l’immagine idealizzata che si era fatto di lui e trova anche un ottimo argomento di conversazione. I lettori sono avidi di notizie e sono sempre alla ricerca di qualche scoop. Più lo scoop è travolgente meglio è. È una legge di mercato. E il valore dell’infedeltà è sempre altissimo. È nel nome di questo mercato che io e i miei colleghi abbiamo condotto la nostra caccia. Quando è nata mia figlia Vittoria ho sospeso il lavoro.
Questo turbinio lungo vent’anni si è fermato. L’immagine della piccola Vittoria che stringeva tra le braccia il suo cagnolino e l’amore che provavo per lei mi hanno fatto riflettere. Quando mi hanno ricoverato in ospedale, la paura di lasciarla sola per sempre mi ha fatto aggrappare alla vita con tutte le mie forze. È grazie a lei se sono riuscito a sconfiggere la malattia.
(...)
GEORGE, ELISABETTA E AMAL
L’incontro con George Clooney ed Elisabetta Canalis mi procurò un servizio d’oro che si vendette in tutto il mondo e la loro notorietà mi trascinò sotto le “luci della ribalta”. Mi chiamò un amico, proprietario di un ristorante famoso a Roma. Arrivai e trovai la bellissima coppia seduta a un tavolo, che conversava amabilmente. Nel locale c’erano anche due fotografi del “Corriere della Sera”.
clooney il primo bacio con canalis (3)
Non potevamo lavorare insieme: ci saremmo disturbati a vicenda. Ci accordammo, così, di vendere le foto insieme e concedere al “Corriere” gli scatti più interessanti. Ho avuto sempre l’abilità di convincere le persone, con diplomazia e savoir-faire. E, nella contrattazione, so appianare le divergenze e bilanciare le convenienze dei contendenti. Fin da ragazzo non ho mai usato l’atteggiamento “a me tutto, a te niente”. Ho sempre cercato di accontentare tutti, nei limiti del possibile.
Questo aspetto del mio carattere – durante il corso della mia vita, che è stata abbastanza complicata e piena di ostacoli – mi ha portato a superare, in maniera positiva, molte contese. Ma torniamo da George ed Elisabetta.
Dentro il ristorante mi sono posizionato a ridosso di uno specchio in maniera da poter controllare le mosse dei due innamorati e immortalarli. Fantasticavo già di trasformare quelle immagini in monete d’oro. I due, rapiti nell’incantesimo del loro amore, cenavano mangiando sushi: la specialità del ristorante. Nel bel mezzo della conversazione, la Canalis si avvicina alla guancia di George e gli dà un bacio: lui accosta il viso verso di lei, cercando la bocca per un bacio vero, appassionato. Io, nel mio nascondiglio, stavo impazzendo, straripante di felicità: il bacio tra i due era una cosa unica e fantastica, uno scoop sensazionale per me.
george clooney amal alamouddin
L’attore più bello e amato dalle donne di tutto il pianeta che baciava Elisabetta Canalis, in pubblico e senza remore. Passavo da un tavolo all’altro, scattando foto e saltando come una scimmietta impazzita, cercando di non farmi vedere. Per riuscire al meglio nel mio lavoro, quella sera dovevo riuscire a rendermi invisibile. Intanto, all’esterno del ristorante, i miei ragazzi scattavano altre foto, attraverso il vetro. Nelle immagini si vede l’effetto riflesso, con lei che si attacca a lui stringendosi col braccio sinistro e gli regala un altro bacio, insistendo con le effusioni.
Queste affettuosità ora per Elisabetta sono soltanto un ricordo, visto che George è sposato con la signora Amal Alamuddin, avvocato anglo-libanese. Al loro matrimonio io ero in prima linea, a Venezia, a riprendere e fotografare l’uscita degli sposi al termine della cerimonia. La nostra paura era che potessero arrivare altri fotografi, ai quali non avremmo potuto impedire di scattare foto. Invece siamo stati fortunati a rimanere soli, io, i miei ragazzi e i due fotografi del “Corriere della Sera”.
Il giorno successivo, appena potei, chiamai il mio amico giornalista Max Lazzari, che allora presentava in televisione la Vita in diretta, e che mandò in onda le foto e le sequenze del bacio. Questo momento di popolarità ci fece sentire ancora meglio, potendoci vantare di aver seguito una giornata straordinaria. Se andiamo un po’ avanti nel tempo, vediamo delle altre fotografie di Elisabetta, che si sentiva di essere la donna più bella del mondo.
Era passato qualche tempo da quando era stata lasciata da Clooney: la scoprimmo all’uscita da un altro ristorante insieme al nuovo compagno: un certo Steve-O che venne fuori essere un attore stuntman cascatore, addirittura protagonista dello Steve-O - XXX Porn Show, e anche giocoliere. All’anagrafe risultava chiamarsi Steven Gilchrist Glover: forse lei trovava il suo “gioco” più potente e divertente rispetto a quello di George, dati anche i precedenti professionali del nuovo compagno.
È risultato – come ha confermato l’interessato – che Steve-O aveva dovuto cambiare mestiere proprio perché non così “dotato”. Affermazione che sono in grado di confermare, avendolo visto nudo. Certo George Clooney è di un livello di classe infinitamente superiore, non confrontabile con questo signore. Elisabetta è sempre stata abbordabile per i fotografi ed è comunque un personaggio noto, soprattutto dopo che è stata legata a Clooney. Le loro foto erano facilmente vendibili.
Possiamo dire che portavano il massimo del profitto qualunque cosa facessero: un’escursione nei negozi, la passeggiata per la città da innamorati, un giro in taxi e anche quel bacio… chiamiamolo il primo bacio, per lo meno in pubblico. Elisabetta non si rendeva conto che per noi il più importante e attraente era George: lei viveva semplicemente del riflesso dell’immagine del grande attore americano.
Questi giudizi sui personaggi dei miei numerosi servizi fotografici nascono sulla base di opinioni che mi sono costruito nei pochi istanti in cui ci siamo incontrati, normalmente a distanza. Di solito gli incontri serali tra personaggi noti si svolgono in comodi ristoranti del centro. Sono posti normalmente tranquilli: le persone parlano in libertà, raccontandosi qualsiasi banalità, e si mangia volentieri in compagnia, gustandosi di più il pasto. “Chi non mangia in compagnia e in trattoria il diavolo se lo porta via,” si dice, no?
E soprattutto si trova tutto pronto e non si deve fare neanche la fatica di cucinare! Intanto noi paparazzi, a digiuno o dopo una frugale cena, stiamo lì a guardarli consumare i loro pasti, aspettando un qualsiasi movimento particolare.