"OGGI" SCODELLA UNA TORTA DI MELUZZI - LO PSICHIATRA E CRIMINOLOGO PREZZEMOLINO TV E’ STATO ORDINATO VESCOVO ORTODOSSO DI UNA PICCOLA COMUNITÀ CON IL NOME DI ALESSANDRO I: “LA CHIESA CATTOLICA NON VOLEVA FOSSI DIACONO PERCHÉ IN PASSATO SONO STATO MASSONE”
Mauro Gaffuri per “OGGI”
Alessandro Meluzzi e Lele Mora sono passati all’Ortodossia cristiana? Meluzzi sì, Mora no, però... Le scelte di fede di alcuni personaggi famosi hanno fatto discutere e hanno riportato interesse nei confronti della seconda confessione, in Italia, dopo cattolici e prima dei musulmani.
Lo psichiatra e criminologo spesso in tv (specialmente a Quarto grado su Retequattro), dopo essere stato ordinato prete ortodosso otto mesi fa, è diventato vescovo d’una minuscola comunità col nome di Alessandro I.
Mora, ex potentissimo agente di spettacolo che sta finendo di scontare una pena per vari reati in affidamento ai servizi sociali, frequenta navate e clero ortodossi di una chiesa milanese.
«Non ho sottoscritto nessun atto di abiura della Chiesa cattolica», spiega Meluzzi. «Ma la Congregazione per la dottrina della fede ha decretato che io non potevo essere diacono cattolico, attività che già svolgevo provvisoriamente.
Questo perché anni addietro mi ero iscritto alla massoneria. Per la gerarchia cattolica si è massoni per sempre e dunque in stato di peccato grave, benché io fossi da tempo massone “in sonno”, cioè autosospeso. Sono stato costretto a trovare un’alternativa per proseguire nella mia vocazione».
PUÒ ESSERE SPOSATO
Meluzzi è passato a un altra confessione cristiana accettando l’invito di una comunità «autocefala», la Chiesa ortodossa italiana, che annovera poche centinaia di seguaci.
La realtà del mondo ortodosso nel nostro Paese è però ben più consistente di quelle poche anime legate a Meluzzi. L’Enciclopedia delle religioni in Italia (Elledici) individua 836 religioni in Italia. Gli studi più recenti attestano che il Cristianesimo ortodosso rappresenta da noi la seconda confessione religiosa dopo quella cattolica.
Sono quasi un milione e 700 mila i fedeli (e 355 le parrocchie, secondo una ricerca di Giuseppe Giordan dell’Università di Padova). Molti fedeli sono legati alla recente immigrazione dall’Europa dell’Est. La più grande comunità è quella romena, con più di 150 parrocchie e quasi un milione di credenti. Circa 200 mila sono gli aderenti alla Chiesa ucraina, quasi 100 mila alla Chiesa moldava. Le Chiese greca, russa, bulgara e altre hanno quote minori.
Spiega il vescovo Meluzzi: «Per la mia comunità “residuale” desidero poter avere come interlocutrice privilegiata la Chiesa di Mosca, la maggiore del mondo, 80 milioni di fedeli».
Eppure qualche problema, anche grosso, Meluzzi l’avrebbe in un eventuale legame con il Patriarcato russo. Meluzzi è sposato da 28 anni con Maria Valencia Ardiles, peruviana, da cui ha avuto la figlia Maria Aracoeli, che oggi ha 26 anni. L’Ortodossia tradizionale, però, non permette a un vescovo di essere sposato.
intervento di alessandro meluzzi sulla bellezza
Le alte gerarchie ortodosse provengono tutte dal monachesimo, che esige celibato e voto di castità. I parroci diocesani (detti comunemente «pope») possono invece sposarsi, ma solo prima di essere ordinati. «Vorrà dire», commenta Meluzzi, «che la nostra Chiesa sarà la prima, tra le ortodosse, ad avere un uomo coniugato come vescovo-primate, cioè capo del mio sparuto gruppetto di ortodossi italiani. Mi piacerebbe diventasse un precedente».
CENTINAIA DI BATTESIMI
A Milano i luoghi di culto legati al Patriarcato moscovita sono due. Il primo è la parrocchia dei Santi Sergio, Serafino e Vincenzo di Saragozza martire di via Giulini, a due passi dal Castello Sforzesco, di cui è rettore padre Dimitri (Giuseppe Fantini). «Gli ortodossi in Italia sono in aumento. In ogni parrocchia vengono celebrati più di un centinaio di battesimi ogni anno», dice.
«Le conversioni degli italiani sono però scarse, dovute per lo più all’insistenza delle mogli ortodosse. Se uno si converte sinceramente a una Chiesa così severa quale quella ortodossa, lo fa perché rappresenta le origini del Cristianesimo ed esprime una stabilità dottrinale, oltre che per la bellezza del culto». Gli altri cristiani, cattolici o protestanti, non possono ricevere l’eucarestia del rito ortodosso, che prevede pane lievitato e vino. «La partecipazione all’eucarestia è riservata ai soli fedeli ortodossi, in quanto condividono la medesima fede», conclude il parroco-arciprete.
MORA RESTA CATTOLICO
E Lele Mora? È stato visto in compagnia di un prelato ortodosso e si è parlato di una sua adesione. Ma lui confessa: «Sono attratto da liturgia, canti, paramenti ortodossi. Ma credo che Gesù sia uno, che la Madonna sia una. Sono cattolico praticante, seguo il Papa. Frequento da trent’anni don Mazzi». Ogni domenica, dopo la messa cattolica delle 8, Mora va nella chiesa ortodossa dei Santi Nicola e Ambrogio al Lazzaretto, in via San Gregorio, vicino a dove l’ex manager ora vive.
«Lì c’è la Madonna che piange, una sacra icona: i devoti in preghiera mi commuovono. Ricordo quando andavo con la mamma al santuario della Madonna nera di Lendinara (Rovigo)». Mora rievoca poi il battesimo di Gabriele, il bimbo di sua figlia Diana: «Era presente anche Sua Beatitudine, il metropolita della chiesa di via San Gregorio. Ma il sacramento era di rito cattolico, impartito dal cappellano del carcere nel quale ero stato rinchiuso».