Estratto dell'articolo di Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
[…] Ai Magazzini Generali di Milano c’erano solo 1.000 persone per il concerto-evento dei Green Day annunciato a sorpresa 48 ore prima, ma al primo accordo è partito il pogo. E chissà cosa accadrà il 16 giugno quando la band californiana sarà all’Ippodromo. L’energia del punk. La forza di un legame fra band e pubblico che ha oltre 30 anni.
Il trio californiano torna con un nuovo album, «Saviors», esce il 19 gennaio ed è stato anticipato dall’energia di «The American Dream Is Killing Me» e dalla velocità folle di «Look Ma, No Brains». Il brano sull’ american dream mostra una nazione in preda a cospirazionisti, speculazione immobiliare, crisi del lavoro...
«Strangedays Are Here to Stay» è un punk classico in cui c’è il ritratto di una generazione («da quando Bowie è morto, non è più lo stesso») disillusa, la piaga del Fentanyl (medicinale oppiaceo che dà dipendenza ndr ). Le stragi da arma da fuoco sono fra le immagini dell’aggressiva «Living in the 20’s».
Un quadro poco rassicurante. «Negli anni 50 c’era il mito che ognuno avrebbe potuto raggiungere il sogno americano: la staccionata bianca, la famiglia come nucleo con la mamma a casa e tutti che sorridono, un buon lavoro. Sembra un dipinto di Norman Rockwell. Quell’idea è morta. Che sia l’epidemia di Fentanyl o la gente senza casa perché non può permettersi un affitto. L’ american dream è diventato un incubo per molti», commenta il frontman Billie Joe Armstrong[…]
La critica al sistema e il ritorno del produttore Rob Cavallo accendono il parallelo con «American Idiot», il concept del 2004. «La popolazione americana oggi è più divisa che mai. La gente si schiera e tutto è appesantito dai social media. Io cerco di non dire più nulla di politico su Instagram perché non voglio che le mie opinioni diventino propaganda per altri e si trasformino in qualcosa di destra o sinistra — spiega Billie Joe —. Ai tempi di “American Idiot” invece parlavamo di una guerra, giustificata su basi fittizie, in cui l’America era entrata senza il permesso dell’Onu».
In «Dilemma» filtrano i drammi personali di Billie Joe, la trappola dell’alcol, il dentro e fuori dalla rehab. «È autobiografico. Ha molto a che fare col tema della salute mentale, un tema di cui oggi si parla molto più che in passato. Quando eravamo ragazzini e uno confessava di non stare bene gli si diceva “dai, è tutto nella tua testa”. Appunto! Il brano parla anche di abuso di sostanze, solitudine, e del combattere i propri demoni. Se li ho vinti? Oggi sì, domani vediamo...». Con questo panorama desolante non c’è nemmeno la speranza di affidarsi a dei salvatori, i «Saviours» del titolo.
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