QUALCUNO ERA SITUAZIONISTA: “NON LAVORATE MAI!”– L’AVVENTURA RUTILANTE (E DELIRANTE) DEI PROGENITORI DEL PUNK CHE GIA’ NEL 1967 AVEVANO AMMAZZATO LE IDEOLOGIE

Massimiliano Panarari per "la Stampa"

C'era una volta l'Internazionale situazionista, scomparsa senza particolare clamore nell'aprile del 1972. Mentre il situazionismo è rimasto, e molto, nel mondo odierno; in particolare, se ne trova tantissimo nella nostra Italia di questi ultimi anni, dove si potrebbe sostenere che le sue tortuose metamorfosi giungano fino alla calata in politica di Beppe Grillo (il «Gabibbo barbuto», come lo ha definito Massimo Gramellini), ai programmi tv Striscia la notizia e Le Iene e, soprattutto, al lavoro teorico e pratico di Carlo Freccero.

Per conoscere bene tutti i risvolti di questa citatissima (a volte anche a sproposito) tendenza culturale, vale la pena leggerne la storia, al tempo stesso critica e «simpatizzante», scritta dall'estetologo e filosofo della comunicazione Mario Perniola, il quale, in L'avventura situazionista (Mimesis, pp. 132, € 12), ripercorre la vicenda carsica, affascinante e delirante di un manipolo di intellettuali, artisti e pensatori ribelli e sfaccendati, operanti tra gli Anni Cinquanta e Settanta, che sfornarono una serie di mirabolanti intuizioni sullo spirito dei tempi a venire.

Nel luglio 1957, a Cosio d'Arroscia, minuscolo paese nell'entroterra di Imperia, venne giustappunto fondata l'Internazionale situazionista, che metteva in rete un drappello di gruppi culturali alternativi - il «Movimento per un Bauhaus immaginista», il «Comitato psico-geografico di Londra», l'Internazionale lettrista e alcuni artisti con trascorsi nel gruppo Cobra - per un totale, nell'arco del quindicennio della sua esistenza, di una settantina di persone.

L'organizzazione si richiamava, anche nella denominazione, da un lato alle avanguardie storiche con le quali polemizzava ma di cui si sentiva una filiazione (il surrealismo innanzitutto, e il dadaismo), mentre dall'altro faceva il verso ai movimenti planetari della sinistra otto-novecentesca (che contestava invocandone una rifondazione a propria immagine e somiglianza).

Il punto di partenza era la rivendicazione del carattere rivoluzionario e sperimentale dell'arte e il rifiuto della critica (ritenuta al servizio di una visione mercantile), che si saldava alla perfezione con le istanze del Sessantotto-pensiero - di matrice situazionista, difatti, era l'opuscolo del '66 Sulla miseria nell'ambiente studentesco francese considerata nei suoi aspetti economico, politico, psicologico, sessuale e specialmente intellettuale, e su alcuni mezzi per rimediarvi, che circolò massicciamente fino a diventare uno dei manifesti ideologici delle rivolte del Maggio transalpino.

Nel pamphlet, materialmente redatto da Mustapha Khayati, affiorava quel filone del rovesciamento carnevalesco dell'ordine delle cose e della «fantasia al potere» che costituisce una delle idee-forza (e dei lasciti principali) del situazionismo.

Insieme con nozioni come quella di détournement, consistente nell'accostamento di immagini e oggetti che vengono inseriti all'interno di un nuovo contesto totalmente differente da quello di origine, con un effetto satirico e di sovversione del senso originario (la stessa tecnica alla base della «filosofia del frammento» di Blob, la trasmissione cult di Rai 3 partorita da Angelo Guglielmi in abbinata con i post-situazionisti Enrico Ghezzi e Marco Giusti).

E a categorie come la psico-geografia (l'analisi delle conseguenze dell'ambiente sul «comportamento affettivo degli individui») e, per l'appunto, le «situazioni», momenti quotidiani di natura collettiva improntati alla sperimentazione, alla dimensione ludica, a stili di vita diversi e a eventi in grado di interrompere la routine dell'«asservimento al lavoro» («Non lavorate mai» era uno dei loro slogan più conosciuti).

Veri rabdomanti e progenitori culturali del punk, i situazionisti si inventarono la guerriglia culturale (e semiologica) e captarono l'evoluzione del neocapitalismo verso una direzione sempre più immateriale e «libidinale». Con loro la critica della civilizzazione borghese diviene così, per la prima volta, accusa caustica della società dello spettacolo e del consumismo, e lotta contro di essa utilizzando i suoi stessi strumenti innovativi e dirompenti (a partire dalla fabbricazione di situazioni).

Teorizzarono l'insurrezione, decostruirono l'ideologia tecnocratica e si scagliarono contro il diritto d'autore, risentendo pure di una malsana attrazione per il settarismo e il dogmatismo; non per nulla, dal momento che, sotto il profilo politico, si rifacevano al Kapd (il Partito comunista operaio di Germania degli anni Venti), contro i cui parossismi Lenin (il quale, come noto, non era esattamente un socialista riformista...) indirizzò il suo famoso L'estremismo malattia infantile del comunismo.

Il situazionismo finì anche perché i «situs» erano tutti dei pessimi caratteri, narcisisti e rissosi, pronti a immergersi in una quantità innumerevole di diatribe dottrinarie sfocianti in altrettante scomuniche ed espulsioni (da cui vennero coinvolti 45 dei 70 membri, un record ineguagliabile), a cominciare dalla rottura tra l'ala artistica (in primis, quella italiana della «pittura industriale» di Giuseppe «Pinot» Gallizio e Giors Melanotte) e la frazione che voleva dedicarsi soltanto alla critica sociale e al «fare la rivoluzione», per arrivare sino al litigio epico tra i due pesi massimi Guy Debord, pontefice supremo (e dittatore) del movimento, e Raoul Vaneigem.

Insomma, un gran casino decisamente creativo, destinato a lasciare semi profondi, ma anche ad avvilupparsi rapidamente nel cupio dissolvi.

 

 

guy debord Guy Debord ENRICO GHEZZI BERNARDO BERTOLUCCI ENRICO GHEZZI ANTONIO PENNACCHI MARCO GIUSTI IN ALMERIA Intervento di Carlo Freccero beppe-grillo-a-genovaMario PerniolaGRILLO A ROMA

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...