ARCHEO-DELITTI D'ESTATE - NELL'AGOSTO DEL 1968 NATALINO MELE, 7 ANNI, ERA NELLA MACCHINA IN CUI SUA MADRE E L'AMANTE FURONO UCCISI A COLPI DI PISTOLA - IL BIMBO DORMIVA E FU PORTATO IN BRACCIO DA UN UOMO MISTERIOSO A DUE CHILOMETRI DI DISTANZA DALL'AUTO - IL PADRE DI NATALINO SI AUTOACCUSO' DEL DELITTO MA LA BERETTA CALIBRO 22 CON CUI FU REALIZZATO IL DUPLICE OMICIDIO NON FU TROVATA DALLA POLIZIA E INVECE CHI LA TROVO' NE FECE UN LARGO USO, FIRMANDO QUELLI CHE DIVENNERO I DELITTI DEL MOSTRO DI FIRENZE…
Maurizio De Giovanni per il "Corriere della Sera"
Non ci fosse stato Natalino, le cose avrebbero avuto un significato diverso. Perche alla fine con Natalino e tutta un’altra storia. Rappresenta un simbolo, Natalino: e lui stesso un racconto a parte, l’emblema della fine dell’innocenza di un intero mondo. E una vittima, Natalino: una vittima che rimane viva, ma con ferite cosi profonde da mettere tutto, proprio tutto in discussione. A pensarci, lo stesso momento in cui accade tutto e altamente significativo, anche se nessuno ancora puo saperlo: la fine di agosto del 1968. Anno topico del cambiamento mondiale, lo spartiacque tra le epoche, l’inizio della rivoluzione della consapevolezza e dei costumi.
ANTONIO LO BIANCO E BARBARA LOCCI
L’Italia si sarebbe spaccata, di nuovo; e di nuovo ci sarebbero stati conflitti, e bombe, e morti per strada come un quarto di secolo prima. Ma quello era l’ultimo dei pensieri per Barbara e Antonio, la sera del ventuno di agosto. E appena passata la mezzanotte, sono stati a cinema a vedere l’ultimo di Sordi, Il Diavolo, guarda un po’. La Giulietta e una bella macchina, ampia e spaziosa, se si ribaltano i sedili meglio di un letto. Tutti e due i sedili pero non si possono stendere, perche da un lato c’e appunto Natalino che dorme.
I due sono sposati, ma non tra loro: si vedono spesso e si divertono un mondo, purtroppo pero Antonio non ha l’esclusiva perche oltre al marito, Stefano, un manovale di origine sarda che lascia alla moglie molto campo libero, ci sono almeno un altro paio di assidui frequentatori della bella Barbara, la mamma di quel Natalino che dorme sul sedile posteriore, dietro al guidatore. Natalino che e nato il giorno di Natale di sette anni prima, meno quattro mesi, ovvio. Natalino che si appresta a subire nel sonno l’evento che rendera la sua vita profondamente diversa, e di certo assai peggiore. Natalino che sta per diventare il simbolo della perdita dell’ingenuita.
Non e il massimo dell’attenzione a quello che puo vedere o sentire un bambino, e vero: ma non e la prima volta, e poi che male c’e a fare l’amore? Possiamo percio immaginare Antonio che ferma l’auto nel buio della notte, Barbara che con un sorriso malizioso abbassa lo schienale, lui che armeggia con la propria cintura. E Natalino che sogna i suoi sogni ancora di angelo.
Dobbiamo pero fare un breve, brevissimo salto temporale e trovare Natalino sveglio che bussa alla porta di una casa a due chilometri e cento metri dall’auto parcheggiata. Non un sentiero agevole: rovi, suolo impervio, sterrato. E il buio e totale, niente lampioni, niente finestre, niente luna. Natalino non ha nemmeno le scarpe, perche quando si e addormentato la mamma gliele ha tolte, forse l’ultimo gesto di delicatezza
di Barbara per suo figlio. Eppure Natalino e la, gli occhi pieni di sonno, i calzini bianchi puliti. E solo, Natalino, quando bussa alla porta. Spiega che il suo papa e a letto malato, che lui ha sonno e molta fame, e che purtroppo lo zio e la mamma sono morti, quindi per favore puo avere un passaggio a casa?
I DELITTI DEL MOSTRO DI FIRENZE
E davvero difficile che il bambino, che pure sembra un angelo, abbia volato. Ma e ancora piu difficile pensare che abbia percorso due chilometri e cento metri da solo, attraverso rovi e bosco, senza stancarsi, ferirsi e nemmeno sporcarsi i calzini. Ma il piccolo insiste nel dire che nessuno lo ha portato fin la, o che almeno non si ricorda. In una delle versioni che raccontera in seguito, in bilico tra possibile realta e infantile immaginazione, dira che qualcuno lo ha portato a cavalluccio, canticchiandogli per tranquillizzarlo La tramontana di Antoine, un successo dell’ultimo Sanremo.
i delitti del mostro di firenze
I carabinieri, chiamati dal proprietario della casa alla cui porta aveva bussato l’assonnato Natalino, ci misero un po’ a fare quella strada difficile: ma alla fine trovarono la Giulietta, e trovarono anche i corpi di Antonio e Barbara, interrotti prima di fare l’amore da quattro colpi di pistola a testa, distribuiti con ammirevole equita. Al termine di estenuanti interrogatori Stefano, il papa di Natalino, confesso il delitto e fu sbattuto in galera, mentre il bambino cresceva in un istituto; peccato che l’arma, una Beretta calibro 22, non fu trovata dalla Polizia e invece chi la trovo ne fece un largo uso, firmando quelli che divennero i delitti del Mostro di Firenze.
i delitti del mostro di firenze
A meno che, ovviamente, Stefano non c’entrasse nulla e che la sua debole mente avesse semplicemente ceduto alla pressione: diventando una vittima, come Barbara e Antonio che nemmeno riuscirono a fare l’amore, in quella bella Giulietta nuova. Vittime, si. Eppure, a raccontarlo oggi che sono morti tutti, la vittima piu terribilmente colpita ci sembra Natalino, che ha sessant’anni e guarda indietro alla propria vita come una lunga, ininterrotta conseguenza della notte in cui il mondo stava cambiando, e il suo ancora di piu.